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mercoledì 25 febbraio 2015

Fumo addio, dopo 20 minuti o 20 anni ecco cosa accade al corpo umano

Smettere di fumare, cosa accade al corpo da 20 minuti a 20 anni





Smettere di fumare è una tortura. Crisi d'astinenza, ansia, nervosismo, depressione sono i primi effetti collaterali. Chi ha abbandonato le bionde lo sa bene: si affrontano mesi da incubo. Eppure smettere di fumare fa bene, da subito. Già dopo 20 minuti ci sono i primi benefici, e dopo 20 anni si è definitivamente liberi, riporta il Corriere della Sera. Ma cosa accade al corpo umano quando si butta per sempre il pacchetto? Ecco passo per passo, cosa succede dopo l'ultimo tiro.

Dopo 20 minuti - La pressione del sangue si stabilizza e migliora, scendono le pulsazioni e si normalizza la frequenza cardiaca.

Dopo 8 ore - E' il momento in cui vorresti accenderti subito una sigaretta ma proprio dopo 8 ore i livelli di monossido di carbonio nel sangue scendono, quelli di ossigeno tornano alla normalità e la nicotina diminuisce fino a oltre il 90%.

Dopo 24 ore - I sintomi da astinenza sono forti: depressione, irritabilità, frustrazione, ansia. Eppure sono già tornati alla normalità i livelli di monossido di carbonio.

Dopo 2 giorni - Migliorano il senso del gusto e dell'olfatto’odorato.

Dopo 3 giorni - Migliora il respiro, soprattutto se sotto sforzo. In molti riferiscono sintomi influenzali come insonnia, difficoltà a riposarsi, cambiamenti nell'appetito, vertigini. 

Tra 15 giorni e 9 mesi - Migliorano la circolazione sanguigna e l'attività polmonare. Sparisce la cosiddetta tosse da fumatore e la congestione nasale. Aumenta l'energia fisica e diminuiscono il senso di fatica e spossatezza. Il corpo si libera della nicotina. 

Dopo 1 anno - Cuore e arterie registrano i maggiori miglioramenti: si dimezza il rischio di malattie coronariche, infarto miocardico e ictus.

Dopo 5 anni - Il rischio di emorragia cerebrale diminuisce del 41 per cento, mentre quello di ictus diventa pari ai livelli di chi non ha mai fumato. Per le donne ex fumatrici, scende la minaccia di ammalarsi di diabete al livello delle donne che non hanno mai fumato.

Dopo 10 anni - Per gli uomini il pericolo di contrarre diabete si abbassa ai livelli dei non fumatori. Scende anche il rischio di contrarre alcuni tumori come alla bocca, gola, esofago, vescica, rene e pancreas. Il rischio di tumore al polmone scende del 70%.

Dopo 15 anni - Il corpo si normalizza e le condizioni si equiparano a quelle di chi non ha mai fumato per la perdita di denti, le malattie coronariche, e il rischio di morte precoce.

Dopo 20 anni -  Dopo 20 anni di totale assenza delle sigarette si è completamente liberi dalle conseguenze patologiche del fumo e ogni rischio di malattia è equiparato a quello di chi non ha mai fumato.

martedì 24 febbraio 2015

Caivano (Na): La parola al candidato sindaco del centro destra, dott. Simone MONOPOLI

Caivano (Na): La parola al candidato sindaco del centro destra, dott. Simone MONOPOLI 

