Visualizzazioni totali

giovedì 19 febbraio 2015

Il dramma di Schumacher: l'ultima (triste) notizia che arriva da Ginevra

Michael Schumacher, sfumano le ultime speranze: pesa 45 chili





Dopo diversi mesi di silenzio sulle condizioni di salute di Michael Schumacher, attualmente in fase di convalescenza nella sua casa di Ginevra, si torna a parlare delle cicatrici lasciate dal pauroso incidente sulle nevi di Meribel del 29 dicembre 2013. "I progressi dell'ex campione di Formula Uno sono dolorosamente lenti, e non si intravedono miracoli all'orizzonte". Ad affermarlo è una fonte del Daily Express, una persona vicina allo staff medico che sostiene che il sette volte campione del mondo non stia migliorando e che abbia una “coscienza molto limitata di ciò che gira intorno a lui". Ad assisterlo c'è un team di quindici specialisti tra neurologi, fisioterapisti e logopedisti, questo personale di alto livello avrebbe fatto salire le spese totali per la sua cura a circa 13,5 milioni di euro, come riporta la Gazzetta dello Sport. L'équipe è in costante contatto col professor Jean-François Payen, secondo cui ci vorranno almeno tre anni per vedere qualche miglioramento. Intanto, da quel maledetto 29 dicembre 2013, Schumacher ha perso oltre 25 chili, adesso pare che pesi meno di 45 chili.

Quella nave "fantasma" da 200 milioni: lo strano affare della banca di papà Boschi

Banca Etruria, tra gli affari della banca del papà di Maria Elena Boschi spunta una nave fantasma da 200 milioni

di Giacomo Amadori 



Nelle vicissitudini della Banca popolare dell’Etruria e del Lazio, l’istituto aretino di cui si favoleggiano i legami con la vecchia Democrazia cristiana e con la massoneria, non poteva mancare la storia di un finanziamento a un cantiere di yacht  per clienti vip (si parlò anche di Brad Pitt) e in odore di “grembiulini”, ma che di barche, alla fine, nonostante i proclami, non ne ha varata neppure una. Sul sito ufficiale dell’azienda, la Privilege yard, si legge che per un panfilo di 130 metri occorrono 30 mesi di lavoro. Peccato che nel cantiere di Civitavecchia, inaugurato nel 2007, non siano bastati 100 mesi per portare a termine il primo gioiello di questa presunta “Maranello del mare”: il P430. L’azienda ha come socio unico la britannica Shipping investment limited e sembra aver ottenuto generosi aiuti economici da pool di banche, in cui l’Etruria compare anche come capofila. Eppure il curriculum aziendale non è dei migliori, macchiato com’è da procedimenti giudiziari, richieste di ammissione al concordato preventivo e tavoli istituzionali di salvataggio. Attualmente il cantiere è chiuso e gli operai a spasso. Il procuratore della città laziale, Gianfranco Amendola ha confermato a Libero: «Su Privilege abbiamo almeno 3 o 4 fascicoli aperti e uno è stato affidato al gruppo che si occupa dei reati finanziari. Di più non posso dire».

La scorsa settimana le indagini sull’erosione del patrimonio della Banca dell’Etruria hanno portato al commissariamento dell’istituto da parte del Tesoro e di Bankitalia. Un grattacapo non da poco per il governo visto che in pratica si trattava della banca di famiglia del ministro Maria Elena Boschi: il papà Pierluigi era il vicepresidente, il fratello Emanuele è un dirigente e tutti in casa detengono piccole quote. La decisione di azzerare i vertici è stata intrapresa anche a causa dei prestiti divenuti inesigibili. Tra i benificiari, come detto, figura pure Privilege.

Nell’ottobre del 2012 il Messaggero annunciò un mutuo da 100 milioni di euro in questi termini: «Un contributo importante, visto che è stato erogato da istituti del calibro di Unicredit, Banca Intesa, Monte dei Paschi di Siena e Banca Popolare di Milano con Banca dell’Etruria come capofila». Ma per quel prestito devono esserci stati dei problemi e dieci giorni fa il sindaco di Civitavecchia, Antonio Cozzolino, ha diramato questo comunicato: «Nonostante le ripetute rassicurazioni ad oggi dalla Privilege S.p.A. non ci sono arrivate formali garanzie circa il ricevimento da parte dell’azienda del finanziamento necessario per la ripresa dei lavori del cantiere navale».

