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mercoledì 17 maggio 2017

DIABETE TIPO 1 Arriva in Italia un microinfusore discreto, leggero e… sostenibile!

Arriva in Italia un microinfusore discreto, leggero e… sostenibile!


di Eugenia Sermonti



Non sempre l’impiego delle moderne tecnologie, nella gestione di malattie croniche ad alto impatto sociale, comporta costi maggiori per la sanità pubblica e device più complessi per i pazienti. Lo dimostra il nuovo microinfusore di insulina mylife YpsoPump, sviluppato dall’Azienda svizzera Ypsomed, con l’obiettivo di coniugare qualità di vita, appropriatezza e sostenibilità nella terapia del diabete tipo 1, fornendo una risposta concreta alle esigenze dei medici, delle persone diabetiche e dei sistemi sanitari. Piccolo e discreto, leggero (83 grammi, batterie incluse), essenziale, dotato di un touchscreen intuitivo con solo 7 icone e pratico da ricaricare, grazie alle cartucce di insulina pre-riempite: l’innovativo device è il primo microinfusore ‘economicamente sostenibile’, che consente al Ssn di ottimizzare l'uso delle risorse fino al 70 per cento, offrendo così la possibilità di ampliare considerevolmente il numero di pazienti trattati. Dopo il lancio in Germania, Olanda, UK e Repubblica Ceca, Mylife YpsoPump sarà a breve disponibile anche in Italia e verrà presentato alla comunità medica nei prossimi giorni, in occasione del XXI Congresso Nazionale dell’Associazione Medici Diabetologi (Amd) a Napoli dal 17al 20 maggio.

Il diabete di tipo 1 colpisce circa 300 mila italiani, tra adulti e bambini, con un trend in continua crescita. Si tratta di una patologia cronica autoimmune, caratterizzata dall’incapacità del pancreas di produrre insulina, e richiede, per tutta la vita, la somministrazione dell’ormone tramite iniezione sottocute, al fine di regolare i livelli ematici di glucosio. Numerosi studi confermano che la terapia insulinica con microinfusore ha rivoluzionato negli ultimi decenni le cure, permettendo una maggiore flessibilità, un migliore controllo del profilo glicemico e una riduzione del rischio di complicanze, quali seri episodi di ipoglicemia, problemi cardiovascolari, neuropatie, retinopatie e amputazioni. Nonostante i vantaggi clinici finora documentati, il ricorso a questa tipologia di trattamento è ancora poco diffuso in Italia e disomogeneo tra le diverse Regioni. Il costo più elevato, il tempo necessario per la formazione del paziente e la mancanza di personale sono spesso fattori di ostacolo alla sua adozione.

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“Rispetto alla modalità classica di somministrazione sottocutanea multi-iniettiva, la terapia intensiva con microinfusori continui di insulina (Csii) ha mostrato un miglior controllo glicometabolico in pazienti con diabete tipo 1 di lunga durata e una netta riduzione delle ipoglicemie - spiega Paolo Pozzilli, ordinario di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo, Direttore Uoc Endocrinologia e Diabetologia, Università Campus Bio-Medico di Roma - In Italia sono circa 12-14 mila le persone diabetiche trattate con microinfusore: benché destinato ad aumentare, il dato è ancora molto basso se confrontato con gli altri Paesi europei, dove la terapia con Csii è seguita dal 5 al 15 per cento dei pazienti, mentre negli USA la percentuale è vicina al 40 per cento. Le tecnologie sviluppate negli ultimi anni hanno reso i dispositivi sempre più sofisticati, offrendo la possibilità di personalizzare la terapia in base alle caratteristiche della persona. Oggi abbiamo tre sistemi di microinfusione: quelli tradizionali, che consentono di regolare l’infusione basale con diverse velocità, secondo il momento della giornata; le pompe-cerotto senza cateteri, compatte e impermeabili, che si applicano sulla pelle e non devono essere scollegate in caso di sport o se si fa una doccia; i sistemi di monitoraggio glicemico continuo, con sensore sottocutaneo che rileva la concentrazione di glucosio nel liquido interstiziale del derma, impiegati in combinazione col microinfusore o integrati in esso. Più diventano complessi i sistemi di microinfusione, maggiore sarà l’impegno che richiederanno a livello economico e di addestramento. Disporre di varie opzioni - dalle più sofisticate a quelle più essenziali, a costi sostenibili - consente al diabetologo di scegliere la soluzione più appropriata, in funzione delle reali esigenze del paziente, e rappresenta un’ulteriore opportunità per ampliare l’accesso alla microinfusione”.

