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mercoledì 5 luglio 2017

Ristorante Pizzeria DO RE MI A San Marco Evangelista in provincia di Caserta, la buona cucina è targata DO RE MI

Ristorante Pizzeria DO RE MI A San Marco la buona cucina è targata DO RE MI




E' partito col botto il nuovo Ristornate DO.RE.MI, 600 metri quadri su due livelli e circa 200 posti a sedere a San Marco Evangelista, Caserta, alle spalle dell'Hotel "Vanvitelli", ad un passo dall'uscita di Caserta Sud.

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Al DO RE MI, anche una sala attrezzata con Play Ground, dove poter lasciare in ottica tranquillità i propri figli. Insomma, un successo atteso. 

Il Ristorante DO.RE.MI', si trova a San Marco Evangelista, in Viale della Libertà, 311. Per Info e prenotazioni: 0823.1554041 - Cell: 347.0820218

NUOVE AGGREGAZIONI 'Alleanza per le malattie rare' Parlamentari e tecnici insieme

'Alleanza per le malattie rare' Parlamentari e tecnici insieme


Siglato alla Camera dei Deputati un patto d’intesa tra l’Intergruppo Parlamentare Malattie Rare e l’Osservatorio Farmaci Orfani. Da settembre tavoli congiunti con le associazioni di pazienti


di Eugenia Sermonti



E’ nata oggi l’Alleanza Italiana per le Malattie Rare, grazie ad un accordo siglato alla Camera dei Deputati tra l’Intergruppo Parlamentare Malattie Rare e l’Osservatorio Farmaci Orfani (Ossfor). Promotori dell’iniziativa l’onorevole Paola Binetti e la senatrice Laura Bianconi, coordinatrici dell’Intergruppo nelle due ali del Parlamento. Obiettivo dell’Alleanza, secondo il ‘memorandum d’intesa’ firmato oggi, è favorire un circolo virtuoso di collaborazione tra la società civile ed il mondo politico istituzionale finalizzato a una migliore organizzazione dell’intero settore delle malattie rare e dei farmaci orfani. “Tutto il lavoro dell’Alleanza sarà basato sull’esperienza e sulla competenza delle associazioni di pazienti che fin da oggi chiamiamo ad aderire al progetto ed a partecipare ai tavoli di confronto su priorità e modalità di lavoro - ha dichiarato Paola Binetti, presidente dell’Intergruppo Parlamentare - La collaborazione con l’Osservatorio Farmaci Orfani ci consentirà di ottenere analisi tecniche, dati e strumenti utili ad aprire un dialogo a più voci e cercare insieme soluzioni efficaci ed efficienti per il settore”. “In un anno di attività l’Osservatorio Farmaci Orfani ha coinvolto ai suoi tavoli di lavoro tutti gli stakeholder del sistema malattia rare, dai Ministeri competenti alle Regioni, dalle organizzazioni nazionali ed europee dei pazienti fino agli enti regolatori - ha dichiarato Francesco Macchia, coordinatore di Ossfor - ora, grazie all’Alleanza, riusciremo ad avere un rapporto continuo e collaborativo con il legislatore nazionale e ci auguriamo che questo porti a delle soluzioni importanti, capaci di migliorare e uniformare la presa in carico, i tempi e modi di accesso alle cure in tutto il paese, senza difformità territoriali”.

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“Gli ultimi anni hanno registrato notevoli successi nella cura delle malattie rare e, in particolare, nella scoperta di nuove opportunità terapeutiche farmacologiche; i farmaci orfani, per definizione considerati un settore di scarso interesse economico, anche grazie agli incentivi riconosciuti a livello internazionale al settore, stanno attirando un crescente interesse e quindi investimenti. La crescita delle opportunità, insieme alle caratteristiche proprie del settore (pochi pazienti e alti prezzi delle tecnologie) hanno evidenziato la difficoltà di una corretta governance del settore, che sia capace di coniugare il diritto all’accesso alle cure per tutti ai problemi di efficienza legati alla sostenibilità e alla concentrazione degli oneri. Per questo è necessario che le decisioni politiche (e anche l’attività di advocacy delle associazioni dei pazienti) siano supportate da una rigorosa analisi scientifica delle informazioni disponibili: compito che ci siamo assunti come ‘Crea Sanità’, insieme ad ‘Osservatorio Malattie Rare’, dando vita ad Ossfor” hanno dichiarato Federico Spandonaro e Barbara Polistena del ‘Crea Sanità’.

