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mercoledì 4 maggio 2016

Candidato Pd vicino all'islam radicale: chi è l'amico dell'Imam imbarazzante

Sala nei guai: il candidato Pd vicino all'islam radicale



Nuovi imbarazzi per il Pd milanese nella composizione delle liste. A finire nel mirino, questa volta è la possibile candidatura in Zona 4 di Sam Aly, giovane musulmano che sul suo profilo Facebook, oltre a definirsi «candidato», esibisce una fotografia con Tareq Al-Suwaidan, un imam radicale al quale un mese fa è stato vietato dal governo l’ingresso in Italia. Al-Suwaidan, infatti, divenne famoso nel 2009 quando predicò la conquista di Roma da parte del Califfato e invitò i presenti a collaborare al compimento della profezia. Un radicalismo che negli anni gli è valso il divieto d’ingresso anche in Belgio, Regno Unito, Francia, Stati Uniti e persino Arabia Saudita. 

A lanciare l’allarme sono stati Maurizio Lupi e Matteo Forte, rispettivamente capolista e candidato per Milano Popolare. «Nelle liste del Partito democratico a Milano ci sono rappresentanti di quell’Islam che non ci piace», ha tuonato Lupi. «Un conto è garantire inclusione e convivenza - ha aggiunto Forte - Ma questo è un islamismo politico che mira alla nostra sottomissione». La candidatura è stata bocciata anche da Nabih Dalal, impiegata e rappresentante delle donne marocchine in Italia, a sua volta candidata nella lista di Milano Popolare: «Avere una collaborazione con persone che fanno parte dei Fratelli Musulmani non è un vantaggio per l’integrazione». Per Fabrizio De Pasquale (Fi): «Dopo aver assegnato aree pubbliche alle realtà più estremiste, il Pd vuole candidare personaggi ambigui nei confronti degli imam più radicali». 

Anche la Lega, col candidato presidente di Zona 4, Paolo Guido Bassi, dice la sua: «Noi non vogliamo fare esami del sangue ai candidati della sinistra, ma certo è buffo che chi questi esami li fa in casa d’altri, poi non s’accorga di quello che avviene nella propria». E ancora: «Questo ragazzo si candida per fare l’opposizione in un Municipio che vieterà le nuove moschee e chiuderà quelle abusive». 

Travolto dalla nuova bufera il centrosinistra ha risposto in ordine sparso, non risparmiando a Beppe Sala l’ennesima gaffe. Interpellato sull’argomento Sala si è sbilanciato: «Il candidato in foto con l’imam sgradito? Mi hanno detto che non è così. Se fossi in Lupi penserei ai condannati nelle sue liste». Peccato che negli stessi istanti iniziassero a girare le foto di Sam Aly sorridente accanto all’imam Tareq Al-Suwaidan e all’ex imam di Cinisello Balsamo Usama El Santawy, che nel 2014 disse: «Onore agli italiani che vanno a combattere la jihad». 

Non a caso sulla vicenda il Pd ha usato toni meno netti. Pietro Bussolati, segretario metropolitano, ha spiegato a Libero che «Noi abbiamo approvato solo i capolista e i presidenti dei Municipi. Le liste ci verranno consegnate mercoledì. Faremo le verifiche sui candidati e decideremo. È chiaro che se queste indiscrezioni fossero confermate Sam Aly non sarà candidato». Bussolati conferma poi la candidatura di Sumaya Abdel Qader, anche lei vicina a gruppi musulmani discussi: «È stata un’allieva del cardinal Martini e ha smentito le voci sul suo estremismo».

TELEFONATA VERDINI-CAV "Pronto, presidente": bomba Cosa prepara (c'entra Renzi)

Verdini e la telefonata a Berlusconi: cosa bolle in pentola (con Renzi?)



Una telefonata, poche parole: "Presidente, hai fatto bene". Denis Verdini ha chiamato Silvio Berlusconi per congratularsi della scelta di Alfio Marchini come candidato sindaco a Roma. Il dettaglio, riferito dalla Stampa, sarà utilizzato dai più maliziosi (anti-renziani, anti-berlusconiani e non solo) come la "prova regina" del ritorno al Patto del Nazareno che il leader di Forza Italia per primo ha tenuto a smentire più volte negli ultimi giorni. 

La strategia di Verdini - Più semplice leggere la mossa di Verdini attraverso la lente della sagacia tattica dell'ex plenipotenziario del Cav: un modo per tenersi buono l'ex capo, tentare di ricucire dopo lo strappo doloroso, tessere intese bipartisan su tutto l'arco nazionale in vista dei secondi turni che si preannunciano caldissimi. Cosa faranno per esempio gli elettori azzurri se saranno costretti a scegliere al ballottaggio tra il dem Giachetti e la grillina Raggi? Probabile che Verdini e Matteo Renzi la domanda se la siano posta molto spesso, e qualcuno stia favorendo una risposta positiva. 