“L’incremento della prevalenza e incidenza del diabete tipo 1 e le recenti innovazioni in campo tecnologico costringono ad affrontare il tema della sostenibilità futura nella gestione della patologia – afferma Giorgio Lorenzo Colombo, docente di Organizzazione Aziendale, Università degli Studi di Pavia, e Direttore Scientifico del Centro di ricerca SAVE Studi di Milano - Le ultime analisi indicano una spesa media annua a paziente fino a oltre 5 mila euro considerando anche le complicanze della malattia, che hanno un notevole impatto clinico ed economico: solo un quarto circa dei pazienti, infatti, raggiunge gli obiettivi terapeutici. Nonostante l’infusione continua di insulina sia lo strumento d’elezione per ottenere un compenso metabolico ottimale, la sua diffusione nel nostro Paese è ancora ostacolata da evidenti problemi di budget. Per assicurare a tutti la migliore assistenza possibile, diventa fondamentale ragionare in termini di appropriatezza delle cure. L’offerta attuale di soluzioni sempre più complesse, come i sistemi dotati di sensore integrato (Sap), si associa a un aumento significativo dei costi, che impedisce l’accesso alla tecnologia a tanti pazienti desiderosi di passare dalle iniezioni multiple alla terapia con microinfusore. Molti diabetici, però, non necessiterebbero di sistemi di microinfusione tanto sofisticati. Se i prescrittori avessero a disposizione dispositivi di qualità ma più essenziali, innovativi rispetto alla terapia multi-iniettiva ma meno complessi e quindi meno costosi dei Sap, si potrebbe determinare un utilizzo più efficiente delle risorse e un ampliamento dell’accesso a cure costo-efficaci, riducendo così le complicanze e le relative ricadute economiche, a breve e lungo termine”.

Proprio per rispondere alle sfide che i sistemi sanitari oggi si trovano ad affrontare, nella presa in carico del diabete di tipo 1, nasce mylife YpsoPump. Affidabile, comodo da utilizzare e di facile training, il nuovo microinfusore che semplifica la cura è l'unico interamente realizzato in Europa, per la precisione in Svizzera; è compatibile con numerosi glucometri e, grazie al set di infusione ruotabile a 360°, assicura una maggiore libertà di movimento. Nella sua essenzialità, YpsoPump garantisce il mantenimento di un elevato standard nella terapia insulinica, migliorando il controllo glicemico rispetto alla multi-iniettiva e ottimizzando l'uso delle risorse del 30-70 per cento: in altri termini, potrebbe consentire di trattare con la microinfusione fino al triplo dei pazienti, rispetto ai sistemi ‘full-optional’, sicuramente utili per gruppi selezionati di utenti. “Per una gestione più serena della sua patologia, la persona diabetica ha fondamentalmente tre desideri - rivela Albino Bottazzo, presidente FAND - In primo luogo, vorrebbe che i trattamenti fossero più equi e uniformi in tutta Italia, con centri di riferimento cui potersi affidare e modalità di rimborso uguali, a prescindere dalla Regione di residenza. Le tecnologie per la microinfusione di insulina, inoltre, dovrebbero essere più facilmente accessibili per i pazienti ancora in terapia multi-iniettiva, in funzione delle loro caratteristiche e delle necessità cliniche, determinate dal team diabetologico. Infine, il diabetico vuole condurre una vita normale, senza doversi occupare in modo intensivo della propria condizione, sentendosi ‘malato’: è quindi fondamentale che i device abbiano tra le loro caratteristiche la semplicità d’uso, oltre a costi compatibili con la situazione economica generale. La FAND si batterà sempre a tutela dei pazienti italiani, affinché queste aspirazioni possano concretizzarsi nella realtà quotidiana”.

“Da sempre, Ypsomed è impegnata a trovare soluzioni innovative e sostenibili, in grado di supportare concretamente le persone diabetiche nel quotidiano - dichiara Peter Georg Haag, AD e Direttore Generale di Ypsomed Italia - Dopo il lancio, tre anni fa, della prima pompa-cerotto senza cateteri, oggi presentiamo un nuovo microinfusore che intende essere il nostro contributo per soddisfare le esigenze attuali dei Servizi Sanitari. Ci auguriamo che YpsoPump possa rappresentare un’ulteriore opzione nell’ottica di individuare il device più adatto a quei pazienti che, pur non necessitando di tutte le funzioni dei sistemi complessi, attendono di poter passare dalle iniezioni multiple giornaliere al sistema di infusione continua di insulina, per migliorare la propria qualità di vita”.

