Portofino, Kulm Hotel: cacciata la clientela vip per far posto ai clandestini. L'albergo diventa un campo profughi
di Gilberto Oneto
Il Kulm di Camogli (nome ufficiale Portofino Kulm Hotel) è stato per decenni uno degli alberghi più prestigiosi dell’area. Posto in cima al Monte di Portofino, offre un panorama mozzafiato che arriva fino alla Riviera di Ponente: uno spettacolo che gli ha meritato fama internazionale, assieme alla bellezza della costruzione liberty, agli arredi eleganti e a un servizio impeccabile. Tutto questo va declinato al passato perché da un anno la struttura è chiusa per problemi gestionali. Un peccato, perché era la meta più ambita di una clientela con buone possibilità di spesa.
Il governo Renzi ha messo però finalmente fine a questo scandalo di privilegi classisti. Per far fronte all’emergenza emigranti, la prefettura di Genova ha infatti proposto di inserirlo fra le strutture idonee ad accogliere richiedenti asilo, profughi, rifugiati e clandestini vari.

La macchina è in moto: l’assessore ai Servizi Sociali di Genova Emanuela Fracassi ha organizzato un ufficio «Persone senza territorio», l’Anpi locale auspica che i rifugiati siano «seguiti e accuditi in strutture piccole e in piccoli nuclei», e Husein Salah, della cooperativa Saba, lamenta che «ogni profugo abbia a disposizione 2,50 euro, che neppure bastano per comprare due biglietti dell’autobus. E i minori non hanno diritto neppure a quelli».
La soluzione Kulm fa contenti tutti: si organizza una piccola comunità, l’aria è salubre, l’autobus è sostituito dal pulmino «di cortesia» dell’albergo e le «persone senza territorio» ne trovano uno di eccellenza al Parco di Portofino. E poi suona come un racconto di Dickens del terzo millennio: i diseredati che vengono alloggiati nelle camere con vista e nelle suite dei ricchi. Escursioni a Punta Chiappa, a San Fruttuoso e - la domenica - alle Cinque Terre. Gli indigeni se ne restano - come in un film di Fellini - a guardare da fuori i fortunati che gavazzano nella speranza di poter un giorno essere al loro posto fra gli stucchi del Kulm. Se ne resterà qualcosa.
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