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mercoledì 8 aprile 2015

A 55 anni si ritira tutta la pensione ecco chi potrà farlo, dove e perché

Riforme d'azzardo, a 55 anni si può ritirare tutta la pensione


di Andrea Scaglia 


La scommessa è di quelle d’azzardo, della serie o va bene o son dolori. Ma Cameron si mostra oltremodo ottimista. In ogni caso, da ieri entra in vigore la principale riforma per cui il premier britannico conta d’essere ricordato. E il sistema è invero controcorrente, rispetto alla tendenza generale. Nel senso: niente allungamento dell’età pensionabile - in Italia, dalla riforma Amato del ’92 a oggi, l’anzianità contributiva necessaria per ottenere l’agognato assegno è in sostanza raddoppiata. Il discorso è apparentemente semplice: a 55 anni chi vuole - solo chi vuole - può ritirare tutto il cumulo di contributi versati nel corso di una vita di lavoro, e chi s’è visto s’è visto. Un quarto della somma esentasse, il resto sottoposto al normale regime fiscale (che attenzione, in Inghilterra non è così leggero). E poi liberi tutti: chiunque potrà fare quel che vuole dei propri soldi, naturalmente senz’aver più diritto a una pensione pubblica.

L’opposizione laburista critica molto l’idea di Cameron. Parla di provvedimento «prendi i soldi e scappa», poggiando su alcune inchieste giornalistiche che mostrano come in parecchi abbiano intenzione di utilizzare l’entrata per salutare baracca e burattini e andarsene a invecchiare dove il clima è meno british. Altri paragonano la riforma alle lotterie dei supermercati. Soprattutto, s’avanzano timori sulla tenuta del sistema stesso: e se in troppi decidessero di ritirare il malloppo, come le casse inglesi potrebbero far fronte all’impegno senza collassare? Dal canto suo, Cameron tiene il punto. Non teme la bancarotta previdenziale. E la sua convinzione è che - al netto degli scappati di casa - quei soldi torneranno in circolo sotto forma di investimenti, dando così un essenziale impulso alla crescita economica del Paese. Che peraltro si fonda sulla sterlina, e non sul nostro malmesso euro. Si vedrà. Certo è che la cosa fa impressione, vista dall’Italia dello Stato che dovunque s’infila. Dice il collega disilluso: al di là di tutto, da noi non sarebbe comunque possibile, sai quanti ritirerebbero i soldi, se li brucerebbero e poi tornerebbero a batter cassa facendo leva sul «disagio sociale»... Luogo comune? Può essere. Ma l’impressione è sempre quella d’essersi fermati, qui in Piazza Italia.

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