Tiroide e benessere: come passare dallo ‘stare bene’ al ‘sentirsi bene’

25 MAGGIO, GIORNATA MONDIALE DELLA TIROIDE


di Martina Bossi


La Settimana Mondiale della Tiroide, si svolgerà quest’anno dal 21 al 27 maggio, promossa da Associazione Italiana della Tiroide (AIT), Società Italiana di Endocrinologia (SIE), Associazione Medici Endocrinologi (AME), Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (SIEDP), Associazione Italiana Medici Nucleari (AIMN), Club delle Unità di Endocrino-Chirurgia (Club delle UEC), Società Italiana di Endocrinochirurgia (SIEC), Società Italiana di Geriatria e Gerontologia (SIGG) insieme al Comitato delle Associazioni dei Pazienti Endocrini (CAPE) e sarà patrocinata da European Thyroid Association (ETA), e dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS). La tiroide svolge una serie di funzioni vitali per il nostro organismo come la regolazione del metabolismo, il controllo del ritmo cardiaco, lo sviluppo del sistema nervoso, l’accrescimento corporeo, la forza muscolare e molto altro. Proprio per il ruolo di “centralina”, quando questa ghiandola non funziona correttamente, tutto il corpo ne risente. Può colpire ad ogni età e per questo motivo occorre non trascurare alcuni campanelli di allarme rivolgendosi al proprio medico in caso di dubbio.

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Ma perché le persone che hanno problemi alla tiroide, per spiegare la propria condizione, parlano di ‘uno stato di malessere’ o di aver ‘perso il loro benessere’? “Questa è proprio la peculiarità dell’ipotiroidismo, la malattia più frequente della tiroide - spiega Paolo Vitti, Presidente Eletto Sie, coordinatore e responsabile scientifico della Settimana Mondiale della Tiroide - i sintomi sono spesso così sfumati che difficilmente si riesce a ricondurli ad una patologia. E sono davvero tanti: stanchezza, scarsa capacità di tollerare il freddo, alterazioni del tono dell’umore, difficoltà di concentrazione, palpitazioni, nervosismo, insonnia, gonfiore, pelle e capelli secchi ma l’elenco potrebbe continuare. Proprio per questo il tema scelto per la Giornata e la Settimana Mondiale della Tiroide 2017 è “TIROIDE E BENESSERE”. Che si tratti di malattie che devono essere propriamente inquadrate e che i trattamenti debbano essere personalizzati ormai non basta più. La sfida è ridare quel benessere che tante persone dichiarano di avere perso”.

 “Il modo più efficace per prevenire le malattie della tiroide - spiega Massimo Tonacchera, professore associato di Endocrinologia e coordinatore nazionale del Comitato della Prevenzione della Carenza Iodica - è assumere iodio in quantità adeguate; questo elemento è il costituente essenziale degli ormoni tiroidei. La carenza di iodio anche lieve, che affligge ancora alcune aree del nostro paese, può provocare conseguenze anche gravi soprattutto se la carenza nutrizionale si verifica durante la gravidanza o la prima infanzia”. “Una grave iodocarenza - continua Roberto Gastaldi delle SIEDP - può determinare la morte del feto in utero, cretinismo neurologico e ipotiroidismo congenito. Proprio quest’ultima patologia rappresentava la prima causa di ritardo mentale nel nostro Paese prima dell’introduzione dello screening neonatale grazie al quale è possibile eseguire diagnosi e trattamento precoci. Dopo l’età neonatale è comunque importante assicurare una adeguata quantità di iodio sia per garantire un regolare processo di crescita e di sviluppo del bambino che per prevenire patologie della tiroide come ad esempio i noduli”.

