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venerdì 6 maggio 2016

Ultimo sondaggio: Silvio su, due perdono Chi sono i ministri più amati: la classifica

Il sondaggio: Silvio su, due perdono A sorpresa chi è il ministro più amato


Un sondaggio che spariglia di nuovo le carte in vista delle prossime elezioni amministrative. Secondo le rilevazioni dell'Istituto Piepoli diffuse da Affaritaliani.it gioisce Forza Italia che nell'ultima settimana sale di un punto percentuale e torna al 12%. Perdono mezzo punto sia i grillini (al 26,5%) che la Lega Nord  (al 13%). Cresce dello 0,5% Sinistra Italia (al 3,5%). Pd stabile al 31,5%. Fratelli d'Italia e Ncd-Area Popolare fermi rispettivamente al 5 e al 2,5%. Altri partiti in calo al 2% (-0,5).

I ministri più amati - Il sondaggio ha rivelato poi il ministro più amato del governo Renzi. Anche qui una sorpresa: il più apprezzato è Maurizio Martina, responsabile dell'Agricoltura. Al secondo posto Dario Franceschini (Beni Culturali e Turismo) e Graziano Delrio (Infrastrutture e Trasporti). Al quarto posto, con il 50% dei consensi si piazza Pier Carlo Padoan (Economia), seguito da Andrea Orlando (Giustizia) al 46% e da Paolo Gentiloni (Esteri) al 45%.

SCANDALO PENSIONI D'ORO Vitalizi degli ex onorevoli: Cifre record, chi le prende

Le pensioni d'oro degli ex onorevoli: chi guadagna di più (cifre da capogiro)



Tito Boeri ha lanciato l'allarme: "I vitalizi dei parlamentari sono quasi il doppio di quanto sarebbe giustificato alla luce dei contributi versati". Si risparmierebbero circa 76 milioni l'anno se si portassero le pensioni dei parlamentari a valori normali, applicando il sistema contributivo si avrebbe un risparmio di circa un miliardo e 457 milioni sui primi 10 anni (oltre 100 milioni all' anno). Il meccanismo dovrebbe essere applicato non solo ai parlamentari ma anche ai consiglieri regionali.

L'elenco - Il quotidiano Il Tempo in edicola oggi, pubblica di queste pensioni d'oro, fa i nomi e i cognomi dei parlamentari super fortunati. Luciano Violante percepisce un vitalizio di 9.363 euro al mese, Giuliano Amato arriva a 31.411 euro al mese, Walter Veltroni ogni mese incassa 5.373, Massimo D' Alema appena 90 euro in meno del suo storico rivale. Marco Pannella porta a casa una pensione da 5.691 euro al mese. Percepisce il vitalizio anche l' ex presidente della Camera Gianfranco Fini (5.614 euro). Poi Prodi (2.864), Rodotà (4.684) e Franco Marini (5.800  Irene Pivetti dal 2013, ovvero da quando aveva solo 50 anni, percepisce 6.203 euro al mese. Alfonso Pecoraro Scanio, deputato dal 1992 al 2008, riceve 8.836 euro al mese da quando aveva 49 anni. A Vittorio Sgarbi per essere rimasto in carica per 4 legislature riceve 8.455 euro. Rosa Russo Iervolino, parlamentare per oltre 20 anni e più volte Ministro, riceve mensilmente il suo assegno da circa 5400 euro netti. Pensionata a 41 anni e con un assegno di 8.455 euro: accade a Claudia Lombardo, definita Miss Vitalizio d' oro. Gianni De Michelis, percepisce 5.800 euro netti al mese.

giovedì 5 maggio 2016

"Ero nel panico. Ecco cosa ho visto" La donna che inguaia il Pd (e Renzi)

"Ero nel panico. Ecco cosa ho visto": la donna che inguaia il Pd (e Renzi)



Si chiama Caterina Uggè. È lei la funzionaria del Comune di Lodi che ha scoperchiato il vaso di Pandora su un giro di appalti truccati e turbativa d’asta che vede come protagonista il sindaco Simone Uggetti, braccio destro e successore a Lodi del vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini. È stata la sua denuncia alla Guardia di Finanza che ha portato, martedì, all’arresto del sindaco (arresto contro il quale il Pd sta duramente protestando, rivolgendosi al Csm). Mercoledì, la responsabile di Sport e Turismo di Palazzo Broletto era seduta alla sua scrivania, come sempre: “Sono qui cercando di fare il mio lavoro il più seriamente possibile come ho sempre fatto. Io mi sono sempre occupata di sport, turismo, promozione della città. Non è cambiato nulla, per ora sto facendo le cose che facevo ieri e l’altro ieri con la stessa serenità – ha commentato ai microfoni di Radio 24 -. Anche con i miei colleghi cerchiamo di andare avanti normalmente, com’è giusto che sia, come se nulla fosse”.

