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giovedì 9 aprile 2015

Nunzia silurata, il (clamoroso) sfogo: "Alfano ha solo eseguito un ordine di..."

Ncd, la previsione della De Girolamo: "Fra qualche mese spariremo"





Ha tenuto testa a tutti Nunzia De Girolamo ieri sera. Costretta da Angelino Alfano a lasciare il suo posto da capogruppo Ncd alla Camera all'ex ministro Maurizio Lupi, la battagliera Nunzia, secondo il resoconto del Corriere, ha fatto un discorso senza diplomazia alla riunione di Area Popolare convocata dal suo segretario di partito. "Se il problema fosse stato solo quello di trovare una collocazione a Maurizio Lupi sarebbe stato sufficiente prenderci un caffè tra amici". Dice che "Renzi chiede chiede e chiede e al momento buono ci chiuderà la porta in faccia". Che "le tante cose buone fatte da noi non sono state recepite all' esterno mentre Renzi e la sinistra ci hanno addebitato problemi europei, come l' immigrazione". Tema proprio di competenza del ministro dell'Interno, Alfano. De Girolamo insiste: "Questo è un lento suicidio, così fra qualche mese spariremo". Torna a proporre il sostegno esterno al governo. E poi, per rispondere ai colleghi che da settimane prevedono il suo ritorno in Forza Italia o l' avvicinamento alla Lega: "Non scappo da Ncd". Finale: "Mi hanno detto che Renzi ha chiesto la mia testa e che voi siete chiamati a dargliela". Uscendo dalla riunione, aggiunge: "Non mi sono dimessa, ha deciso Alfano. Vengo sostituita perché continuo a dire che il centrodestra non può stare con Renzi e che si costruisce il centrodestra anche con Berlusconi".

Caivano (Na): Lunedì 13 Aprile, incontro confronto tra i candidati a Sindaco / Video

Caivano (Na): Lunedì 13 Aprile, incontro confronto tra i candidati a Sindaco





Lunedì 13 Aprile, si terrà il primo incontro confronto tra i candidati a Sindaco del comune di Caivano, organizzato dall'amministratore del blog, Gaetano Daniele. Tra gli ospiti, Giuseppe Papaccioli, Luigi Sirico, Simone Monopoli e Giuseppe Ziello. 



Chi lo vuole ko e che c'è dietro" La soffiata di Craxi su D'Alema...

Tangenti Ischia, Bobo Craxi sugli attacchi a Massimo D'Alema: "Tentativo vigliacco di colpire un uomo politico"





"Non mi piace questo tentativo vigliacco di colpire un uomo politico". A dirlo è Bobo Craxi e l'uomo politico in questione è Massimo D'Alema, toccato mediaticamente dall'inchiesta delle tangenti della coop rossa Cpl Concordia che aveva anche comprato i vini prodotti dall'ex premier. Non è proprio un atto di solidarietà quello che Craxi fa passare in un'intervista ad Affaritaliani, ma la constatazione che la violenza dei media su Baffino ha un che di anomalo.

Contro il dissenso - Il nome di D'Alema è stato tra i primi a sbucare dalle carte dell'inchiesta del pm Henry John Woodcock, tirato in ballo con le intercettazioni del responsabile alle relazioni esterne di Concordia, Franco Simone, già collaboratore di Bobo Craxi quando era sottosegretario al ministero degli Esteri proprio sotto il ministro D'Alema. Secondo Craxi contro Baffino gli attacchi sono esagerati: "Si sta sfruttando la situazione per dare addosso all'unica personalità attorno alla quale era, o è ancora, possibile costruire un'area di dissenso nei confronti della situazione attuale".

Nessun disegno - Il socialista non vede una vera e propria strategia politica dietro le botte inferte al già leader dei Democratici di sinistra. Niente a che vedere con quel che successe al padre Bettino durante Mani Pulite, anche se: "C'è una sproporzione tra quello che c'è nell'inchiesta e quello che si sta dicendo su D'Alema - aggiunge Craxi - Potrei dire la stessa, anche se in forme minori, per quello che è accaduto verso di noi".

Rottamazione - Craxi richiama il clima del '92, non dimentica l'atteggiamento avuto dallo stesso D'Alema in quegli anni verso le inchieste del pool di Milano, ma va oltre i rancori personali e politicamente analizza: "C'è in atto un tentativo di seppellire il vecchio e si usa qualsiasi mezzo per riuscirci". Una specie di rottamazione per via giudiziaria quindi: "C'è un vecchio rancore mai sopito nei confronti di chi è stato potente negli ultimi 15 anni".

Niente fichi per chi è vegetariano Scoperta-horror: cosa hanno dentro...

I vegetariani non possono mangiare i fichi perché contengono carne





I vegetariani non possono mangiare i fichi. Chissà quanti di quelli che non mangiano carne sono a conoscenza del fatto che pur essendo un frutto, il fico ha un' "abitudine" carnivora che li potrebbe disgustare. Il fiore da cui viene il frutto è generalmente impollinato dalle vespe e succede che le loro uova rimangano intrappolate nel fiore, fino a che le larve vengono inghiottite dal frutto in crescita. Nessuno troverà mai una vespa dentro un fico, visto che l'insetto muore soffocato e disperso dentro il fico trasformandosi in proteine.