“A 12 anni dall’approvazione della legge 55/2005, che ha introdotto il programma nazionale di iodoprofilassi, lo stato nutrizionale iodico degli italiani è sicuramente migliorato. I dati dimostrano che la percentuale di sale iodato venduto nella grande distribuzione nel 2016 ha superato il 60 per cento ed è molto positivo dato che prima dell’approvazione della legge era solo al 30 per cento - spiega Antonella Olivieri, responsabile scientifico OSNAMI dell’ISS - Questo dato, seppur incoraggiante, è comunque al di sotto della soglia del 80-85 per cento indicata dall’OMSper un programma di iodoprofilassi di successo. Anche i dati di ioduria in età scolare, ovvero la concentrazione di iodio nelle urine, raccolti in collaborazione con gli Osservatori Regionali per la Prevenzione del Gozzo sono coerenti con questo miglioramento. Le indagini condotte su 2500 bambini tra il 2015 e il 2016 in Liguria, Toscana, Marche, Lazio e Sicilia, hanno mostrato valori di ioduria indicativi di un adeguato apporto di questo elemento in tutte e 5 le Regioni. Ma il risultato più importante è l’aver accertato che in Liguria, Toscana, Lazio e Sicilia, per la prima volta si può dire che il gozzo in età scolare non è più una patologia endemica ed è quindi stato praticamente sconfitto. Questi dati ci dicono che dobbiamo insistere con il programma di iodoprofilassi per estendere l’adeguato apporto di iodio a tutte le Regioni italiane riducendo così il rischio di patologie tiroidee e di deficit neurocognitivi”.

“Tra le molteplici funzioni degli ormoni tiroidei a livello cerebrale rientra il controllo del tono dell’umore - continua Rinaldo Guglielmi, past-president AME - Quando la tiroide non funziona correttamente in molti pazienti è presente un’alterazione del comportamento e del tono dell’umore; tanto maggiore è la disfunzione della ghiandola e tanto più visibile sarà la sua influenza, fino ad arrivare in alcune forme severe, a quadri clinici tipici della depressione. Se avete cambiamenti frequenti dell’umore e non ci sono cause psichiche evidenti, può essere d’aiuto controllare la funzione tiroidea mediante il semplice dosaggio del TSH. Quando i disturbi dell’umore sono dovuti a disfunzioni tiroidee nella quasi totalità dei casi è possibile ristabilire un tono dell’umore normale e coerente con il carattere della persona, con il riequilibrio della tiroide mediante tireostatici nel caso dell’ipertiroidismo e con l’ormone tiroideo sintetico nell’ipotiroidismo”. “Con l’ipotiroidismo tutte le funzioni del nostro organismo sono influenzate negativamente - spiega Luigi Bartalena, presidente AIT - con peggioramento della qualità di vita e dello stato di benessere, spesso in maniera marcata non solo nelle forme conclamate ma anche nelle forme iniziali, forse impropriamente definite subcliniche. La terapia sostitutiva è attuata impiegando la levotiroxina (T4) che è il principale ormone prodotto dalla tiroide. In un’epoca di medicina sempre più personalizzata e di precisione ogni paziente deve essere attentamente monitorato perché la quantità di ormone necessaria per riportare in equilibrio lo stato tiroideo varia da individuo a individuo in rapporto anche a variazioni dell’assorbimento del farmaco che deve essere assunto almeno mezz’ora prima di colazione evitando la concomitante assunzione di farmaci e cibo interferenti come soia, crusca, calcio, ferro, caffè, succo di pompelmo e farmaci gastroprotettori. Oggi la medicina personalizzata e di precisione in questo ambito è favorita dalla disponibilità di diverse formulazioni della levotiroxina che vanno dalle classiche compresse, alle capsule molli e alle fiale monodose liquide per uso orale che possono essere assunte insieme alla colazione e possono quindi meglio adattarsi alle esigenze del singolo paziente. Inoltre, nel 20% circa dei pazienti la terapia sostitutiva standard, per motivi non del tutto chiari, può non correggere pienamente lo stato di malessere nonostante che i valori degli ormoni e del TSH siano normali: in queste situazioni, l’aggiunta di piccole quantità di levotriiodotironina (T3) può migliorare efficacemente lo stato generale del paziente. In conclusione, oggi la terapia sostitutiva non ha come obiettivo solo la normalizzazione dei livelli ormonali ma anche il ripristino di una condizione di pieno benessere”.