di Gaetano Daniele 



dott. Simone MONOPOLI
Candidato Sindaco
comune di Caivano 


L'attuale situazione di degrado che sta vivendo il nostro paese è il frutto di decenni di cattiva amministrazione della cosa pubblica. Il principale responsabile di questo "sfascio" del nostro territorio è il Partito Democratico. Ha portato le ecoballe e il CDR (come recentemente ricordato in un incontro pubblico dallo stesso De Luca), ha costruito carrozzoni clientelari che ha poi fatto miseramente fallire (leggi IGICA) e ha sostenuto l'amministrazione Falco con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti i cittadini: un paese abbandonato a sè stesso, senza servizi. Per non parlare dei cinque anni di affidamenti diretti per la raccolta dei Rifiuti senza che si svolgesse una gara, la questione del campo Faraone, su cui pare adesso stia accendendo l'attenzione la magistratura, le strade allagate e disconnesse, l'illuminazione pubblica carente, l'annosa questione dei loculi cimiteriali non ancora risolta, e l'emergenza della Terra dei Fuochi con un territorio avvelenato e non ancora adeguatamente sorvegliato. Così il candidato Sindaco Simone Monopoli ai nostri microfoni, e nota: I responsabili di tutto ciò hanno un nome e sono i partiti che hanno governato finora. 

Opposizione e denuncia - Il sottoscritto ha sempre avuto l'onestà intellettuale di prendere le distanze da certi modi di interpretare la politica e ha sempre fatto opposizione denunciando e proponendo sistemi alternativi che sono sempre stati snobbati da chi era al potere. Adesso i cittadini - continua Monopoli - assistono al solito fiorire di liste e candidati che pur di ricostruirsi una dignità perduta sono capaci di affermare tutto e il contrario di tutto, magari tentando anche di infangare chi è stato al suo posto rispettando il mandato elettorale. Ho deciso di candidarmi a sindaco per puro spirito di servizio, ringraziando Dio non ho bisogno della politica per mangiare nè per attendere ai miei doveri di capofamiglia. Lo sforzo mio e di tutti gli amici che mi sostengono sarà quello - conclude Monopoli  - di costruire finalmente per la nostra Caivano un destino diverso, svincolato dalle pastoie della malapolitica e del consociativismo massonico.

La figuraccia di Matteo Renzi e del Pd: i bambini suonavano. E loro intanto...

Figuraccia di Renzi e del Pd all'Accademia. Ecco cosa hanno fatto ai ragazzini dell'orchestra





"I ragazzini suonavano ma nessuno li ascoltava", tantomeno "Matteo Renzi". E' la lettera-denuncia di un papà indignato per la figuraccia che il presidente del Consiglio e il Pd hanno fatto durante l'esibizione dei ragazzini della JuniOrchestra all'Accademia nazionale di Santa Cecilia a Roma. "Egregio signor primo ministro", scrive in una lettera inviata al Corriere della Sera "oggi (domenica, ndr) mia figlia quattordicenne ha suonato all'evento del Pd, La Scuola che cambia, cambia l'Italia. E' tornata a casa in lacrime umiliata e mortificata dalla totale assenza di attenzione da parte del pubblico durante la loro esecuzione successiva al suo intervento".

Una maleducazione intollerabile, continua il padre della giovane musicista: "Mentre i ragazzi erano impegnati nella difficile esecuzione di musiche di Beethoven e di Tchaikovsky il pubblico in sala era principalmente impegnato a prodigare saluti, non solo parlando a voce alta, ma camminando e urtando i ragazzi, rendendo di fatto impossibile l'esecuzione stessa". E pure "lei stesso non ha prestato alcuna attenzione alla musica preparata e studiata dai ragazzi espressamente per questa circostanza".

"Ma è mai possibile?", si chiede il padre della ragazzina: "Credo che la Buona Scuola inizi proprio da qui: dal rispetto dei ragazzi prima di tante belle parole e oggi questo è venuto drammaticamente a mancare. Un drammatico autogol per il Pd e per il mondo della politica". 