La mappa delle alleanze - D'altronde, le mosse dei verdiniani in queste amministrative sono abbastanza lineari: con Renzi senza sé e senza ma. La mappa del sostegno elettorale l'ha tracciata sempre la Stampa: Ala correrà a Torino per Piero Fassino, a Milano per Giuseppe Sala, a Roma per Giachetti, a Napoli per Valeria Valente. Molto rumore hanno fatto anche i movimenti in Calabria, a Cosenza. I 5 Stelle hanno tuonato: "Prove tecniche di Partito della nazione". La cosa singolare è che invece chi è nel governo, come Ncd, in alcuni casi sostiene la "concorrenza" e si ritrova alleata di Forza Italia o addirittura di Lega Nord e Fratelli d'Italia. Gli alfaniani e i centristi di Scelta civica, però, al referendum costituzionale voteranno sì, per non mandare a casa Renzi. Vuoi vedere che in questo bailamme i più coerenti sono proprio i verdiniani?

Rimpasto-choc: la donna fatta fuori Chi mandano a casa (e chi arriva...)

Rimpasto-choc: la donna fatta fuori Chi mandano a casa (e chi arriva...)



L'arrivo, dato ormai per certo, del manager Chicco Testa al ministero dello Sviluppo economico al posto dell'ormai ex ministro Federica Guidi, può diventare l'occasione per il governo di Matteo Renzi per serrare le fila del suo governo e tagliare qualche ramo secco. Al netto delle metafore, si parla di nomine e incarichi anche delicati per l'equilibrio politico, economico e militare del Paese. Per salire sulla barca renziana bisogna godere di una solida fiducia da parte del premier, e con lui solo. Come scrive il Giornale, Testa è renziano della seconda ora ma ha dimostrato sul campo la fedeltà alla linea toscana con decine di comparsate televisive ed editoriali sull'Unità, oltre che finanziando la Leopolda. Le alternative non avrebbero certo raccolto la gioia della minoranza Dem, visto che tra i nomi graditi al premier c'erano il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, e l'ex governatore dell'Emilia-Romagna, Vasco Errani, un tempo bersaniano.

Gli amici - Per il governo questa è una fase di puntellamento politico, Renzi sa bene di avere davanti a sè due test decisivi per il futuro tanto suo quanto del suo governo, a partire dalle Amministrative, passando per il referendum di ottobre. Per questo sentono traballare la propria sedia i ministri meno apprezzati dal premier, per esempio Roberta Pinotti, sulla quale si ventilava un cambio a favore di Paolo Gentiloni, ora agli Esteri. Ha un po' il sapore del tutor già la desiderata nomina di Renzi a favore dell'amico Marco Carrai, prossimo consulente per Palazzo Chigi per la cybersicurezza. E poi ci sono le aspettative dei nuovi amici renziani a mettere pressione sugli anelli deboli dell'attuale esecutivo, per esempio la pattuglia dei verdiniani. Nell'ultimo cambio di presidenze di commissione, la maggioranza ha soddisfatto le prime richieste del gruppo Ala di Denis Verdini. L'imminente rimpasto o rimpastino aprirà nuovi scenari, dando vita a una maggioranza forse diversa, di certo più sincera della farsa attuale.

martedì 3 maggio 2016

Sorpresone in busta paga a maggio: occhio, come ti possono derubare

Sorpresone in busta paga a maggio: occhio, come ti possono derubare



Attenzione, sapete che se il primo maggio capita di domenica per chi lavora è un'ottima notizia? Infatti se da un lato ci si rimette un giorno a casa dal lavoro, dall'altro si verrà comunque retribuiti. 

Infatti, anche se il dipendente non ha lavorato, in busta paga dovrebbe esserci un trattamento diverso. Secondo la legge 90 del 1954, il datore di lavoro dovrebbe pagare una quota ulteriore rispetto alla retribuzione normalmente dovuta: ai lavoratori retribuiti in misura fissa, spetta una somma pari a 1/26 della retribuzione globale mensile; ai lavoratori retribuiti a ore, spetta invece l'ulteriore somma corrispondente a un sesto dell'orario settimanale (o di 1/5 in caso di adozione della settimana corta). Occhio dunque alla busta paga.

In generale, a oggi sono previste 11 festività che possono distinguersi in civili (25 aprile, 1 maggio, 2 giugno) e religiose (1 gennaio, 6 gennaio, Pasquetta, 15 agosto, 1 novembre, 8 dicembre, 25 dicembre, 26 dicembre), a cui si aggiungono quelle locali.