In realtà a Libero risulta che la popolare dell’Etruria abbia concesso alla Privilege fleet management co., la finanziaria del gruppo, dal 2011 in liquidazione, circa 34 milioni, 18 dei quali nel novembre del 2014. Un tesoretto versato quando la società e la banca erano già sulle montagne russe, tanto che quel prestito è stato etichettato come “incagliato”, ossia in pre-sofferenza. In passato Privilege aveva ottenuto altri aiuti, come risulta dall’ultimo bilancio depositato, quello del 2012. Leggiamo: «I debiti verso le banche per finanziamenti hanno consuntivato un valore di euro 121.366.970». A concedere quei soldi è stato un pool di banche (Mps, Banca delle Marche, Unicredit e banca popolare dell’Etruria). A quest’ultima, in particolare, è attribuito uno stanziamento di 5,6 miloni per l’impianto fotovoltaico. Alla voce “fidejussioni e garanzie concesse a terzi” c’è un altro paragrafo interessante: «Per un importo di euro 200 milioni sono relative ad ipoteche sulla nave P430 afferenti il debito sottoscritto da un pool di banche con capofila la Banca Etruria. Il contratto sottoscritto con tale banca prevede l’accensione di un’ipoteca».

La frase è ellittica e così contattiamo per avere delucidazioni il segretario del cda di Privilege, Antonio Battista. Risponde infastidito: «Quello dell’Etruria è un finanziamento pulito, ci sono gli atti, c’è tutto, è inutile che stiamo a discuterne». Nel bilancio di Privilege si fa riferimento a una fidejussione da 200 milioni di euro: «È un dato davvero molto impreciso, forse deve consultare un tecnico». Obiettiamo che nessuno meglio di lui può aiutarci a comprendere: «La devo proprio lasciare, mi dispiace» è il suo addio.

Non va meglio con l’ufficio stampa della banca dell’Etruria: interpellato sul punto, ha risposto che, dopo il commissariamento, certe informazioni non possono essere comunicate ai giornali se non dalla nuova dirigenza.  Ma chi c’è dietro Privilege? L’ideatore del progetto è il settantaquattrenne Mario La Via, che sul sito della società è descritto come uno “specialista di giga yacht”: tra le sue creazioni ci sarebbe il Nabila di Adnan Khashoggi e Donald Trump. La Via è l’amministratore delegato di Privilege, mentre il presidente è un generale della Guardia di finanza in pensione, l’ottantenne Giovanni Verdicchio. I consiglieri sono gli avvocati Giulio Simeone e Giorgio Assumma e i due figli gemelli di La Via, Maria e Guglielmo, classe 1990. Nel 2007 un comunicato stampa della società informava che dietro alla Privilege c’era la Ultrapolis investment 3000: «È una multinazionale con sede a Singapore, Hong Kong, Stati Uniti e Londra. Il presidente è l’ex segretario dell’Onu Perez de Cuellar, gli azionisti sono Robert Miller, proprietario nel mondo di duty free shops, tra i maggiori azionisti di Louis Vuitton e Cnn, e Mario La Via finanziere internazionale, proprietario di banche private, ideatore creativo e dominus dell’imponente progetto navale».

Una quindicina di anni fa la Ultrapolis finì nel mirino dell’Interpol, senza risultati, visto che la holding del gruppo si trovava nel piccolo paradiso fiscale delle isole Bermuda. Nel 2004 la stessa Ultrapolis (all’epoca descritta come “una società del sultano del Brunei”) aveva annunciato un altro mega progetto, da 900 milioni di euro, per un parco giochi (Agarta) da realizzare a Roma, copia perfetta di un luna park asiatico. Di entrambi non si pose neppure la prima pietra. A promuovere il piano erano l’amministratore delegato di Ultrapolis Rinaldo Romani e il direttore La Via. Entrambi residenti a Singapore. Romani all’epoca era membro ufficiale di una loggia massonica locale. Come presidente di Ultrapolis Italia venne annunciato l’ex ministro democristiano Vincenzo Scotti, che nel 2007 assunse lo stesso incarico nella Privilege Fleet. Tra i consiglieri di quest’ultima anche “Sua altezza reale Pavlos di Grecia” e Gianni Rivera, ex sottosegretario alla Difesa in tre governi di centro-sinistra, dal 2011 liquidatore della società. Nel 2012 Scotti viene nominato presidente onorario di Privilege Yard per «l’indiscutibile privilegio che deriverebbe (alla Privilege ndr) dall’assegnazione di tale carica».

