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domenica 26 marzo 2017

MINISTRA SENZA LAUREA La bomba le scoppia in mano: Fedeli, una prof le fa causa

Fedeli, scoppia la bomba: la professoressa che vuole far causa al ministro



La bomba dei professori trasferiti dall'altra parte d'Italia sta per scoppiare in mano alla ministra dell'Istruzione Valeria Fedeli. A farla esplodere potrebbe essere Giovanna Giorgino, 54 anni docente di diritto costretta a lasciare Taranto per insegnare a Sesto San Giovanni. Intervistata dal Giorno, la prof si fa i conti in tasca e spiega come l'algoritmo del Miur le abbia rovinato la vita. Per questo, dice, è disposta a fare causa al Ministero per ottenere un risarcimento.

"Sarò a Sesto per i prossimi tre anni. Ma non ho mai pensato di non andarci e non ho fatto un giorno di assenza. Ma per lavorare devo stare lontana dalla mia famiglia e con i soldi, praticamente, ci rimetto". Via coi numeri: "Ho una casa in affitto e spendo 400 euro al mese. Per scendere a Taranto spendo 150 euro a settimana di treno e lo devo fare tutte le settimane perché le mie figlie hanno solo 11 e 12 anni. Poi devo mangiare, almeno una volta al giorno! Lo stipendio è di 1.480 euro, faccia lei i conti Almeno il ministero facesse una convenzione con Trenitalia per farci pagare di meno i viaggi che incidono molto".

La causa di tutto è l'algoritmo che l'ha spedita al Nord, sottolinea, senza leggere le mie preferenze. "A parte Taranto avevo indicato Brindisi, Bari, Lecce, Matera, Napoli e come ultima Milano". "Ci sono diversi insegnanti che conosco - rivela - che hanno meno punti di me e sono in una scuola sotto casa loro". La professoressa ha un sospetto: "Non ho prove, ma so che chi non ha presentato la domanda di mobilità ha avuto dal sistema la mobilità di ufficio, a punti zero. A loro è andata meglio, sono rimasti a Taranto i docenti soprannumerari". Un errore, continua, a cui il Ministero non avrebbe rimediato nemmeno tramite conciliazione. "So che alcune risposte sono state date a insegnanti delle elementari del Sud trasferiti a Milano. Hanno ottenuto Venezia...". Per ora, la docente ha fatto ricorso al giudice del lavoro di Taranto (respinto per competenza territoriale di Monza), ma non finisce qua. "In forza della sentenza del Tar che obbliga a rendere pubblico l'algoritmo, ripresenterò la mia istanza. E sono certa che verrà accolta, perché si capiranno senza possibilità di dubbio gli errori del ministero".

Per l'anno prossimo il problema però si riproporrà con i trasferimenti 2017/18 da decidere tra un mese. La soluzione, conclude, è "conoscere prima della mobilità che faremo ad aprile i parametri dati e aumentare la percentuale riservata a chi come me è andato fuori regione. Ho vinto il concorso regionale, in Campania, nel 1999 Se avessi voluto andare in Lombardia avrei fatto diversamente e sarei dentro la scuola da vent'anni".

Eccezionale successo per Gaetano Daniele, uno dei blogger italiani più seguiti sul web

Successo per Gaetano Daniele, uno dei blogger italiani più seguiti sul web


 di Antonio Parrella

Milioni di visualizzazioni e oltre 10 mila post per il suo “Notiziario sul web”