La vicenda - Il 28 gennaio scorso, Uggè stava preparando il bando per assegnare la gestione delle piscine comunali. Il sindaco allora le ha manifestato l’intenzione di affidare la gestione delle piscine scoperte direttamente ad Astem. La funzionaria obietta: non si può perché la legge regionale prevedeva l’assegnazione in via prioritaria a una delle associazioni sportive dilettantistiche. Ma Uggetti non demorde e fa pressioni alla responsabile perché incontri l’avvocato Marini, per confrontarsi con lui sulla possibilità dell’affidamento diretto. Uggè non cede, ma il 29 febbraio viene convocata nell’ufficio del sindaco e lei porta con sé il registratore, acceso. Lì trova anche l’avvocato Marini. “Volevo andarmene, ma non ho trovato il coraggio – ha testimoniato ai finanzieri –. Ho visto sulla scrivania del sindaco una copia del mio bando e del mio capitolato e ho capito di avere interrotto una riunione in cui lo stavano esaminando e correggendo insieme”. “Il mio stato confusionale era totale – ha raccontato la donna -, il sindaco mi chiedeva un cambiamento dopo l’altro e io cerco di reggere alle insistenze, fingo di essere disposta a rimettere in discussione ancora tutto, sapendo dentro di me che quel bando non l’avrei più firmato perché veniva totalmente snaturato nel suo equilibrio”.

La denuncia - L’8 marzo, Caterina Uggè ha raccolto il coraggio e si è presentata dalle Fiamme Gialle, dove ha denunciato di essere stata vittima di una “grave e illecita ingerenza posta in essere da parte del sindaco Simone Uggetti e dell’avvocato Cristiano Marini”, come si legge nell’ordinanza del gip. Nelle carte si legge anche che il sindaco aveva cercato di “convincere” (leggi corrompere) la funzionaria, prefigurandole la possibilità di coinvolgere nella gestione delle piscine anche la società sportiva Sportime, la cui presidente è Lucia Uggè, sorella di Caterina, fino ad allora sempre esclusa dalla gestione della piscina coperta perché concorrente di Sporting Lodi, la realtà ‘predestinata’ dal sindaco per la vittoria del bando.

Omicidio Fortuna, pestata in carcere la compagna di Raimondo Caputo

Omicidio Fortuna, pestata in carcere la compagna di Raimondo Caputo, il presunto Orco che uccise La piccola Chicca



Picchiata nella sua cella del carcere di Pozzuoli Marianna Fabozzi, la compagna di Raimondo Caputo, in carcere per omicidio e abusi sessuali nel caso della piccola Fortuna Loffredo. La donna è finita in cella per aver violato i domiciliari ai quali era sottoposta con l'accusa di concorso in violenza sessuale ai danni di una delle bambine. Non ci sono maggiori particolari, per ora sull'aggressione.

La 26enne è anche la madre del piccolo Antonio Giglio, morto ad aprile 2013, anche lui, precipitando dal settimo piano delle palazzine, dal lato opposto a quello dove è stata trovata in fin di vita Fortuna. Sul caso è aperta un'indagine della Procura per omicidio colposo. Il bimbo era il figlio di Gennaro Giglio, il precedente compagno di Marianna Fabozzi. Solo una settimana fa, anche Caputo fu aggredito e pestato in carcere dai compagni di cella.

Formigoni, che stangata al processo La richiesta che lo manda sul lastrico

Corruzione, la Regione Lombardia chiede a Formigoni 6 milioni di risarcimento


Una stangata che può metterlo sul lastrico. E' la cifra che la Regione Lombardia, parte civile nel processo a carico dell'ex governatore Roberto Formigoni, ha chiesto tramite il suo legale come provvisionale di risarcimento immediatamente esecutiva: 5 milioni 619 mila euro.

Secondo il legale della Regione, il dibattimento ha accertato "tre diverse utilità" che sarebbero andate come "prezzo" della presunta corruzione "al pubblico ufficiale", ossia all’ex presidente della Regione Lombardia, per il quale i pm di Milano Laura Pedio e Antonio Pastore nella scorsa udienza hanno chiesto una condanna a 9 anni di carcere.

Utilità verso Formigoni che il legale ha diviso in tre generi:  i 3,7 milioni di euro per l’utilizzo delle imbarcazioni messe a disposizione dal faccendiere Pierangelo Daccò tra il 2007 e il 2011, l' 1,3 milioni di maxi-sconto sull’acquisto di una villa in Sardegna che era di Daccò; i  soldi "consegnati in contanti a cui si aggiungono 600mila euro per il finanziamento di una campagna elettorale e l’acquisto di biglietti". Per un totale, appunto, di oltre 5,6 milioni di euro, più basso comunque rispetto ai circa 8 milioni contestati dall’accusa a Formigoni, anche perché il legale della Regione ha escluso dal calcolo "tutti quei benefici che riguardano la promozione per finalità politiche", come il pagamento di cene.

