Visualizzazioni totali

domenica 1 marzo 2015

Giorgia Meloni in love, scoppia la passione. Lui è un bellone che lavora a Mediaset... Scopri chi è

Giorgia Meloni si fidanza, lui è un autore di Mattino 5





Della sua privata si sa ben poco, compresi gli amori. Ma pare che ora Giorgia Meloni sia fidanzata con un bellissimo della tv. Riporta Dagospia che la leader di Fratelli d'Italia si sarebbe fidanzata con Andrea Giambruno, autore di Mattino 5.

Giambruno e il conduttore Federico Novella pare siano i due nuovi sex symbol di Cologno Monzese e che tutte le donne che lavorano alla trasmissione ne siano innamorate. Novella però è felicemente sposato da qualche anno e Giambruno ora sarebbe innamoratissimo della Meloni. Pare. 

Michelle Hunziker turbata, quel segreto in famiglia. Il fratello dimenticato le scrive su un giornale: "Scusa, perché non..."

Michelle Hunziker, la lettera del fratello Andrea: "Perché mi eviti da 4 anni?"






Con la madre non si era parlata per moltissimo tempo e ora pare che Michelle Hunziker da qualche anno abbia tagliato i ponti con il fratello Andrea, 51 anni. L'uomo, che è figlio dello stesso padre di Michelle, Rodolfo Hunziker, pittore svizzero, ha scritto una lettera a Di Più e lanciato un appello alla sorella. "Perché da quattro anni continui a evitarmi?". 

La malattia - Andrea ha problemi di salute (è anche sordo) e problemi economici. Racconta che Michelle ormai lo ignora, non risponde ai suoi sms, alle telefonate e alle lettere. Una volta ha persino cercato la sorella al ristorante Trussardi ma invano. "Cara Michelle, se ti scrivo, è innanzi tutto per chiederti per quale motivo, in questo lungo periodo non ci siamo sentiti. Ti ho cercato al telefono e pure di persona, purtroppo senza mai riuscire a trovarti o incontrarti; da te avrei voluto una parola o un abbraccio".

Le nipoti - Continua Andrea: "L'anno scorso, ad aprile, sono stato male. Stavo morendo (…) Mi hanno trovato un tumore al cervello (…) Sarei felice se venissi a trovarmi (…) Vorrei conoscere le mie nipotine... e la bambina che verrà adesso, quella che porti in grembo. In fondo sono zio Andrea. Chiamami, Michelle. Insomma io sono qui. Se ti ho scritto è solo perché non sono riuscito a contattarti in altro modo. Sorella mia, sono malato (…) Fatti sentire".

Draghi, stratagemma (geniale) sul debito Pil? Ecco perché Renzi deve preoccuparsi

Spread e debito di Stato, perché la mossa di Mario Draghi è un default "buono"





Matteo Renzi come da costume si è auto-assegnato il merito dei dati positivi su spread (sotto i 100 punti, non accadeva dal 2010) e Pil (in crescita dello 0,1% nelle previsioni Istat per il primo trimestre 2014) e qualcuno ha già euforicamente annunciato la "fine della recessione". Tecnicamente, forse, può essere. Nella pratica, invece, le cose sono un po' diverse. Innanzitutto, il merito vero di quanto sta accadendo su debito pubblico ed Eurozona è ovviamente di Mario Draghi e della Bce, con il programma di acquisti di titoli di Stato emessi dai governi europei per 800 miliardi di euro. In seconda battuta, l'Italia può sì gioire per lo spread ai minimi (è un problema per ora eliminato, spenderemo meno per indebitarci) ma deve guardare con preoccupazione al fatto che anche con una congiuntura quasi irripetibile (spread giù, tassi a zero, prezzo del petrolio a picco) la crescita sia impercettibile. Segno che le debolezze strutturali del Paese, con le riforme a metà, la pressione fiscale insostenibile e la competitività deficitaria, sono ancora tutte lì da risolvere e pesano tanto, troppo.