A mettere in relazione il parco giochi e gli yacht è anche il nome dell’imprenditore e banchiere Giancarlo Elia Valori che avrebbe dovuto entrare nel cda di Agarta ed è successivamente divenuto sponsor di Privilege mentre era presidente della finanziaria regionale Sviluppo Lazio. Ad Arezzo è stato espulso dalla P2 di Licio Gelli ed è considerato uno dei maggiori esperti italiani di questioni massoniche, di cui scrive brevi saggi a puntate sulla rivista del Grande Oriente d’Italia. Ma forse il collegamento più diretto con l’istituto è un altro. L’ex presidente dell’Etruria Giuseppe Fornasari, attualmente indagato dalla procura aretina per falso in bilancio, è stato sottosegretario all’Industria nel sesto governo Andreotti, lo stesso in cui Scotti era ministro dell’Interno. Perché in Italia i democristiani non tramontano mai.

mercoledì 18 febbraio 2015

Crisi nera per la Grillo e Casaleggio: il blog sparito dalle classifiche mondiali

Il blog di Beppe Grillo è in crisi e crolla nelle classifiche internazionali

di Giovanni Ruggiero 



È finita la cuccagna per il blog di Beppe Grillo. Le pagine del Blog, quello con la maiuscola che per gli attivisti del Movimento 5 stelle era una specie di Gazzetta Ufficiale, ora se lo filano in numero sempre più basso. Sembra ieri quando beppegrillo.it se la giocava nella top ten mondiale, primo incontrastato in Italia e poco distante da colossi come Cnn, Bbc e Usa Today.

Il settimanale Oggi ha confermato il picco in discesa delle visite grilline certificato da Alexa.com (gruppo Amazon), specializzato nel monitoraggio del traffico dei siti web e nello stabilire il global rank di uno sito in partnership con Google, insomma la sua popolarità nel mondo. Negli ultimi tre mesi, il Blog ha perso 1,289 posizioni nella classifica generale di alexa.com, il sito sul quale siete ora, liberoquotidiano.it, ne ha guadagnate 277 nell'ultimo trimestre ed è circa 3 mila posti più avanti del blog pentastellato. Il Corriere della sera cita i dati di un altro sito di monitoraggio del traffico web, Traffic Estimate, secondo il quale le visite sono passate da 5 milioni di giugno 2014 ai 2,2 di gennaio 2015.

La fuga di visite e quindi di click alle inserzioni pubblicitarie è evidente, il dubbio rimane sulle cause. O meglio, su cosa più di altro abbia potuto scoraggiare il "popolo della rete" a frequentare altri lidi. Le contestazioni alla gestione del sito della ditta Grillo-Casaleggio non sono mancate. Prima Milena Gabannelli ha osato fare le pulci ai fondatori del M5s chiedendo che fine facessero i soldi (ora molti meno di allora visto il traffico ridotto) frutto della pubblicità ospitata sulle pagine del blog.  Ecco proprio la pubblicità potrebbe essere un'altra causa del crollo: tanta, troppa, invadente e inevitabile. Come quando si viaggia sui voli low cost mentre gli assistenti di volo cercano di venderti gratta e vinci e profumi.

C'è poi chi nel Movimento non apprezza il mix di post politici, comunicati ufficiali, avvisi perentori, post sulla parte verde della patata da non mangiare e telefonate registrate di nascosto tra parlamentari per vendetta, come è successo alla malcapitata Mara Mucci e al deputato di Scelta civica Mariano Rabino.

"Uno in meno, più corde e più sapone" Detenuto si suicida, gli agenti esultano

Opera, detenuto si suicida e i poliziotti esultano sui social network: "Uno di meno"





Scandalo per l’Alsippe, un sindacato della polizia penitenziaria, che  pubblica un link su Facebook sul suicidio di un detenuto di 39 anni nel carcere di Opera a Milano. Sotto il post si sono scatenati i commenti molto pesanti e offensivi dei poliziotti. 

L'accaduto - Un rumeno di 39 anni, in carcere con la condanna dell'ergastolo, si è impiccato lo scorso 15 febbraio 2015 nella sua cella. Dopo la pubblicazione del link la pagina Facebook è stata "bombardata" di commenti offensivi: "Ottimo, speriamo abbia sofferto"; "Uno in meno"; "Consiglio di mettere a disposizione più corde e sapone..." ; "Oh . Come sono dispiaciuto."