Sono sparite le banconote da 500 euro dove potete trovarle (e perché sono lì)

Le banconote da 500 euro cento volte più del normale





Ma che fine hanno fatto le banconote da 500 euro? La risposta si può trovare nell'inchiesta di Repubblica che racconta che esiste un vero e proprio "caso" su questo taglio. Ogni anno nelle banche italiane entrano circa 10 miliardi in pezzi da 500. In generale, le agenzie anti-crimine considerano i biglietti da 500 quelli preferiti dai trafficanti di droga e di armi, e grandi evasori. Perché senza dare troppo nell'occhio si possono far entrare in banca grosse somme.  I dati ufficiali  - riporta Repubblica - dicono che questo flusso di versamenti in grossi biglietti è in crescita.  L' anno scorso le banche italiane hanno ricevuto dalla clientela versamenti in biglietti da 500 euro per un volume cento volte superiore a quanto hanno distribuito in pezzi di quel taglio. Non solo. C'è un altro dato che fa riflettere: dal 2010 le banche italiane hanno messo in circolazione 12 milioni di biglietti da 500 euro, ma  i clienti ne hanno versati sui propri conti otto volte di più. Fa una differenza appunto di 37 miliardi di euro in biglietti del valore più alto. Soldi che alcuni italiani hanno depositato ma non si capisce da dove siano arrivati. Certamente, si legge nell'analisi di Repubblica, ha un peso il fatto che è vietato fare acquisti in contanti per oltre mille euro, allora molti preferiscono depositare sul conto queste banconote.  La Banca d'Italia farà delle indagini per cercare di capire cosa accade attorno a queste banconote che sembrano avvolte da un mistero fitto. I biglietti entrano in Italia e finiscono sui conti di moltissimi italiani. 

Sospetto - Il sospetto Repubblica cita un rapporto confidenziale dell' unità di intelligence finanziaria di Via Nazionale, l' Uif, che già cinque anni fa aveva dato l' allarme in un rapporto confidenziale pubblicato dall'agenzia Bloomberg. Ecco cosa dice: "L' ampia diffusione del biglietto da 500 euro è ragione di potenziale preoccupazione sia per la lotta al riciclaggio di denaro che per la lotta al terrorismo. Il denaro liquido è lo strumento ideale per i pagamenti illegali e la movimentazione di fondi e le banconote di valore elevato rendono più semplice la gestione logistica di grandi somme di denaro".

Percentuali impressionanti - Il sospetto più diffuso è che quest'enorme aumento dei 50 euro sia legato alle mafie e all'evasione fiscale delle imprese. Iòl quotifianpo diretto da Ezio Mario riporta anche le percentuali di crescita di depositi dei biglietti viola nelle banche: più 273% in Veneto, più 3853% in Trentino Alto Adige (da 7 a 288 milioni di euro), più 847% in Emilia Romagna, più 393% in Lombardia. Impressionante i dati del Trentino-Alto Adige che fa sospettare agli analisti della Banca d' Italia che parte di quel contante arrivi nelle tasche dei villeggianti stranieri. In Calabria i depositi netti in pezzi da 500 euro valgono ormai 150 milioni di euro l' anno, in Campania mezzo miliardo, in Puglia e in Sicilia quasi 350 milioni per ciascuna. 

"Li voleva dotati. Poi faceva sesso con...": parla la vittima del parroco-maniaco

Le perversioni del parroco: "Mi chiamava amore e mi chiedeva ragazzi magri e ben dotati"





"Ha cominciato a pretendere di tutto, sempre in chat dove era collegato dalla mattina sino alle quattro della notte, costantemente on line sia al computer sia con il telefonino. Mi raccontava in chat degli incontri anche di gruppo con altri preti, mi chiedeva se conoscevo giovani, giovanissimi perché voleva carne fresca, ragazzi magri e ben dotati. Mi ha fatto lasciare con la mia fidanzata, ho cominciato ad assumere tranquillanti". E' un racconto drammatico quello che Andrea Baldon, 42 anni, affida al Corriere del Mezzogiorno che per primo ha fatto uscire la notizia della sua denuncia sulle perversioni sessuali del parroco della chiesa del Santissimo Crocifisso di Taranto, sospeso dalla Curia. Andrea in una lunga intervista spiega che i loro incontri sono stati sempre virtuali via chat, skype o telefonici.

Le richieste - "Mi chiedeva sempre di venire a Taranto e una volta organizzò un incontro in una pensione di Pisa. Ma io non ci andai. Dopo mi raccontò che era stato con altri due preti a fare sesso", dice il quarantaduenne di Rovigo. "Mi chiamava amore, diceva che gli piacevo e che ero bello e un giorno mi ha confidato di essere gay e di avere frequenti rapporti omosessuali con altri preti. Inizialmente mi ero illuso di aver trovato una guida spirituale che mi potesse aiutare, anche perché in quel periodo avevo dei problemi con mio padre sempre ammalato, con il divorzio di mio fratello e con il lavoro che avevo perso". E ancora: "Ne approfittava promettendomi un posto di lavoro se mi fossi trasferito da lui".

La denuncia - Alla fine Andrea decide di dire basta: "Ero stanco", racconta a Nazareno Dinoi, "non ce la facevo più, ho pensato allora di incastrarlo filmando quello che avveniva tra noi e fotografando le nostre chat. Voleva che non facesse del male ad altri giovani per questo ho deciso di denunciarlo al Tribunale ecclesiastico". Ma anche alla Procura della Repubblica della sua città: "Mi costituirò parte civile e devolverò tutto alla Caritas diocesana di Taranto mettendo da parte solo le spese dei farmaci che ho dovuto assumere per colpa sua".

La Lazio può sorridere, Napoli superflop Rete di Lulic, sarà finale contro la Juve

Coppa Italia, la Lazio batte il Napoli 1-0. Sarà finale contro la Juventus





La Lazio si qualifica per la finale di Coppa Italia, dove affronterà la Juventus. I laziali hanno battuto in trasferta il Napoli (1-0) nella semifinale di ritorno. Decisiva la rete al 34’ della ripresa di Lulic. L’andata dall’Olimpico si era conclusa sull’1-1.