Quasi come un default - Quei problemi dovranno essere risolti dal governo Renzi e dai suoi successori. Quelli e solo quelli, perché Draghi ha invece risolto (almeno fino al 2016, ma forse oltre) quelli del debito sovrano. Come sottolinea Federico Fubini su Repubblica, infatti, la mossa dello scorso gennaio del numero uno Bce potrebbe avere effetti molto simili a quella ristrutturazione del debito totale richiesta a gran voce da Varoufakis, Grillo e compagnia anti-rigore. La Banca centrale europea comprerà obbligazioni a scadenze lunghissime (i matusalemme bond) che i debitori rimborseranno tra trent'anni. Così facendo, alleggerirà la pressione e il costo del debito dei singoli paesi in  modo meno traumatico di quello di un default vero e proprio, e soprattutto senza espropriare i creditori (Stati esteri o privati che siano). 

I leghisti in piazza: "Renzi, Renzi vaffa..." Parte il coro anti-premier, la Rai censura Salvini

I leghisti a Roma: "Renzi, Renzi, vaffa..."





Ore 16 e 40 di sabato 28 febbraio. Matteo Salvini sale sul palco in piazza del Popolo a Roma per l'atteso comizio del "No-Renzi day", la grande manifestazione leghista contro il governo. La piazza è colma e il leader leghista parte sicuro, nonostante un fastidioso effetto-eco dovuto agli altoparlanti sparsi in giro. Il discorso va in diretta su SkyTg24, Tgcom24 e RaiNews24. Pronuncia un paio di volte la parola "Renzi" e la piazza risponde pronta "Vaffanculo". Al terzo "Renzi"-"vaffa" si ferma e avverte i suoi: "Ma perchè ogni volta che pronuncio la parola renzi dite vaffanculo. Quello poi ci resta male, si offende e ci piazza una tassa sul vaffanculo al tre per cento". La piazza non si tiene più e scatta un corale "renzi, renzi, vaffanculo" che suona altissimo. Per mamma Rai è troppo. La conduttrice di studio stacca immediatamente il collegamento con un "torniamo in studio" e lancia un altro servizio come se nulla fosse. Vietato sfanculare il manovratore sulla tv pubblica. Passa qualche minuto e, forse preso atto che i "vaffa" erano, almeno per il momento terminati, mamma Rai torna in collegamento da piazza del Popolo. Ma guarda che caso...

sabato 28 febbraio 2015

Anche la moglie inguaia Bossetti: "Tu quella sera eri lì, dimmi perché..."

Yara, la moglie di Bossetti non gli crede più: "Tu eri lì, dimmi di quella sera"





Ha sempre cercato di difenderlo, di credere nella sua innocenza ma ora Marita Comi è assalita dai dubbi e dai sospetti e nelle ultime settimane si è scagliata contro Massimo Bossetti incalzandolo sull'omicidio di Yara Gambirasio. "Tu eri lì. Non puoi girare lì tre quarti d' ora, a meno che non aspettavi qualcuno", gli ha gridato durante il colloquio in carcere, riportato dal Corriere della Sera, quando si è scoperto che il muratore era stato con il furgone nelle strade intorno alla palestra l'ora precedente la scomparsa della ragazzina. Alle 19,51, un'ora dopo la scomparsa di Yara, del 26 novembre 2010, Bossetti ripassa davanti al Centro sportivo e questo fatto smentisce la versione iniziale fornita dall'accusato secondo cui aveva fatto quella strada per tornare a casa dopo il lavoro, che generalmente terminava non più tardi delle 18. Di più. Il giorno del ritrovamento del corpo di Yara Bossetti va al campo di Chignolo d'Isola e chiede alla madre di raggiungerlo. 

Ecco i verbali dell'interrogatorio e le intercettazioni eseguite dopo l'arresto di Bossetti avvenuto il 16 giugno scorso.