“Per creare un sistema favorevole alle persone colpite da una malattia rara è necessario che le associazioni pazienti abbiano ruolo attivo in questa Alleanza - ha detto Ilaria Ciancaleoni Bartoli, direttore dell’Osservatorio Malattie Rare - Vogliamo che siano loro a suggerire orientamenti di lavoro e che partecipino direttamente ai tavoli di incontro con i referenti istituzionali e con i tecnici. Siamo consapevoli che il mondo delle malattie e dei tumori rari è variegato e le priorità talvolta diverse, ma siamo altrettanto certi che si possano individuare tematiche di interesse trasversale sulle quali aprire degli specifici focus e identificare soluzioni che, grazie all’Alleanza con l’Intergruppo, avranno concrete possibilità di trasformarsi in un reale miglioramento del sistema.

Alla presentazione dell’Alleanza ha preso parte anche la presidente della Lega Italiana Fibrosi Cistica (Lifc) Gianna Puppo Fornaro, che per l’occasione ha presentato il Portale Lavoro, progetto pilota per le persone affette da fibrosi cistica da estendere poi a tutte le persone affette da malattie rare. L’Intergruppo Parlamentare per le Malattie Rare è composto da parlamentari della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica uniti dalla comune sensibilità al tema delle malattie rare. L’Intergruppo nasce nel 2012 per promuovere un dibattito a livello parlamentare nel quale convergano aspetti scientifici, clinici e sociali, economici e politici. L’Ossfor è il primo centro studi e think-tank interamente dedicato allo sviluppo di policy innovative per la governance e la sostenibilità del settore delle cure per malattie rare. Nasce nel 2016 da una iniziativa congiunta del centro di ricerca ‘Crea Sanit (consorzio per la ricerca economica applicata in sanità) e della testata giornalistica Osservatorio Malattie Rare (Omar) con l’obiettivo di colmare la lacuna di conoscenze e informazioni sul settore e per favorire su tali informazioni un confronto aperto e diretto tra istituzioni e principali stakeholder.

GUERRA VERA Milan, la spietata vendetta: grossi guai per Mino Raiola La mossa che fa godere i tifosi

Milan, mai più trattative con Mino Raiola dopo quella per il rinnovo di Gigio



Manca solo l'ufficialità del rinnovo di Gigio Donnarumma con il Milan: il portiere incasserà 6 milioni a stagione, ci saranno clausole da 50-100 milioni di euro per la sua cessione e in rossonero arriverà anche il fratello Antonino, pagato 1 milione netto all'anno. Niente male. Ma se gode Gigio, non gode Mino Raiola, il super-agente che ha gestito la trattativa.

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Secondo quanto si apprende, infatti, il Milan non intende portare avanti ulteriori trattative con il procuratore. È quanto filtra attraverso Sky Sport e Premium Sport: forte del fatto che la famiglia Donnarumma, dopo aver ascoltato i progetti della società, ha detto sì all'offerta, il club non intende più discutere della questione con l'agente. E non solo per quel che riguarda Donnarumma: il Milan si riserverebbe di non trattare mai più con il procuratore.

FUORI CONTROLLO Sbrocca ancora in tribunale La sua frase contro i giudici: Fabrizio Corona, altri guai

Fabrizio Corona urla in tribunale: "Fatemi uscire, ho subito un'ingiustizia"



"Non ce la faccio più a stare in carcere, ho subito un'ingiustizia, stavo facendo il mio affidamento, non è giusto". Fabrizio Corona sbrocca ancora in Tribunale a Milano nel corso di un'udienza alla Sezione misure di prevenzione: vuole tornare a casa e lo ripete, come ha spiegato Ivano Chiesa, il suo legale. L'ex re dei paparazzi è tornato in cella lo scorso ottobre dopo il ritrovamento di 2,6 milioni di euro in contanti: lo scorso 12 giugno è stato condannato a un ulteriore anno, ma la sentenza ha fatto decadere le accuse principali. Corona è però ancora in carcere perché la Sorveglianza ha revocato l'affidamento.

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"Esercito al confine italiano" Il Paese europeo che ci umilia Gli immigrati? Solo da noi

Esercito al Brennero per bloccare i migranti: tensione alle stelle in Europa



Tensione in Europa sui migranti, con i governi di Francia e Spagna contrari all'idea di permettere lo sbarco delle persone soccorse nel Mediterraneo centrale nei loro porti e l'Austria che minaccia di schierare l'esercito al Brennero se "l'afflusso di migranti dall'Italia non diminuirà.

Il ministro della Difesa austriaco Hans Peter Doskozil ha annunciato che "molto presto saranno attivati controlli alle frontiere e ci sarà bisogno di un dispiegamento dell'esercito  fino a 750 uomini - indispensabile se l'afflusso di migranti dall'Italia non diminuisce". 

In quest'ambito, sono già stati portati al Brennero quattro mezzi corazzati Pandur delle Forze armate austriache che potrebbero essere impiegati nelle operazioni di controllo sull'immigrazione. Come scrive l'agenzia austriaca Apa, il dispositivo potrebbe essere attivato nel giro di tre giorni e comprende 750 militari, 450 dei quali saranno messi a disposizione da reparti stanziati nella regione del Tirolo, mentre i restanti verrebbero dal comando militare della Carinzia.