Soru, un altro condannato nel Pd Tre anni per evasione. Addio-casa

Soru, un altro condannato nel Pd Tre anni per evasione



Altri disastri per il Pd di Matteo Renzi. Renato Soru, europarlamentare e segretario del partito in Sardegna (immediatamente dimissionario), è stato condannato a tre anni di reclusione per evasione fiscale. "Una sentenza ingiusta da mio punto di vista", ha subito commentato l’ex presidente della Regione e fondatore di Tiscali uscendo dall'aula del tribunale di Cagliari. E ai cronisti che gli chiedevano se si sarebbe dimesso ha risposto: "Penso a tante cose, tra cui questa. È un momento molto grave della mia vita". Pochi minuti dopo, come detto, sono arrivate le dimissioni dalla segreteria del Pd sardo.

"Non ho mai voluto sottrarre soldi al Fisco. Ho dimostrato di aver investito su un progetto industriale, quello di Tiscali, e non sul volermi arricchire". Così Soru si era difeso il 28 gennaio scorso al processo per evasione fiscale per flussi di denaro passati attraverso la società Andalas, con sede a Londra e riconducibile allo stesso patron di Tiscali, come da lui sempre dichiarato alla Consob.

Stando alle accuse, legate a una complessa ed estremamente tecnica controversia fiscale, nel 2004 la società londinese, avrebbe concesso un prestito di oltre 27 milioni di euro alla Tiscali finance. La società con sede a Cagliari, a Sa Illetta, nei cinque anni successivi avrebbe restituito parte del debito versando anche gli interessi alla Andalas. Soldi che non sarebbero stati mai dichiarati al fisco né inglese né italiano. Da qui le contestazioni che Soru, presidente della Regione Sardegna dal 2004 ai primi del 2009, aveva cercato di respingere punto per punto. I suoi legali avevano sostenuto che Soru, all’epoca dei fatti contestati,svolgeva il suo ruolo di presidente della Regione Sardegna in modo maniacale che lo portava, inevitabilmente a trascurare le sue aziende.

"Sono chiamato in causa per un’operazione che solo per motivi formali da perdita, quale è stata, figura come un utile che però non ho realizzato", aveva spiegato l’europarlamentare. "Non sapevo e non pensavo che quella operazione potesse essere rilevante. Ho fatto le cose senza cercare vantaggi fiscali, dimostrando di non mettere il denaro al primo posto. Ma questa vicenda si è trasformata in un incubo". In tribunale Soru aveva spiegato che, visto il suo ruolo pubblico, aveva deciso di non impelagarsi in una controversia fiscale ma di pagare quanto gli veniva chiesto. La sua pratica però era già finita ad Equitalia con tutti i meccanismi di moltiplicazione degli importi che hanno portato la cifra da versare, a poco meno di dieci milioni di euro. "Non è stato facile. Mi hanno preso un terzo dello stipendio e messo la casa in vendita". La sua villa di Cagliari sul colle di Bonaria è stata infatti ipotecata da Equitalia.

"Hamilton sabotato dalla Mercedes?" L'accusa.terremoto in Formula 1

"Hamilton sabotato?". Accusa-choc alla Mercedes: un nuovo terremoto in F1


La goccia che ha fatto traboccare il vaso del sospetto è stato il problema al motore nel corso del weekend in Russia. Tanto è bastato a far rimpallare la voce del sabotaggio contro Lewis Hamilton, una voce forse "sponsorizzata" anche dal suo entourage, e che dal circus della Formula 1 è arrivata fino ai media. La Mercedes contro il campione del mondo? Improbabile, eppure c'è chi lo sostiene.

A stretto giro di posta, però, arriva la netta smentita del team tedesco, con un duro comunicato: "Abbiamo i ragazzi e le ragazze migliori al mondo, che stanno facendo un ottimo lavoro, tutte le settimane. E lo fanno per la squadra, non per un pilota o per l'altro, ma per entrambi". Insomma, nessuno vuole favorire il tedesco Nico Rosberg. E ancora: "Non c'è qui un team A o un team B. Ogni singolo membro della nostra truppa si è guadagnato il diritto a far parte dell'elite del proprio campo e ha sacrificato molto per farcela".

Il comunicato prosegue: "Il weekend di un Gran Premio comincia il giovedì mattina e finisce la domenica sera, un brutto risultato può far male per qualche ora, poi la vita continua ed è la vita di un migliaio di persone a Brackley e Brixworth. Sudano, si sforzano, ridono, piangono, urlano, festeggiano e si dispiacciono, insieme, vincono e perdono, insieme. Ai nemici, agli scettici e ai cospiratori, se possiamo convincere anche la metà di voi di ciò che davvero rappresentiamo, allora potremo considerare la battaglia vinta". Basterà a tacere le voci?