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domenica 14 dicembre 2014

Pd, resa dei conti: verso la scissione Civati e dissidenti, ultimatum a Renzi

Pd, rischio scissione. Pippo Civati: "Alle elezioni non andremo con Renzi"




Il D-Day del Partito democratico è arrivato. Dopo mesi di schermagli, accuse, controaccuse, insulti e marce indietro, la scissione del partito leader della politica italiana in due tronconi è stata oggi nei fatti annunciata da uno dei leader della sinistra Pd, Pippo Civati, il quale ha detto papale papale che "se Renzi si presenta con il Jobs Act e con le cose che sta dicendo, elle elezioni di marzo noi non saremo candidati con Renzi".

Un affondo che, qualche minuto prima, era stato preceduto dalla decisione della minoranza Pd in commissione Affari istituzionali di non partecipare al voto sull’articolo 3 del disegno di legge che riforma il bicameralismo perfetto. I temi del dibattito riguardano comunque non solo le disposizioni sulla possibilità che il presidente della Repubblica nomini nel nuovo Senato dei senatori a vita, ma riguarda anche il giudizio di costituzionalità preventivo sulla legge elettorale, in discussione al Senato, in commissione Affari costituzionali e anche il tema del quorum per l’elezione del capo dello Stato che è stato innalzato. Non è stata comunque avanzata richiesta di sostituzione degli otto deputati che hanno fatto questa scelta. Che tuttavia è stato annunciato che scatterà se non ci sarà la volontà di dialogo sulla nuova legge elettorale sui due punti in questione.

Civati ha parlato anche di "un patto non del Nazareno. Se la legislatura proseguirà, noi abbiamo un  programma e un progetto, ci si rivolge alle forze parlamentari senza  guardare alla loro provenienza, chi è d’accordo sottoscrive il patto e si vota di conseguenza in Parlamento". In particolare, sottolinea Civati, «quando si tratta di Costituzione,  non c’è una disciplina di partito. Non c’è neanche un programma  elettorale né un programma di governo  perché Renzi  non ha mai scritto nulla, quindi ci sentiamo responsabilmente liberi". E in caso di elezioni anticipate: "Se il  programma elettorale questa volta lo scriviamo e non sono considerate le nostre ragioni, è più serio dire 'andate avanti voi da un’altra parte, noi faremo qualcosa di diverso'. Non è una  scissione -ha concluso- è una presa d’atto di una differenza".

Per il leader della minoranza del Pd l’assemblea di domani del partito "è un thriller, Renzi decide di notte....". A Bologna, dove Civati si è presentato a un incontro dell’associazione "È possibile" per discutere  patto del Non Nazareno, annuncia: "Io sto sereno, come consiglia di fare lui da tempo: non ho niente da perdere, qualcun altro ci perse Palazzo Chigi".

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