“Le patologie endocrine risultano tra le più frequenti malattie croniche nell’anziano - precisa Fabio Monzani della SIGG - e in particolare l’ipotiroidismo lieve o subclinico può colpire il 15-20% delle donne ultra settantenni. Nei grandi anziani (over 80) deve sempre essere verificato in quali casi il beneficio della terapia sostitutiva con levotiroxina superi significativamente i potenziali rischi. Le principali linee guida suggeriscono il trattamento dell’ipotiroidismo lieve in questa parte di popolazione solo in caso di effettiva presenza di malattia tiroidea con evidenti sintomi, ulteriori fattori di rischio cardiovascolare o livelli di TSH molto alti (>10 mIU/l)”. “In ambito tiroideo, l’impiego in Medicina Nucleare di sostanze radioattive denominate radiofarmaci, in particolare il radioiodio, costituiscono un ausilio diagnostico e terapeutico insostituibile - spiega Onelio Geatti, past president AIMN - La diagnostica per immagini della tiroide è nella maggioranza dei casi rappresentata dall’ecografia ma, quando è necessario mappare la distribuzione della funzionalità, la scintigrafia mediante somministrazione di radioiodio è fondamentale. Il radioiodio viene anche applicato per il trattamento di alcune patologie tiroidee come ipertiroidismo da adenoma di Plummer, malattia di Basedow resistente ai tireostatici e per la terapia di carcinomi papillari e follicolari dopo completa asportazione della tiroide”.

“L’asportazione della tiroide (tiroidectomia) è un intervento sicuro ed efficace ma è un intervento delicato in quanto la ghiandola da asportare è vicina a strutture che controllano importanti funzioni come la voce e l’equilibrio del calcio nel sangue e nei tessuti - continua Luciano Pezzullo, Presidente Club delle UEC - Le complicazioni sono molto rare ma ci possono essere e quando si verificano sono molto serie. Ne deriva che la scelta della tiroidectomia deve essere attenta e ponderata. Le nuove conoscenze derivate dalla clinica e dagli studi stanno determinando un cambiamento nell’atteggiamento chirurgico che nei prossimi anni sarà meno aggressivo e nei casi a bassissimo rischio sarà anche solo un atteggiamento ‘osservazionale’ evitando l’intervento”. “Tra i compiti istituzionali delle nostre associazioni, conclude Anna Maria Biancifiori, Past-President CAPE - oltre naturalmente a quello di appoggio, orientamento, accoglienza ed assistenza ai pazienti affetti da malattie tiroidee, è sempre più importante l’attività di informazione e promozione della salute e del benessere. Per tale scopo è essenziale l’attenzione della popolazione ‘sana’ per diffondere informazioni su stili di vita corretti e segni, sintomi e percorsi di prevenzione e diagnosi adeguati. Oggi sappiamo che non è necessario attuare programmi di screening ecografico generalizzato che portano a sovra diagnosi con conseguente sovra trattamento e costi non necessari, ma puntare su una capillare e corretta attività di informazione per la prevenzione delle malattie della tiroide”.

La Settimana e la Giornata Mondiale della Tiroide sono sostenute con un contributo non condizionato da IBSA Farmaceutici Italia, Merck, Sanofi Genzyme e Esaote. In tutta Italia saranno organizzate diverse iniziative di screening e incontri informativi sulle patologie tiroidee; per informazioni è possibile consultare il sito:

 www.settimanamondialedellatiroide.it 

Grosso guaio per Briatore Sotto sequestro il Twiga, l'accusa della Procura

Sigilli al cantiere del Twiga a Otranto e Flavio Briatore molla i soci



La Procura di Lecce ha disposto il sequestro del Twiga, lo stabilimento balneare a Otranto, a cui ha concesso il marchio Flavio Briatore. I lavori sono stati bloccati, le presunte irregolarità riguarderebbero l'iter autorizzativo dell'opera. La società Cerra srl (proprietaria del terreno di Otranto e dello stabilimento) e la Bilionaire Lifestyle Sarl (proprietaria del marchio Twiga) hanno sospeso la licenza per l'uso della denominazione che avrebbe consentito di accomunare il locale salentino agli altri di proprietà di Briatore. La Cerra in una nota ha spiegato: che prima di iniziare i lavori la società ha «legittimamente ottenuto una concessione edilizia corredata da ben 11 pareri favorevoli da parte di tutte le pubbliche amministrazioni coinvolte».

