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martedì 15 settembre 2015

I fedelissimi smascherano Renzi: "Un bluff, così vuole fregare tutti"

Il bluff di Matteo Renzi svelato dai suoi fedelissimi: "Così fregherà tutti"




"Renzi sa bluffare", se l'accordo salta la "colpa del fallimento deve ricadere tutta sui ribelli...". Parola di un renziano doc che al Giorno confessa: a palazzo Madama la posta della partita a poker è la riforma del Senato. Al tavolo ci sono quattro giocatori: Renzi con la sua maggioranza (e 155-160 punti che Luca Lotti e Denis Verdini assicurano al premier); i ribelli dem (tra i 20 e i 30 punti); le opposizioni (135 punti che possono salire e far male al governo se sommati a quelli dei ribelli dem e ai ribelli di Ncd, 8-10 senatori); e Pietro Grasso (neutrale ma irritato).

Mercoledì e fino al 15 ottobre la partita si farà durissima: Renzi vuole che la riforma venga approvata in aula: "Renzi sta bluffando", assicura la gola profonda: "Finge di far aprire a qualcuno di noi sull'elettività del Senato, ma con un codicillo proibitivo: tutte le opposizioni, non solo la minoranza, devono rinunciare a tutti emendamenti (2800 quelli all' art. 2, cuore del ddl, ndr) e solo allora il governo aprirebbe alla mediazione".

La minoranza dem è pronta a giocarsela. Dice un ribelle: "Anche se agguanta qualche voto in più e passa (Verdini dovrebbe arrivare a 15 senatori e con 4/5 ribelli recuperati, sarebbero 20 i voti in più per Renzi), è una vittoria di Pirro: Pd spaccato, opposizioni sulle barricate, caos nel Paese e, al prossimo giro, asticella a 161 voti. Stavolta gli serve rimangiarsi i diktat e stringere con noi il vero accordo". 

Determinante sarà Grasso: "Se riapre l'emendabilità all'art. 2, in tutto o parte, la minoranza e le opposizioni calano l'asso e, a colpi di emendamenti, perde Renzi. Se, invece, Grasso chiude all'emendabilità sull'art 2, Renzi può tentare il bluff e dire alla minoranza: "Mi spiace, ma il punto ce l'ho in mano io, avete perso senza giocare". Al di fuori della partita c'è il presidente Sergio Mattarella: vuole l'accordo, la correttezza. E odia il gioco.

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