Arrestato il sindaco (big) del Pd: è l'erede del super-renziano / Foto

Arrestato il sindaco (big) del Pd: braccio destro del super-renziano



Il sindaco di Lodi, il Pd Simone Uggetti, è stato arrestato dalla Guardia di Finanza. Uggetti è accusato di turbativa d'asta in relazione all'appalto per la gestione delle piscine comunali coperte, in via di aggiudicazione alla società Sporting Lodi. Per orientare l'appalto, il sindaco è accusato di aver ottenuto favori personali. Per gli stessi fatti, è stato arrestato anche un avvocato lodigiano.

Chi è - Uggetti, 39 anni, è considerato l'erede politico di Lorenzo Guerini, oggi vicesegretario del Pd e prima di Uggetti sindaco di Lodi. Per Guerini, Uggetti è stato anche assessore per due volte, all'Ambiente e alla mobilità. Appartiene alla sinistra del Pd, nel quale è arrivato dopo una lunga carriera politica cominciata sin da Partito comunista.

Le reazioni - Immediate le bordate da parte dei grillini sui social, a cominciare dal deputato Alessandro Di Battista che su Facebook ha rilanciato la proposta del M5S di istituire un Daspo per i politici corrotti: "Che farebbe risparmiare milioni di euro". 

Arriva il nuovo partito di Salvini Occhio: segnatevi questa data

Arriva il nuovo partito di Salvini. Occhio: segnatevi questa data sul calendario



Sono sempre più lontani Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. In un retroscena sul Tempo un dirigente leghista spiega che nonostante Lega e Forza Italia abbiano ancora molti punti in comune, soprattutto sulle politiche economiche europee, la "rottura di Roma" non è solo un "problema locale". Nonostante l'accerchiamento messo in atto nei confronti dei due "lepenisti", la Lega non è preoccupata, anzi: "Ci sono ampie fette di Forza Italia e anche ex già usciti che la vedono come noi anche sulla questione europea. La partita è convincere sia porzioni di quel partito sia gli elettori".

Si potrebbe quindi pensare a un progetto politico, un contenitore "con cui noi possiamo interloquire". Non si sa ancora se sarà un partito o una federazione ma "che ci sia la volontà che possa nascere qualcosa che si possa alleare con la Lega e che abbia un'opinione diversa sull'Europa c'è".

E già circola il nome di Giovanni Toti, che ha difeso l'alleanza con Meloni fino alla fine, e del cosiddetto "asse del Nord" e anche di Raffaele Fitto. Insomma, "c'è un'ala che la pensa come noi sulle battaglie europee, magari questi preferiscono mettere la cravatta ma hanno capito da che parte stare". Se ne parlerà meglio dopo i risultati delle amministrative a Roma. Di fatto il mancato appoggio a Giorgia Meloni "è stato il risultato di una scelta tra la volontà di cambiamento, ossia stare con noi, e la volontà di difendere lo status quo europeo e nazionale che è stato fatto scegliendo Marchini". Da via Bellerio si sarebbero aspettati «quell' impulso rivoluzionario che sarebbe stato fondamentale e che purtroppo potrebbe costargli il partito».

Caivano (Na): Il Sindaco Monopoli non difende il Paese

Caivano (Na): Il Sindaco non difende il Paese


di Domenico Acerra


dott. Simone Monopoli
Sindaco di Caivano

Intervistato da un tg nazionale sulla morte della bambina nel parco verde e sulle conseguenti accuse di pedofilia che le autorità hanno mosso al suo assassino, il sindaco dichiara che Caivano ha bisogno dei soldi dello stato perché c'è disoccupazione!

Cioè, per capirci, mentre Caivano è sotto la lente di tutti i media nazionali che l'hanno trasformato nel paese degli orchi, dei bambini sfruttati e seviziati e nel luogo delle trame di pedofili seriali; insomma, nel momento peggiore per il nostro paese, giunto al punto più basso della sua considerazione e reputazione, questo sindaco fa dichiarazioni incoerenti, fuori tema, fuori posto, al di là di ogni sia pur minima ragionevolezza.

Una persona responsabile e con il sale in zucca, al suo posto, avrebbe approfittato dell'occasione per difendere sui media, a spada tratta, il paese dalle accuse infamanti e infondate a cui è sottoposto da giorni; avrebbe rintuzzato gli attacchi di una stampa squallida e rozzamente scandalistica; avrebbe respinto con sdegno l'immagine di un paese in preda alla depravazione morale.

E invece, in modo sempre più sorprendente, in questo momento così grave, questo sindaco rilascia un'intervista alla stampa nazionale e chiede la questua al governo. Questo sindaco è incapace di rappresentare il paese; questo sindaco deve lasciare al più presto la carica che riveste oppure si devono trovare i modi legali per allontanarlo appena possibile dalla stessa carica! Caivano, paese difficile e complesso, necessita di un primo cittadino all'altezza del compito che deve svolgere.