Gaetano Daniele
Amministratore il Notiziario sul web


NAPOLI - “Passione, determinazione e professionalità”. Ecco gli “ingredienti” che in 6 anni di attività hanno proiettato il blogger Gaetano Daniele, già Editore di diversi periodici per la distribuzione gratuita, nell’olimpo dei blogger nazionali. Un’attività intensa. 24 ore su 24. Un’attività sempre al servizio dei lettori che, quotidianamente, vengono costantemente informati su tutto ciò che accade nel Mondo, sia  a livello locale che provinciale, regionale e nazionale. Daniele, oltre ad essere il direttore de Il Notiziario sul web, è stato anche direttore editoriale dei periodici “Il Fatto” e “Il Notiziario”. Collabora attivamente, tra gli altri, anche con la diocesi di Aversa, facendo parte della mailing list, ed è stato sempre attento e scrupoloso osservatore delle fasce più deboli, dando voce attraverso i suoi pregiati articoli e i suoi approfonditi dossier a coloro che non ne hanno. Le sue pagine ospitano sul blog vari ed importanti personaggi del mondo politico, culturale, militare, religioso e civile, dall'Europarlamentare di Forza Italia, On. Lara Comi, al Leader della Lega Nord, Matteo Salvini. Dalla Senatrice Fucsia Fitzgerald Nissoli, ai vari esponenti politici di spicco regionale, come il Vicepresidente della Regione Campania, On. Ermanno Russo al Generale On. Carmine De Pascale. Daniele  ha “bruciato” un po’ tutte le tappe: ben  10.050 post dal settembre 2011 ad oggi, con più di tre milioni e mezzo di visualizzazioni, tra blogger e Google+.

Insomma un successo straordinario. Un successo in continuo e costante crescendo. Un successo dovuto ai dati reali, che sono davvero eccellenti. Mini Video intervista ed interviste. Milioni di visualizzazioni che lo portano ad essere uno dei blogger più seguiti a livello nazionale. Ma i risultati fenomenali non sono dovuti al caso. Daniele, ora, si appresta a scalare la graduatoria nazionale per collocarsi sul podio dei primi blogger italiani più seguiti dagli internauti. “Oggi - spiega il noto blogger - ci sono molte persone che cercano di improvvisarsi sul web come fashion blogger o blogger, cercando popolarità e soldi facili. In realtà per fare il blogger ed informare in maniera plurale il lettore ci vuole tantissima passione e grande competenza, doti queste essenziali per “catturare” il sempre più numeroso pubblico del web con i propri post (anche se, nel caso dei/delle fashion blogger, dobbiamo ammetterlo, un pizzico di bellezza non guasta mai, ndr). Naturalmente - precisa Daniele - solo pochi eletti riescono, poi, a raggiungere l’Olimpo dei “Web Influencers”. E, naturalmente, tra questi possiamo certamente inserire, a pieno titolo, anche l’emergente e talentuoso Gaetano Daniele.

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Una brutta storia di soldi e spie La verità: l'Europa unita nata così

La Comunità europea? Nacque coi soldi della Cia



La retorica europeista è sempre la stessa: quella dei De Gasperi, Monnet, Spinelli, eccetera. I padri spirituali del continente unito. Veri o ispiratori. I loro nomi vengono evocati a ogni occasione o celebrazione ufficiale. L'ultima volta è accaduto giusto ieri per le celebrazioni dei 60 anni dei Trattati di Roma.

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Mai una volta che si faccia qualche altro nome: come quello della Cia. E delle amministrazioni americane dei primi vent'anni del dopoguerra. A farli, questi nomi meno nobili ma forse più veri ed incisivi agli effetti della nascita della Comunità (poi Unione) europea, è Ambrose Evans Pritchard sul quotidiano inglese Daily Telegraph.
Nel dopoguerra, scrive, l'imperativo degli Usa era che dopo essersi preso l'Europa orientale, Stalin non potesse fare lo stesso con quella occidentale, o almeno con alcuni Paesi al di qua della cosiddetta "cortina di ferro". Fu così che, accanto al Piano Marshall, destinato alla ricostruzione economica dell'Europa non comunista, venne varato il Piano Acheson, destinato alla ricostruzione democratica degli stati sfuggiti alla lunga mano di Mosca.