Provvedimenti - Luigi Pagano, vicecapo vicario del Dap (Dipartimento amministrazione penitenziaria) di Roma, ha commentato la vicenda: "Stiamo facendo accertamenti per capire, intanto, che sindacato è questo, e se effettivamente i commenti sono stati scritti da agenti della polizia penitenziaria, risaliremo all’identità e nel caso prenderemo gli opportuni provvedimenti". 

Vendetta di Enrico Letta e signora: lo "sgarbo di coppia" contro Renzi...

La vendetta di Letta e signora, doppio sgarbo a Renzi





Tornano all'attacco i Letta. Enrico su Twitter, Gianna Fregonara sul Corriere della Sera si vendicano di Matteo Renzi. Lui lo critica cinguettando sulla questione immigrati e lei sulla riforma della scuola. Enrico "ormai sereno" ha infatti scritto dal suo profilo social: "Ripristinare Mare Nostrum, he gli altri paesi europei lo vogliano oppure no. Che faccia perdere voti oppure no" e Renzi irritato poco dopo aveva cinguettato a sua volta: "Quando ci sono morti, anche soltanto per rispetto l'idea di usarli come strumentalizzazione fa male al cuore".

Ma a vendicarsi di Renzi è anche Lady Letta. Che lo stronca su tutta la linea dalla prima pagina del Corriere, dove scrive. La sostanza del discorso della Fregonara è che l'idea di rivoluzionare l'educazione annunciata dal premier si è ridotta a un mucchio di parole vuote che non trovano riscontro nel testo della Buona scuola. Scrive la Fregonara: "Il testo della Buona scuola, anche dopo la profonda revisione di queste ultime settimane, resta una proposta di riforma della professione di insegnante più che una riforma del sistema educativo" perché i "due pilastri su cui si reggeva non hanno retto al tentativo di essere trasformati in legge". Il primo, il sistema degli scatti solo premiali per i due terzi degli insegnanti di ogni scuola", attacca, è scomparso dal decreto in preparazione". Il secondo, "il mega piano di assunzioni di precari, pensato con la lodevole quanto illusoria idea di chiudere per sempre il problema dei supplenti nella scuola, si sta rivelando inattuabile, quanto meno iniquo ( lo dicono i sindacati) e addirittura dannoso (giudizio della Fondazione Agnelli) per il sistema scolastico perché riempirebbe le scuole di insegnanti spesso senza cattedra in quanto abilitati in materie secondarie e non utili". Bordata finale. 

Fisco ed evasione, giallo sul governo: "Una tassa su versamenti in contanti"

Fisco, le misure sulla fatturazione elettronica. Il governo: "Niente tassa sui versamenti in contanti in banca"





Una tassa sui versamenti in contanti in banca superiori ai 200 euro. Secondo il Sole 24 Ore sarà questa une delle novità degli imminenti decreti attuativi della delega sul fisco internazionale, ma il Mef si è affrettato a smentire: "Nessuna tassa sui contanti". Di sicuro se n'è parlato e se ne parlerà  Secondo quanto riporta il Sole, il governo Renzi riprenderà e aggiornerà le linee guida del piano anti-furbetti già predisposto dal governo Prodi e dall'allora ministro delle Finanze Vincenzo Visco tra 2006 e 2008. I tre pilastri saranno scontrino digitale, fatturazione elettronica e incentivi alla moneta elettronica, penalizzando l'uso dei contanti per favorire la tracciabilità dei mezzi di pagamento.  

Scontrini e ricevute digitali - Dal 2017 diventerà obbligatoria per commercianti, artigiani e professionisti la memorizzazione e la trasmissione telematica al Fisco dei corrispettivi giornalieri, tramite non solo i registratori di cassa ma pure via smartphone e tablet. Il potenziamento tecnologico del Pos sarà a carico dello Stato, che erogherà agli esercenti un credito d'imposta da utilizzare in compensazione e prescinderà, sottolinea il Sole, dal numero di apparecchi adattati ai nuovi obblighi. Dall'1 gennaio 2017 scatterà anche l'obbligo di trasmettere i dati delle fatture emesse e di quelle rettificate, nonché delle fatture ricevute, utilizzando la piattaforma Sid (obbligatoria già dal 31 marzo prossimo). 