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Toh, che cos'è successo a Unicredit dopo il no a Etruria. Boschi sotto accusa

Caso Etruria: quel dispetto della Boschi a Unicredit dopo il rifiuto



Spunta una nuova indiscrezione sull'affaire Boschi-Unicredit. La rivela Il Fatto Quotidiano e riguarda fatti avvenuti dopo che i vertici di Unicredit negarono all'allora ministra Maria Elena Boschi il loro aiuto nel salvataggio di Banca Etruria. Secondo fonti dell'istituto di credito di Ghizzoni riportate dal quotidiano di Travaglio, il comportamento successivo del governo lasciò pensare al management che la decisione di non intervenire su Etruria avesse lasciato strascichi a Palazzo Chigi.

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Cosa successe? Che gli sherpa di Unicredit tentarono più volte dal 2015 di chiedere una norma che consentisse di estendere l'uso delle cosiddette Dta (Deferred tax asset), in sostanza la possibilità che svalutazioni e perdite delle banche si trasformino automaticamente in crediti d'imposta. Ebbene, la cosa fu sempre esclusa da tutti i decreti bancari e anche dalle manovre finanziarie.

Solo un anno e mezzo più tardi, in presenza di un nuovo management bancario e di un nuovo governo a Palazzo Chigi, Unicredit ha incassato almeno in parte quel che chiedeva grazie proprio a un emendamento dell'esecutivo al decreto salva-risparmio. Non esattamente la deregulation sull'uso delle Dta alla quale puntava, ma comunque una norma che permette lo slittamento di un anno del sistema con cui viene aggirato il divieto di aiuti di Stato europeo riguardo alle imposte differite.

"Come la coda dei cani, due dita sopra il cu..." Scalfari insulta, Feltri lo distrugge: la lezione

Vittorio Feltri contro Eugenio Scalfari: "Giù il ditino, da te non prendiamo lezioni"


di Vittorio Feltri



Eugenio Scalfari riesce ad incantarci coi suoi articoli (e non parliamo dei libri) dilaganti. Domenica sulla Repubblica ne ha pubblicato uno infinito, nella primissima parte del quale ha ripetuto una dozzina di volte i termini «cultura» e «culturale», come fosse ossessionato dall’esigenza di apparire il più dotto degli scribi.

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Gli piace atteggiarsi a grande vecchio, e vecchio in effetti lo è. A suo modo è stato anche grande avendo fondato e portato al successo un quotidiano, appunto la Repubblica, con l’aiuto decisivo della fortuna. Che lui ebbe in abbondanza.

Il suo giornale maneggevole, che vide la luce nel 1976, per circa due anni campicchiò vendendo poche copie. Era sciapo e mingherlino. Poi il Corriere della Sera andò in crisi a causa della P2 e la musica cambiò. L’organo della borghesia lombarda, travolto dallo scandalo, perse acquirenti. Il Giorno dimagrì. Il capolavoro di Montanelli si mantenne sulle proprie posizioni conservatrici, e la Repubblica alzò la cresta superando la concorrenza tra il 1985 e il 1986. Onore al merito e alla buona sorte.

Da quel momento Scalfari si montò la testa, giustamente. E ancora oggi si crede una divinità, interloquisce anche col Papa oltre che con se stesso. Se si guarda allo specchio ha l’impressione di vedere riflessa l’immagine di Dio. Del quale discetta spesso pur proclamandosi agnostico. Ovvio, Dio è unico, altro che trino.

Nel pezzo comparso domenica scorsa, Eugenio si sforza di dimostrare il proprio immenso sapere dileggiando Claudio Cerasa, perché a suo insindacabile giudizio il Foglio non avrebbe rappresentanza culturale, dato che in edicola è comprato in esigue quantità, quasi che il livello di una testata si misurasse sulla base degli incassi commerciali. Tanto per essere gentile, egli accomuna il bellissimo prodotto inventato da Giuliano Ferrara a Libero, creato da me nel 2000, del quale ignora o finge di ignorare la storia, così come trascura di dire che la Repubblica negli ultimi tempi va a marcia indietro. Molto indietro.

Niente di grave. Sennonché Scalfari non perde occasione per vantarsi di una cultura quantomeno incompleta. Infatti, intorno allo scorso Natale scrisse una bischerata da cui si evince che non sempre è ferrato nelle materie delle quali si occupa. Ecco la frase galeotta: «Sono andato a rileggermi i quattro Vangeli sinottici del Nuovo Testamento...». Gli feci notare che i Vangeli sinottici sono tre e non quattro, autori Matteo, Marco e Luca. Sinottico viene dal greco synoptikos, sguardo d’insieme. Il quarto Vangelo, quello di Giovanni, tratta di cose che con la visione d’insieme non c’entrano. Il padreterno infallibile confonde le acque. Pensa che sinottici significhi ufficiali in contrapposizione con apocrifi, un errore da ginnasiale negligente.