A concepire il piano fu il primo ministro francese Robert Schuman. Ma il segretario di Stato Usa (1949-1953) Dean Acheson ne intuì subito l'importanza e ne fece il perno della sua attività politica. La libera Europa avrebbe dovuto fondarsi su due pilastri: la Nato e la Comunità europea, che avrebbe dovuto favorire la cooperazione tra le nazioni prevenendo l'insorgere di "fughe" verso "aiuti" sovietici. L'Europa occidentale prosperò grazie alla pax americana e a loro volta gli Stati Uniti si assicurarono l'intero mercato della ricostruzione. Quattro anni dopo la fine del mandato di Acheson a Washington, sei nazioni europee (Italia, Francia, Lussemburgo, Belgio, Olanda e Germania occidentale) firmavano i Trattati di Roma.

"L'Italiano si fa secco ma non muore" di Francesco Pellegrino

"L'Italiano si fa secco ma non muore" di Francesco Pellegrino



di Francesco Pellegrino


Dott. Francesco Pellegrino


"L’Italiano si fa secco ma non muore"
Ogni anno l’agenzia Bloomberg pubblica un indice della salute umana globale intersecando ed elaborando vari parametri sanitari e finanziari così da identificare l’Italia come il paese al mondo dove la prospettiva di vita è alla nascita per ogni neonato di un potenziale ottuagenariato.

Straordinario diremmo, anche se il dato viene letto con cruenza, poichè descrive l’Italia come un paese dove la crisi economica sta attanagliando la vita quotidiana con grande accanimento, dove la disoccupazione giovanile ha toccato livelli record e nonostante tutto l’Italia è il paese dove si vive di più.
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Le ragioni di tale successo le presuppongono Tom Kenyon, medico e CEO di Project Hope, che riporta all’elevata presenza di medici e di pressione sanitaria mediatica (fornisce l’esempio della serie "Un Medico in Famiglia" di lunga programmazione e di grande favore di pubblico) ed Adam Drewnowski, Direttore del Public Health Nutrition Center, che riporta alla dieta mediterranea consolidata negli usi degli Italiani, ovvero all’uso quotidiano di alimenti freschi quali frutta, verdura e carne, insomma l’ennesima rilettura di una dieta mediterranea interpretata da americani.

L’indice, piuttosto a nostro parere, interpreta correttamente una moltitudine di Big Data sociosanitari che premiano una Comunità che si giova di una eredità culturale millenaria del buon senso e del buon vivere.

 Infatti Il Bloomberg Global Health Index rendiconta la disponibilità di fonti di acqua potabili, il wellfare ed i parametri di salute di una società economicamente avanzata quali l’incidenza del rischio cardiovascolare riportabile a valori elevati di pressione arteriosa oppure di dismetabolismo lipidico (colesterolo).

Quindi se i parametri sociosanitari di una Comunità sociale avanzata quale quella italiana con disponibilità idrica, capillarità dell’offerta sanitaria (oggi avversata dalla centralizzazione dell’offerta sanitaria in presunti centri di eccellenza o merger mania), una costante e diffusa attenzione alla prevenzione primaria per i fattori di rischio cardiovascolare e soprattutto una tradizione gastronomica che affonda le sue radici nella dieta mediterranea, garantiscono una prospettiva di vita medio lunga, il podio ci deve far riflettere sui fattori e le scelte che hanno generato negli anni questo percorso di consolidamento.
Probabilmente il diritto costituzionale alla salute del cittadino italiano garantisce, ancora oggi, che le evidenze scientifiche si raffinano nella valutazione diagnostica e nell’offerta terapeutica, una prospettiva universale di Comunità, mettendo in crisi le ipotesi di svolta dal diritto sanitario universale nazionale al diritto elitario assicurativo.

La Storia sociale italiana, allo stesso tempo dimostra che la scelta pubblica della fornitura idrica, confermato nelle scelte referendarie, nonostante le continue criticità del sistema pubblico, riesce a garantire un obiettivo primario di salute e benessere vitale, fortemente dubitabile in una privatizzazione di congettura, squisitamente teorica, finanziaria.

