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lunedì 10 novembre 2014

Il fumo fa ingrassare, specialmente quello passivo

Il fumo fa ingrassare, specialmente quello passivo






Una ricerca americana ha smentito la credenza comune che la nicotina abbia effetti dimagranti: essere esposti al fumo passivo produce insulino-resistenza, con conseguenze quali diabete, colesterolo, ipertensione e, appunto, obesità. È risaputo come chi smette di fumare vada sovente incontro a vere e proprie crisi d'astinenza, caratterizzate da depressione, stitichezza, ansia, nervosismo, ipotensione e bulimia. Quest'ultimo effetto collaterale, in particolare, sembrerebbe legato alle conseguenze dell'assunzione di nicotina, che tra gli esiti, tra virgolette, «positivi» per l'organismo presenta la soppressione dello stimolo della fame, oltre ad aumentare il battito cardiaco e la pressione arteriosa, a migliorare la concentrazione, a coadiuvare il metabolismo e ad aumentare il rilascio di adrenalina, peculiarità che gli conferisce le riconosciute proprietà stimolanti.

Ciò nonostante, uno studio condotto dai ricercatori americani della Brigham Young University di Salt Lake City, pubblicato sulla rivista American Journal of Physiology, Endocrinology and Metabolism, sovvertirebbe tale convinzione. Secondo la sperimentazione a stelle e strisce, infatti, il fumo provocherebbe resistenza ad insulina, in particolar modo quello passivo, specialmente se ad essere esposto ad esso sono i bambini, con conseguenze nefaste a livello cardiovascolare e metabolico.

Per giungere a questa conclusione i ricercatori dello Utah hanno esposto al fumo passivo delle cavie da laboratorio, per poi analizzarne le funzioni metaboliche, notando come i topi sottoposti a tale studio sperimentassero un rapido aumento di peso. La ragione sarebbe da attribuire alle ceramidi, minuscole molecole di lipidi che, spinte dalla sigaretta, andrebbero ad alterare i mitocondri delle cellule, modificando le loro normali funzioni e la risposta all'insulina. Dunque la resistenza a questo ormone causa un meccanismo compensatorio con una secrezione aumentata: tra le possibili conseguenze vi sono insorgenza di diabete, incremento dei livelli di colesterolo, aterosclerosi, ipertensione e, appunto, obesità.

I ricercatori americani, una volta appurata questa conseguenza, hanno cominciato a studiare possibili principi attivi, non dannosi per l'organismo dell'essere umano, che siano in grado di inibire e bloccare l'attività delle ceramidi, di modo da concepire un farmaco che possa proteggere in special modo il metabolismo degli adolescenti dai danni del fumo passivo. Secondo gli scienziati di Salt Lake City, infatti, metà della popolazione oltreoceano è esposta almeno una volta al giorno a fumo passivo, mentre il 20% dei bambini convive con qualcuno che fuma in casa, cosa che comporta il cosiddetto indoor pollution: secondo uno studio recente, infatti, le dimore dei tabagisti presenterebbero livelli di inquinamento paragonabili a quelle di metropoli quali Londra e Pechino, con tutte le conseguenze del caso. 

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