La fatturazione elettronica - Il secondo pilastro, come detto, c'è la fatturazione elettronica che permetterà al Fisco di incrociare questi dati con quelli contenuti nell'anagrafe tributaria  e quella dei rapporti (dichiarazioni Iva, bonifici bancari, F24, informazioni finanziarie): un'arma forse decisiva per incastrare gli evasori. 

Il giallo della tassa su contanti - C'è poi il giallo sulla tassa sui versamenti in contanti. Secondo il Sole, il limite di 200 euro sarebbe stato un bell'assist alle banche, che avrebbero visto crescere i loro utili sulle operazioni di accredito elettronico e ridursi i costi di gestione del contante (circa 5 miliardi l'anno). Il Mef, come detto, ha smentito ma resta la stretta del governo sull'uso di contante puntando anche su strumenti "positivi" come gli incentivi per i consumatori sotto forma di sconti sugli acquisti effettuati con carte di debito/credito o carte prepagate.

Feste pagate, regali, soldi in nero Il magna magna dei radical-chic

Premio Grinzane, il patron Soria accusa: "Cene, regali e pagamenti in nero ai vip". Nella lista Augias, Chiamparino, Isabella Ferrari





Il salotto radical-chic rischia di travolgere proprio gli intellettuali di sinistra. Lo scandalo del premio Grinzane è finito a processo con Giuliano Soria, ex patron del prestigioso riconoscimento letterario torinese, che rischia 11 anni di carcere per malversazione, peculato e violenza sessuale. Condannato in primo grado a 14 anni, oggi "il professore" potrebbe godere di uno sconto perché alcune accuse sono cadute in prescrizione.

I rapporti con Bresso e Chiamparino - Comunque vada la vicenda processuale di Soria, resta però la "colpa collettiva" di politici, intellettuali e attori. Tutti coloro che, secondo il patron del premio Grinzane, partecipavano all'evento ricevendo in cambio regali, viaggi, cene e feste pagate e soprattutto denaro in nero, in una vicenda per molti versi parallela agli scandali di Regionopoli (anche in Piemonte) che quegli stessi intellettuali hanno spesso condannato. Tra i vip tirati in ballo, c'è la "zarina" Mercedes Bresso, ex presidente del Piemonte e ora eurodeputata Pd, che secondo le accuse di Soria avrebber ricevuto regali costosi insieme al marito. Il dirigente regionale Roberto Moisio sarebbe stato invece il regista delle operazioni, quello che teneva i contatti con i politici che dirigeva gli stanziamenti di finanziamenti pubblici al premio. "Abbiamo aiutato economicamente in nero l'assessore Giampiero Leo (Ncd) - ha detto Soria ai giudici -. Abbiamo aiutato l'assessore Alfieri (Fiorenzo, ex componente della giunta comunale di Sergio Chiamparino) anche per il signor Chiamparino, a cui ho dato personalmente sostegno in due occasioni". L'ex assessore alla cultura Gianni Oliva, ora consigliere regionale del Pd, avrebbe invece "viaggiato con la moglie a spese del Grinzane. E' un appassionato di tartufi". 

Attori e intellettuali di sinistra - La "scellerata convenzione" tra la Regione Piemonte e il Grinzane Cavour coinvolgeva anche politici di centrodestra, diplomatici e attori, che avrebbero chiesto soldi per partecipare alle serate di gala. Nella lista di Soria sono presenti Isabella Ferrari, Giancarlo Giannini, Michele Placido, Charlotte Rampling, Eleonora Giorgi, Stefania Sandrelli: "I vip ci sfruttavano per il loro prestigio", sono le parole di Soria riportate dal Fatto quotidiano. Infine ci sono gli intellettuali e i giornalisti di sinistra: "Il più vorace era Corrado Augias che era assillante nei pagamenti in nero sfiorando l'indecenza – ha detto ai giudici Soria -. Il patetico Alain Elkann ha preteso di venire a New York, un viaggio da 13mila euro. Era sempre lì a cercare di accaparrarsi qualcosa". E potrebbe tremare anche viale Mazzini, perché "sulla Rai c’è un capitolo nero, era un andazzo a cui era difficile resistere. A tutti questi casi dovevamo far fronte con dei fondi in nero". Che con il rosso, per restare in ambito letterario, ci sta pure bene.