Al contempo la formazione sanitaria italiana resta, indubbiamente, elemento fortemente sinergico per potenziare le scelte sociali storiche. Infatti istituti di formazione universitari hanno dalla loro fondazione ottemperato alla formazione eccellente di intere schiere di operatori che nei decenni hanno fatto crescere il sapere sanitario diffuso dell’utente, rendendo fattori di rischio cardio e cerebrovascolari confidenziali e di più facile interpretazione e controllo, quindi di minor incidenza di costo da esito per il sistema.
Ragione a parte è da dedicare ai fattori nutrizionali della dieta mediterranea. Sin dalla postulazione della stessa quale modello nutrizionale osservato negli anni cinquanta del XX° secolo in Italia dal fisiologo americano Ancel Keys, la dieta mediterranea è stata oggetto prioritario di osservazione dall’esterno, prioritariamente americano, mancando di quel vissuto ancestrale autoctono che nasconde nelle proprie pieghe di conoscenza ereditaria, segreti ancora in parte ignoti.

Basti pensare alla chimera del poter intervenire terapeuticamente sull’infiammazione dell’endotelio vasale con i suoi continui fallimenti terapeutici di antiaggareganti, ipocolesterolemizzanti e pseudo antinfiammatori endoteliali mentre da decenni il resveratrolo tutela con la sua semplicità e piacevolezza di ubicazione (il vino rosso) tale scopo salutistico per assunzione moderata e continuativa.

La saggezza della massaia italiana nella propria ignoranza genuina domina la prosopopea dei molteplici masterchef moderni per appropriatezza salutistica, giocandosela con vegani ricercati culturalmente.

La leadership dell’affermazione italiana al vertice della piramide della salute mondiale è sicuramente rappresentata dalla contemporanea prospettiva di vita con lo stato della salute mentale.
La fragilità umana che considero rappresentante delo stato della salute mentale ci vede come il belpaese, ovvero l’incidenza di fragilità è considerevole ma straordinariamente più vivibile in Italia che in ogni altro paese al mondo, grazie probabilmente all’eredità culturale del considerare ancora il cittadino quale parte integrante della Comunità e di considerarlo quale persona sofferente nella propria dignità umana.

Insomma le basi storiche di un buon vivere in salute ci sono, ora abbiamo l’obbligo di investire per rivoluzionare in meglio la salute dell’uomo in Italia e nel Mondo, perchè il destino dei vincenti è di migliorarsi sempre.
"Per aspera ad astra"

Saviano umiliato: finisce in copertina con la bellona, ma dentro lo riducono così... / Foto

Saviano in copertina su D di Repubblica con Graham: c'è la brutta sorpresa



Il fascino curvy di Ashley Graham conquista anche Roberto Saviano, che è volato a New York per intervistare la giunonica modella. Il loro faccia a faccia finisce in copertina su D di Repubblica, ma qualcuno nel femminile del Gruppo L'Espresso pare essersi un po' distratto. Guardate nella didascalia del servizio interno come chiamano lo scrittore e giornalista napoletano... Sì: non Roberto, ma Riccardo. E pensare che sarebbe bastato copiare (... Wikipedia).

BrainForum: al via da lunedì 27 il 1° Festival ‘Cervello&Cinema’

BrainForum: al via da lunedì 27  il 1° Festival ‘Cervello&Cinema’



Perché i film ci piacciono e ci coinvolgono? Che impatto hanno su di noi? Come influenzano il cervello, e come il cervello è influenzato da ciò che vede sullo schermo? È diverso guardare un film a casa o al cinema, sul tablet o sul grande schermo? Perché al cinema ci si emoziona pur sapendo che ciò che avviene davanti ai nostri occhi è fittizio? A queste e altre domande risponderanno neuroscienziati e psicanalisti durante la prima edizione del Festival ‘Cervello&Cinema’ (27 marzo - 2 aprile, Cinema Spazio Oberdan a Milano): evento che porta avanti la tradizione divulgativa dei Brain Forum di Brain Circle Italia, ed è organizzato insieme a Ospedale San Raffaele, Fondazione Cineteca Italiana e Hebrew University of Jerusalem, con il supporto di Roche e Cisal e con il Patrocinio del Comune di Milano.