Massimo Bossetti, aggredita la sorella: ricoverata in ospedale

Massimo Bossetti, aggredita la sorella: ricoverata in ospedale






Una nuova aggressione nei confronti di Laura Letizia Bossetti, sorella di Massimo Bossetti, in carcere per l'omicidio di Yara Gambirasio. La donna è stata aggredita il 23 febbraio nei pressi dell'abitazione dei suoi genitori, Ester Arzuffi e Giovanni Bossetti. Laura Letizia era stata accompagnata dal marito, e intorno alle 13 è scesa per ritirare la posta. Ma la aspettavano due uomini incappucciati, uno dei quali le ha messo le mani sulla bocca e l'altro le puntava un coltello alla gola. L'hanno portata con l'ascensore nel seminterrato del palazzo e dove le hanno riservato un violento pestaggio. Laura Letizia è stata presa a pugni, schiaffi e calci fino a quando non ha perso i sensi. La madre, preoccupata nel non vedere tornare la figlia, ha chiamato l'ascensore per cercarla: dentro c'erano il giubbotto e gli stivali della figlia. Ester ha subito chiesto aiuto ad un vicino e, scesi nel seminterrato, hanno trovato la vittima a terra priva di sensi. E' subito partito l'allarme per i carabinieri e l'ambulanza. Laura Letizia ha subito molte ecchimosi, la frattura di tre costole e un sospetto trauma cranico. L'avvocato della famiglia Bossetti, Benedetto Maria Bonomo, ha dichiarato che provvederanno ad attuare un intervento per tutelare l'incolumità della famiglia Bossetti. Laura letizia aveva già subito delle aggressioni: il 29 agosto era stata seguita da una macchina, il 5 settembre tre uomini l'avevano assalita, il 18 settembre era stata picchiata da sconosciuti, l'8 ottobre qualcuno ha preso a calci la porta dei genitori, il 28 gennaio aveva ricevuto una minaccia da un uomo in auto "Ti ammazzo", infine, il 10 febbraio ha subito un furto in casa.

La Madia, il marito e quei soldi (nostri): l'accusa (cinematografica) alla ministra

Francesco Storace contro Marianna Madia: "Quei soldi dalla Regione alla società cinematografica di tuo marito..."





Una gatta da pelare per il ministro Marianna Madia. A puntare il dito è Francesco Storace: nel mirino, ancora una volta, i finanziamenti che la società di produzione cinematografica di Mario Gianani, il consorte della Madia, ha ricevuto dalla regione Lazio targata Zingaretti. "Un milione e 200 mila euro - scrive il leader de La Destra e vice presidente del Consiglio regionale del Lazio -, tutto di tasca nostra". Da par suo la Regione Lazio replica insistendo sul fatto che i fondi sono stati assegnati "attraverso criteri esclusivamente oggettivi". Storace, però, ribatte colpo su colpo, suggerendo di mettere "il the end alla pellicola".

Oltre il 30% oggi sta con Matteo Salvini Il sondaggio-bomba terremota l'Europa

Europa e euro: cosa pensano gli Stati dell'Unione





Non è un  buon momento per l'Unione Europea e per l'euro. E non solo per la la vicenda greca, in generale in Europa c'è un diffuso sentimento di diffidenza, di distacco dall'Europa. I dati del sondaggio condotto nelle ultime settimana da Demos e Pragma per la Fondazione Unipolis parla chiaro. Solo in Germania c'è un sentimento di fiducia per l'Unione, in Francia, in Spagna e in Polonia  coinvolge circa quattro cittadini su dieci. In Gran Bretagna e in Italia questo sentimento è ai minimi. Di più: l'Italia è il Paese più euroscettico in assoluto. 

Euro-odio  - La causa principale del disamore vero l'Unione Europe è proprio l'euro. Ed è per questo quindi che solo lo una minoranza ristretta dei cittadini dei Paesi dove è stato introdotto lo ritiene una scelta vantaggiosa. Circa il 10% in Italia. Poco più in Germania. Il 20% in Spagna e in Francia. Mentre per la maggioranza della popolazione (45-50%) è un "male necessario". Teme che abbandonarlo sarebbe peggio. In Italia un terzo dei cittadini se potessero uscirebbero subito dall'euro: oltre il 30%, dunque, in linea teorica sposa la battaglia anti-euro di Matteo Salvini. Ma perfino in Germania la nostalgia per il marco è forte e il 37% lo vorrebbe ancora.  In Polonia e in Gran Bretagna poco più del 10% della popolazione (intervistata) sarebbe favorevole a introdurlo.