I sospetti - Il 4 dicembre scorso Marita Comi va in carcere a trovare il marito. C'è una cimice che registra il colloquio. La Comi lo incalza: "Che cosa hai fatto? Quella sera lì, ti ricordi cos'hai fatto?". Lui risponde: "Secondo te mi ricordo?". E ancora: "Sono sicuro che il telefono era scarico... Ho cercato di accenderlo quando ho visto Massi che girava intorno all'edicola". La moglie: "Ti ricordi che eri li! Vedi? Come fai a ricordarti che è quel giorno lì che hai salutato Massi? Vuol dire che ti ricordi quel giorno lì di novembre". Allora lei si infuria, gli contesta di aver visto qualcuno: "Non mi hai mai detto che cosa hai fatto quella sera! Quel giorno, quella sera. Io non mi ricordo a che ora sei venuto a casa, non mi ricordo".

I buchi nell'alibi - Bossetti ha sempre sostenuto di essere stato al cantiere, ma al di là del suo dna ritrovato sui leggings e sugli slip di Yara che lui dice di non sapersi "spiegare come sia finito lì visto che io Yara non l'ho mai incontrata", tre elementi dimostrano che lui era ben lontano dal cantiere. Il primo è una fattura datata 26 novembre per l'acquisto "con il suo autocarro di materiale edile e un giubbotto presso una ditta a Villa D' Adda". Il secondo è la ricevuta mancante del pranzo "presso il ristorante Ca-Sabi attiguo al cantiere di Palazzago, dove Bossetti risulta aver pranzato dalle 12 alle 13 tutti gli altri giorni lavorativi di novembre". Infine il traffico telefonico con il cellulare agganciato "alle 17,45 dalla cella telefonica di Mapello", quindi in una zona completamente diversa.

La ricostruzione - Bossetti non è ancora riuscito a spiegare che cosa abbia fatto nei 45 minuti precedenti alla scomparsa di Yara mentre girava con il suo furgone nelle strade attorno alla palestra. Inoltre il padre (quello non biologico, Massimo è figlio illegittimo di Giuseppe Guerinoni) Giovanni Bossetti ha raccontato agli inquirenti: "Ritengo giusto informarvi che i giorni del rinvenimento della bambina, mio figlio Massimo, mentre passava da Chignolo d'Isola, ha avvisato mia moglie di quanto stava accadendo chiedendole se volesse raggiungerlo, ma lei ha declinato". Per gli inquirenti è un elemento "gravemente indiziario" tenendo anche conto in una conversazione in carcere lo stesso Bossetti dice alla moglie: "Il 26 novembre pioveva o nevicava, il campo era coperto di fango", dando quindi l'idea di esserci stato.

Bugiardo - Amici e conoscenti dipingono Bossetti come "un uomo buono ma bugiardo e a volte ipocrita". I colleghi lo chiamavano "il Favola" proprio "per le frottole che ci raccontava". Il fratello Fabio, poi, poche ore dopo l'arresto, sembra non credere alla sua innocenza: "Perché non ha risposto alle domande del magistrato? Perché si è avvalso? Io se sono innocente dico quello che penso, punto e basta", commenta con i parenti nella sala d'attesa dei carabinieri.

"Volete condannarci come Gesù Cristo" Omicidio Sarah Scazzi, Cosima si sfoga

Omicidio Sarah Scazzi, Cosima Serrano: "Volete condannarci come Gesù Cristo"





Cosima Serrano ha rilasciato delle dichiarazioni spontanee al processo d'Appello di Taranto, in cui ho ricordato: "Quel giorno sono andata a lavorare la mattina, sono tornata non prima delle 13.30 e a casa non c'era nessuno". E poi si corregge: "Michele era a casa, ma non sapevo dove esattamente". Riguardo alla scomparsa della nipote dice: "Meno di 24 ore dopo la scomparsa di Sarah ho pensato: o l'hanno presa per farle violenza o qualcuno di San Pancrazio Salentino vuole vendicarsi per il padre". Cosima è stata condannata, insieme alla figlia Sabrina Misseri, all'ergastolo, con l'accusa di avere ucciso Sarah Scazzi. "Concetta sa che non c'entriamo nulla" - "Capisco mia sorella (Concetta Serrano), forse al suo posto avrei detto di peggio, ma in cuor suo sa che non c'entriamo nulla" dice Cosima parlando della sorella, e la crede sicura della sua innocenza.

