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sabato 7 giugno 2014

Matteo Renzi attacca il Pd: "Corrotti anche nel mio partito"

Mose, Renzi ammette: anche il Pd coinvolto



Matteo Renzi, a Napoli per il convegno La Repubblica delle idee, parla di corruzione, intervistato da Ezio Mauro parla delle inchieste Expo di Milano e quella sul Mose di Venezia. Renzi dice: "Nella vicenda del Mose di Venezia sono coinvolti i ladri ma anche le guardie. Dobbiamo porci il problema di come tagliare le autorità che non hanno funzionato perché non hanno più senso che esistano", Renzi ha poi detto che venerdì prossimo ci sarà un provvedimento ad hoc sulla corruzione che prevede "poteri precisi" all’autorità di Cantone. Serve "una riforma radicale, occorrerà incidere

sulla vigilanza e sulle procedure degli appalti", dice il premier. Ma il vero messaggio politico di Renzi arriva quando parla del coinvolgimento della politica nell'inchiesta lagunare dice:  "Sono rimasto molto colpito dalla vicenda veneziana. Chi volesse negare la responsabilità della politica sarebbe fuori dal mondo. E anche per la mia parte politica. Mentre il suo braccio destro Luca Lotti, qualche giorno fa aveva scaricato il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni, Matteo Renzi dice che quelli del Pd coinvolti se ne devono andare a calci nel sedere. "Se nel Pd c’è chi ruba deve andare via a calci nel sedere. Ci sono i ladri e ci sono le persone perbene. Noi stiamo con le persone perbene".

Le riforme -  Parlando delle misure contro la corruzione, Renzi dice che nel "pacchetto di riforme della Giustizia deve essere chiaro che i condannati non possono mettere più piede in un ufficio pubblico se non per chiedere un documento". Un pacchetto, ha spiegato, "che recuperi le indicazioni della commissione Ue". E ancora: "Sono certo che sia arrivato il momento per una riforma radicale e strutturale. Se ci vorrà una settimana in più ce la prenderemo tutta - ha aggiunto -. L’importante è che passi l’idea che l’Italia i corrotti li va a scovare e li processa in tempi certi». Contro i nuovi episodi di corruzione "facciamo sul serio". Poi torna sulla "sua parte politica" e aggiunge: "il giochino di dire loro e noi non può funzionare, soprattutto nel momento in cui sei maggioranza e sei maggioranza nel Paese". 

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