Il confronto - Tra il 30% italiano, l'ostilità verso l'euro supera il 40% e non solo  fra gli elettori vicini alla Lega, ma anche tra i simpatizzanti di Forza Italia e del M5s. Mentre in Francia l'ostilità verso la moneta unica coinvolge circa un terzo degli elettori dell' UMP (centro-destra) e, soprattutto, quasi metà di quelli del Front National. In Gran Bretagna il distacco verso l'euro è più trasversale. In Italia, come detto, l'interprete maggiore di questo diffuso sentimento anti-euro è il leader della Lega Matteo Salvini che dal nord sta scendendo sempre più a sud, facendo incetta di voti e insistendo nella sua battaglia.

Ascesa Lega -  Non per caso Salvini ha organizzato una manifestazione a Roma, proprio domenica prossima. Ma ne ha annunciata un' altra, in aprile, insieme ai Fratelli d' Italia, con la presenza di Marine Le Pen. Per rafforzare l' alleanza - e la frattura - antieuropea. Scrive Ilvo Diamanti su Repubblica: "La crisi greca, dunque, non può essere trattata come un male regionale. Confinato ai margini dell' Europa. Perché riflette e riverbera un malessere diffuso. Che si respira dovunque. In Italia, evidentemente. Ma anche in Francia. In Spagna. Nella stessa Germania. Non credo proprio che l' Unione Europea possa proseguire a lungo il suo cammino confidando sulla "reciproca sfiducia" e sulla paura degli altri. In nome di una moneta impopolare. Io, europeista convinto, penso che non sia possibile diventare europei per forza. O per paura.

Pensioni, ecco le due strade possibili: come potete lasciare prima il lavoro

Pensioni, Palazzo Chigi studia la strada per anticiparla





Giuliano Poletti riparte all'attacco per riformare le pensioni. Ieri in una intervista rilasciata ad Avvenire il ministro del Lavoro ha rilanciato il tema della flessibilità, osservando tra l'altro che potrebbe convenire alle stesse imprese: "Quanto costa in termini di competitività tenere al lavoro persone che già hanno dato tutto?". Non solo. Se non venissero introdotti "elementi di flessibilità" ci saranno ondate di lavoratori anziani espulsi dalle aziende ma lontani dal raggiungimento dei requisiti per la pensione che, una volta, esaurito il sussidio di disoccupazione, resterebbero senza reddito. Il problema è che intervenire per mandare in pensione i lavoratori prima di quanto preveda la legge Fornero costa e crea problemi con la Commissione europea.

Le proposte Ncd - Ecco allora che sono allo studio varie proposte tra cui quelle del presidente della commissione Lavoro del Senato, l'Ncd Maurizio Sacconi che la Stampa ha anticipato. Innanzitutto per l'ex ministro va incentivata, nel caso di accordi tra azienda e dipendente sull'uscita anticipata dal lavoro con l'azienda che integra i contributi previdenziali del lavoratore. Secondo Sacconi si dovrebbe poi rendere molto più conveniente di ora il riscatto della laurea. Misure che avrebbero un duplice effetto: aumentare il risparmio previdenziale e quindi l'importo della pensione; aiutare in molti casi chi rimane senza lavoro ma non ha i contributi sufficienti (ne servono 42 anni e mezzo) ad andare in pensione. Il tutto, continua Sacconi, andrebbe accompagnato dal "fascicolo elettronico della vita attiva" per un monitoraggio del conto corrente previdenziale, con l'obiettivo di stimolare il lavoratore ad "accrescere il suo gruzzolo contributivo". E poi, ricorda la Stampa, c'è sempre la vecchia proposta del governo Letta del mini anticipo: chi è a 2-3 anni dalla pensione e resta senza lavoro può chiedere un anticipo di 6-700 euro al mese che poi restituisce in piccolissime rate quando scatta l'assegno pieno.