Scalfari non è titolato per dare lezioni culturali né a Cerasa né ad altri colleghi. E tenga conto che la cultura esibita a ogni costo è come la coda dei cani, i quali la agitano per ostentarla davanti al padrone, inconsapevoli che essa è due dita sopra il culo.

martedì 16 maggio 2017

Igor, il maxi-blitz all'alba Trovate tracce in un cinema Conferma: è ancora in zona

Igor, blitz in un ex cinema a Portomaggiore



Blitz in un ex cinema nella zona di Portomaggiore dove si sospetta che possa aver trovato rifugio Igor, riporta Adnkronos. Mentre continuano a ritmo serrato le ricerche di Norbert Feher alias Igor Vaclavic, braccato da circa 1200 uomini delle forze dell'ordine per gli omicidi del barista Davide Fabbri a Budrio, della guardia ecologica Valerio Verri a Portomaggiore e di un metronotte nel Ravennate, i carabinieri stanno setacciando l'area di un ex cinema nella zona di Portomaggiore. L'intervento è avvenuto all'alba, a conferma che il celebre ricercato sarebbe ancora nell'area. 

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LA BOMBA (ANCHE SOTTO CASA) "Minacciato dalla 'ndrangheta e dalla star di Serie A" L'uomo che sorvegliava

LA BOMBA (ANCHE SOTTO CASA) Fabrizio Corona, l'uomo che lo sorvegliava: "Minacciato dalla 'ndrangheta. Il ruolo di Giuseppe Sculli"



Il calciatore Giuseppe Sculli, nipote del boss della 'ndrangheta Giuseppe Morabito detto U Tiradrittu, sarebbe stata una minaccia "seria" per Fabrizio Corona, "gli aveva fatto una richiesta estorsiva e Corona era molto spaventato anche perché Sculli è un grosso malavitoso". Lo ha raccontato, testimoniando in aula nel processo milanese all’ex agente fotografico, un poliziotto del Commissariato Porta Garibaldi - Venezia di Milano che, in passato, aveva il compito di verificare se l'ex re dei paparazzi rispettasse le prescrizioni che gli furono imposte dopo l'affidamento in prova ed era tornato a vivere nella sua casa.

HOW TO WEAR

Rita ora posta su Instagram, una foto che la ritrae con la nuova collezione swimwear di Tezenis… 



"Una buona parte del mio ufficio in pratica lavorava solo per lui e diversi uffici in tutta Italia ci segnalavano la sua presenza ed erano in contatto con noi, perché lui faceva tantissime comparsate in giro", ha spiegato. E quando lo scorso Ferragosto esplose una bomba carta sotto casa di Corona "io - ha detto l’agente - ho immediatamente pensato a Sculli". E fu direttamente Corona a raccontare al poliziotto di essere ricattato da Sculli, la scorsa estate, un'estorsione di cui ha parlato anche l'ex fotografo dei vip nelle scors udienze. Tra i due ci fu anche una lite in un bar di Milano.

"Io gli ho sempre detto di denunciare quell’estorsione ma lui preferiva evitare - ha spiegato il poliziotto - e poi la notte tra il 14 e il 15 agosto scorso mi ha chiamato dicendomi mi è scoppiata una bomba carta sotto casa". L’agente ha aggiunto, poi, che le indagini sull’episodio della bomba sono passate alla Squadra mobile. "La cosa di Sculli - ha sottolineato - era seria, temevamo conseguenze, la storia si stava allargando e stava prendendo una brutta piega". La difesa di Corona ha sempre sottolineato che poi la polizia ha indagato soltanto su di lui, arrivando a recuperare i celebri 1,7 milioni di euro nel controsoffitto, senza fare altri approfondimenti su Sculli. Lo stesso Corona, nelle ultime udienze, ha attribuito la responsabilità della bomba carta a Luigi Favoloso, compagno dell’ex moglie Nina Moric, che verrà ascoltato nell’udienza del 23 maggio prossimo insieme agli ultimi testimoni citati della difesa.