Mafia Capitale, Micaela Campana stonata: tutte le bugie sugli sms a Buzzi della deputata del Pd
di Marco Gorra
La Campana suona per il Partito democratico. E non è proprio bella musica. Il caso della renzianissima deputata (è responsabile Welfare e Terzo settore nella segreteria del partito) Campana Micaela ha tutte le carte in regola per rappresentare per il nuovo Pd, quello fatto ad immagine e somiglianza del segretario-premier, un grattacapo mica da niente. La giovane parlamentare era inizialmente finita nel calderone dell’inchiesta sulla mafia a Roma in virtù di un sms inviato al dominus della cooperativa 29 giugno Salvatore Buzzi con scritto «bacio grande capo». Da cui la ridda di ipotesi e maldicenze circa la familiarità della Campana stessa col ras degli appalti e la strenua difesa della parlamentare: «È un saluto che uso abitualmente».
Fosse solo una questione di messaggini e di etichetta da usare nei medesimi, il problema in effetti quasi non si porrebbe. Il guaio è che dietro l’sms c’è una storia da cui la posizione della Campana rischia di uscire messa tutt’altro che bene: la storia dell’interrogazione parlamentare pilotata per Buzzi.
A mettere in fila i dettagli della vicenda ha provveduto Luca Sofri, direttore del Post. I fatti: Buzzi ha bisogno di fare pressione su una giudice del Tar che dovrà decidere in merito ad un ricorso contro un appalto assegnato ad una delle “sue” cooperative. Tra i vari fronti su cui l’uomo si attiva c’è quello del Pd cui - nella persona dell’onorevole Campana - si chiede di presentare un’interrogazione parlamentare in merito. Gli sforzi di Buzzi vanno a buon fine? La Campana giura di no: prima scrive su Facebook che «l’sms in questione, se letto nella sua interezza, e non nel solo stralcio maliziosamente riportato dai media, dimostra che non avrei mai presentato l’interrogazione richiesta dal Buzzi» e poi, intervistata da Repubblica, assicura di non averla presentata «perché non mi convinceva».
Il problema è che le cose non sembrano stare così. Intanto per via di un altro sms finito agli atti, quello in cui il deputato dem Umberto Marroni dice a Buzzi che «ho parlato con Micaela, meniamo» e riguardo alla stesura del testo assicura che «la sta preparando Micaela». E si arriva al celebre sms della Campana a Buzzi, quello da leggere «nella sua interezza». Trascrizione letterale: «Parlato con segretario ministro. Mi ha buttato giu due righe per evitare il fatto che mi bloccano l’interrogazione perche non c’e ancora procedimento. Domani mattina ti chiamo e ti dico. Bacio grande capo». L’indomani a contattare Buzzi è l’assistente della Campana, che scrive il seguente messaggio: «Buongiorno Mica (Micaela, ndr) aveva depositato interrogazione, ma l’ufficio responsabile ce l’ha rigettata perché non era congrua essendo basata solo su articoli di giornali, ora l’ufficio ce la riscrive affinche non venga rigettata ma ci vorra qualche giorno». Un modo ben curioso per non essere convinti della bontà dell’interrogazione.
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