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Il nìministro degli esteri austriaco Kurz chiarisce: "I preparativi per i controlli alla frontiera con l'Italia non sono solo giusti ma anche necessari. Noi ci prepariamo e difenderemo il nostro confine del Brennero se ciò sarà necessario". In dichiarazioni riportate dall'agenzia austriaca Apa l'atteggiamento dell'Austria viene definito da Kurz un chiaro messaggio nei confronti di Bruxelles e di Roma sul fatto che nessuno può rivolgere accuse all'Austria: "Abbiamo accolto più persone di quanto non abbiano fatto gli altri stati europei". Secondo Kurz, l'Unione Europea deve chiarire che un soccorso attuato nel Mediterraneo non è un ticket per l'Europa e i profughi vanno respinti, oppure vanno fermati alle frontiere esterne e vanno portati su isole come Lampedusa.

La Farnesina convoca l'ambasciatore austriaco a Roma, René Pollitzer. Il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker, alla seduta plenaria del Parlamento europeo, ha sottolineato che con quanto la Commissione europea delibererà oggi in materia di migrazioni "dimostreremo con i fatti che vogliamo rimanere solidali, soprattutto con l'Italia che dimostra un atteggiamento eroico. La solidarietà è d'obbligo".

Bevi acqua dalle bottigliette di plastica? Mai più La ricerca-horror: cosa ingurgiti, che cosa rischi

Bottigliette d'acqua, mai riutilizzarle: quali rischi corre la tua salute



L'estate è arrivata e con lei il caldo torrido. Gli esperti, come ogni anno, raccomandano di rimanere sempre idratati e di avere sempre una bottiglietta d'acqua a disposizione per evitare disidratazione e colpi di calore. Pare, però, che sia assolutamente sconsigliato il riutilizzo di bottigliette di plastica.

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Infatti, le bottiglie di plastica sarebbero più sporche di un gabinetto, perché potrebbero contenere oltre 900mila batteri per centimetro quadro. Per giunta - sottolinea una ricerca diffusa da Radio 105 -, sembra che questi microrganismi siano molto pericolosi e pare che possano essere causa di infezioni alla bocca. Ma non solo, l'acqua messa in contatto la parete del recipiente può contaminarsi. Meglio, quindi, preferire l'usa e getta: la bottiglietta d'acqua non va riempita, assolutamente.

Autovelox, il Giudice di pace: da annullare le multe di quelli mobili non segnalati

Autovelox, il Giudice di pace: da annullare le multe di quelli mobili non segnalati



In aiuto degli automobilisti arriva il Giudice di pace, il quale intima lo "stop" ai controlli di velocità all'americana, ovvero quelli con postazioni mobili. Secondo la sentenza 22 marzo 2017 numero 286, emessa da Daniela Bergami, Giudice di pace di Reggio Emilia, l'obbligo di segnalazione previsto dal Codice della strada si applica anche alle rilevazioni effettuate in movimento, con un apparecchio montato a bordo di un'auto di servizio in grado di misurare anche la velocità di chi incrocia la pattuglia marciando in senso opposto. Una sentenza significativa, quella ripresa da Il Sole 24 Ore, nella quale il giudice ha anche riscontrato l'assenza di immediata contestazione dell'infrazione da parte degli agenti.

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Insomma, perché la multa sia valida, l'autovelox deve essere segnalato, in ogni caso. D'altronde il dm Infrastrutture e trasporti del 15 agosto 2007 parla chiaro: le postazioni di controllo per il rilevamento della velocità devono essere preventivamente segnalate e ben visibili, ricorrendo a cartelli o dispositivi di segnalazione luminosi. Ma il dm esclude l'obbligo di pre-segnalazione in caso di controlli dinamici, dove viene sostanzialmente meno il requisito della visibilità dell'apparecchio, solitamente montato sul parabrezza dell'auto di servizio. Ma il giudice si richiama alla norma di rango superiore su pre-segnalazione e visibilità dei controlli, il comma 6-bis della legge. In buona sostanza, poiché nel caso in oggetto mancava sul tratto stradale la segnalazione di preavviso, l'accertamento non poteva condurre a una sanzione.

Nel dettaglio, per dirla con termini giuridici, la sentenza di Reggio Emilia applica il "diritto alla prova" riconosciuto dalla Corte Costituzionale nel 2006 e nel 2007: le sedi stradali di accertamento devono essere riconoscibili, anche per evitare che il conducente adotti comportamenti repentini causati dall'improvviso accorgersi di un rischio di sanzioni. Per il giudice, dunque, non c'è alcuna differenza tra strumenti di rilevazione statici e dinamici, perché la segnalazione del campo di indagine, ovvero il tratto stradale, occorre sempre.