Obiettivo degli organizzatori è avvicinare un pubblico di non addetti ai lavori e giovani alla ricerca scientifica, uscendo dal mondo accademico e affrontando temi di grande attualità e interesse con un linguaggio accattivante e attraverso celebri film, tra i quali: ‘Persona’ di Ingmar Bergman, che sarà accompagnato da un dibattito sul ruolo dei neuroni specchio; ‘A Dangerous Method’ di David Cronenberg che approfondirà il tema dell’uso dell’elettroshock; ‘L’amore bugiardo’ di David Fincher, con cui si affronterà il tema della menzogna; ‘Alla ricerca di Dory’ di Andrew Stanton e Angus MacLane che servirà da spunto per parlare dei ‘Segreti della memoria’. Sarà invece ‘Perché il cervello ricorda meglio i cattivi?’ la domanda cui si cercherà di rispondere con il dibattito accompagnato alla proiezione de ‘Il clan’ di Pablo Trapero. Gli scienziati - personalità di grande rilievo in Italia e all’estero - commenteranno i film parlando delle loro ricerche, a partire da specifiche aree tematiche come il rapporto tra il cinema e le emozioni, la menzogna, le devianze sessuali, i neuroni specchio e le malattie neurodegenerative. Non mancheranno le provocazioni, come quella del professor Carlo Caltagirone, direttore scientifico del IRCCS Santa Lucia di Roma, secondo cui il cinema non è stato inventato dai fratelli Lumière, ma dai neurologi. Caltagirone mostrerà anche diversi esperimenti cinematografici ante litteram, spiegando l’antico legame tra neuroscienze e cinema.


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‘Cervello&Cinema’ è un progetto che nasce dalla ormai decennale collaborazione tra Viviana Kasam, presidente di Brain Circle Italia e organizzatrice dei Brain Forum, e il professor Giancarlo Comi, direttore dell’Istituto di Neurologia Sperimentale - INSpe e dell’Unità di Neurologia, Neurofisiologia Clinica e Neuroriabilitazione dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, in collaborazione con l’Università Ebraica di Gerusalemme, con Matteo Pavesi, direttore della Fondazione Cineteca Italiana, e in partnership con Roche e Cisal che hanno reso possibile la realizzazione dell'evento. L’organizzazione ringrazia l’artista Luigi Serafini per aver concesso l’utilizzo della sua opera ‘Capitano Ulisse!’ (olio su tela, cm 60 x 60, Febbraio 2017) come immagine del Festival. Spiega l’artista: “Polifemo, Scilla e Cariddi, Nausicaa e il canto delle Sirene, che c’è ma non si vede… Un’ Odissea sintetica in unico fotogramma… Epitome del racconto cinematografico... E Ulisse è anche la metafora classica della Conoscenza, come ci ricorda Dante che gli fa dire: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza". Luigi Serafini è un artista vivente e senza fissa dimora, autore tra l'altro del celebre Codex Seraphinianus (Rizzoli editore)

Tulliani a Dubai? Residenza dorata Dove ha preso casa il cognatino / Guarda

Giancarlo Tulliani beccato a Dubai: il condominio 5 stelle in cui vive




Se fosse in Italia, Giancarlo Tulliani oggi sarebbe agli arresti. O in carcere, o ai domiciliari. Invece, è a Dubai. Libero (come altri latitanti al suo pari nell'emirato). Il cognato dell'ex presidente della Camera Gianfranco Fini ha preso residenza a Al Barsha, un quartiere residenziale della città, prendendo in affitto un appartamento fin dall'estate scorsa, segno che si aspettava la mala parata. Avrebbe pagato per questa cosa 15mila euro nei mesi scorsi, oltre a 2.500 euro di deposito cauzionale e oneri con l'agenzia immobiliare. Il quartiere è tutto nuovo, le palazzine di quattro piani con balconi e terrazzi. Insomma, un rifugio dorato e anche un po' defilato nel quale sentirsi al sicuro. Anche perchè tra Emirati Arabi e Italia non esiste alcun accordo di estradizione.