L'invidia e la cotta di Sabrina - "Si è parlato tanto di invidia, gelosia - aggiunge - ma non ho mai sentito che tipo di gelosia, invidia, di quale rancore? Ci siamo sempre aiutati l'un l'altro tra genitori e sorelle, quando Concetta ha avuto bisogno di me sono stata sempre presente, sempre a disposizione, non me lo facevo ripetere due volte", si difende ancora dalle accusa. E ancora: "Tutti sapevano che a mia figlia piaceva quel ragazzo (Ivano Russo, ndr). Si appartavano? Meglio così. Ivano non era sposato, cosa c'e' di male? Non mi importa della vergogna che dice la gente. Mia figlia e' una persona con la testa sulle spalle". 

Le smentite - Riguardo al racconto del fioraio, che afferma di aver visto quel giorno Sarah in strada dice: "Il fioraio racconta un sogno, è assurdo che Sarah si trovasse lì in strada e Anna Pisanò ha amplificato un sogno. Quel giorno Sarah non l'ho vista proprio, l'ho vista la sera prima". E continua: "Anche la ragazzina, Alessandra Spagnoletti, ha raccontato le cose come una poesia, era impossibile che potessi essere vestita come dice lei".

Come Gesù - "Se vogliono condannarci come Gesù..." - "Sono passati 2015 anni e Gesù Cristo venne condannato dal popolo. Se allora tutti vogliono che siamo condannate... Oggi tutti i giorni vengono condannati degli innocenti". Così conclude Cosima le sue parole spontanee, aggiungendo:  "Noi abbiamo fatto sempre del bene".

Controlli anche sui 730 precompilati La guerra totale del Fisco: le novità

Fisco, dall'Agenzia delle Entrati controlli anche sui 730 precompilati non modificati





Il Fisco controllerà anche il 730 precompilato senza modifiche alla ricerca di errori. E' uno degli effetti principali delle modifiche sui visti di conformità apportate con il cosiddetto decreto semplificazioni (dlgs 21 novembre 2014, n. 175). Secondo quanto riferisce il quotidiano ItaliaOggi, i controlli formali verranno effettuati su professionisti commercialisti e Caf attraverso cui si presentano modelli 730 modificati o meno rispetto alla versione precompilata. Nei confronti del contribuente, precisa l'Agenzia delle Entrate, il controllo formale "verrà limitato sulla verifica della sussistenza delle condizioni soggettive che danno diritto a detrazioni, deduzioni e agevolazioni". Le conseguenze più pesanti, però, sono appunto per Caf e commercialisti, obbligato tra l'altro ad adeguare le loro polizze assicurative, innalzando a 3 milioni di euro (dai precedenti 2 miliardi di lire, poco più di un milione di euro) la soglia del massimale di polizza ed estendendo la garanzia assicurativa per la nuova fattispecie di visto infedele apposto su un modello 730 che li espone al pagamento di una somma pari alle imposte, interessi e sanzioni che sarebbero stati richiesti al contribuente. 

Le sanzioni - Nel caso di "visto infedele", la circolare dell'Agenzia delle Entrate precisa che sia con la presentazione della dichiarazione di rettifica del contribuente sia con la comunicazione dei dati rettificati da parte del Caf o del professionista, la responsabilità di questi ultimi sarà limitata al pagamento dell'importo corrispondente alla sola sanzione che sarebbe stata richiesta al contribuente anziché anche alla imposta e agli interessi.