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venerdì 9 dicembre 2016

L'ultimo capolavoro di Saviano: un premio per un libro mai scritto

A Roberto Saviano un premio per un libro che non esiste


di Francesco Specchia



Philip Marlowe, oggi, ne avrebbe a che dire: una bile così senza smozzicare una parola. Poggerebbe, sospirando, il revolver sulla scrivania. Si accenderebbe, con gesto nervoso, una Marlboro nella penombra dell'ufficio trafitto dalla luce a singhiozzo del neon; e si attaccherebbe, rassegnato, a una bottiglia di bourbon.

Probabilmente sarebbe questa la reazione dell'investigatore privato creato da Raymond Chandler alla notizia che la nuova edizione lombarda del Noir in Festival (tra Como e Milano, 8/14 dicembre) assegna il suo premio prestigioso, il Raymond Chandler Award -l'Oscar del romanzo noir- appunto a Roberto Saviano che di noir veri, in vita sua, non ne ha mai scritti. E, diamine, sarebbe una stizza comprensibile.

Durissimo, per Chandler il re dell'hard boiled dell'Illinois, vedere il proprio nome accumunato a Saviano, un napoletano che s' è sempre occupato di camorra sfumata nell'omicidio e nella cocaina; uno, per di più, col pallino della denuncia sociale, astemio e non fumatore.

Ora, la motivazione del premio a Saviano è la seguente: «A uno scrittore italiano che, nonostante la sua giovane età, ha profondamente segnato con la sua opera la letteratura e la vita culturale italiana in questo ultimo decennio, e per la potenza della sua scrittura è stato apprezzato in tutto il mondo». La qual cosa è assolutamente vera, Saviano sarà pure «un narratore della realtà, un visionario che si nutre della speranza di sradicare il male, descrivendolo»(auguri!). Com' è vero anche che l'ultima fatica di Saviano, La paranza dei bambini (Feltrinelli) sia un ottimo reportage increspato d' incubo nel ventre della criminalità giovanile napoletana.

Ma, scusate, con Chandler e col noir, non c'entra una cippa. Mi ricordo esattamente (perché ero presente: anni 1988 e '89) quando la prima e seconda edizione del Chandler la vinsero Graham Greene e Leonardo Sciascia al MystFest di Cattolica diretto da Felice Laudadio; o di quando Giorgio Gosetti e Marina Fabbri, inaugurando il Noir in Festival, la kermesse di settore più ricca d' Europa prima a Viareggio e poi a Courmaeyur, non ebbero dubbi nell' assegnare il premio a mostri del settore: P.D. James, John le Carré, John Grisham, Elmore Leonard, Mickey Spillane, Scott Turow, Michael Connelly, Andrea Camilleri (per via di Montalbano), Don Winslow, Henning Mankell, fino a Joe Lansdale, l'anno scorso. E c'ero anche quando, nella liturgia della premiazione si palesò a noi cronisti d' allora, una prima incomprensibile eccezione: il Chandler a Farley Granger, attore feticcio di Hitchcock, che lo ritirò per conto del maestro nel centenario della nascita, dato che Hitch era già salma da tempo.

Le stesse eccezioni si riproposero per Quentin Tarantino assieme a Vàzquez Montalbàn (aveva appena diretto il noirissimo Le iene) e Chris Carter sceneggiatore di X Files, con Ed McBain. Ma diamine, masticavano tutti il genere; per ognuno di loro il noir è sempre stato tabacco letterario.

Erano tutti giganti del genere. Genere inteso, ovviamente, in tutti i suoi sottogeneri, in ogni sua sfumatura cromatica e narrativa: thriller, legal, poliziesco italiano, hard boiled, metropolitano, mediterraneo (alla Izzo, diciamo), ecc... Il noir (in francese «nero, misterioso, cupo») - o «romanzo nero» è una variante del poliziesco, e più specificatamente del sottogenere hard-boiled, nato negli Usa alla fine degli anni Venti del XX secolo, soprattutto col pulp e Dashiell Hammett. Perfino Osvaldo Soriano, che concepiva il gioco della scrittura come un colpo di tacco, scrisse noir.

Perfino, tra i «generalisti», Carofiglio e De Cataldo, in Italia, si esaltano sul tema. Saviano, scusate, no. Saviano è un talentuoso reportagista che estrae le viscere del reale e le rende materia letteraria: Gomorra -a cui l' ombra del plagio non ha tolto allure- rimane un capolavoro, ZeroZeroZero resta l'emblema del romanzo-saggio, o del romanzo-inchiesta. Ma fa soltanto un lavoro di cucina, non s'infila nelle pieghe del racconto, non respira il crimine col diaframma, non ne subisce la fascinazione romanzesca. Piuttosto ne diventa quasi protagonista, supportato ogni volta dal plauso della «società civile» e da un marketing strombazzante. Caro Gosetti, ce n'erano una caterva da premiare. Senza citare gli italiani, tra gli stranieri, quelli che quest'anno hanno toccato vette siderali sono: Michel Bussi, Santiago Gamboa, Jo Nesbo (a cui il Festival dedica la lettura pubblica di Sole di mezzanotte), Paula Hawkins per il suo strabiliante La ragazza del treno. Ma Saviano, via. La prossima volta toccherà a Fabio Volo...

Cancellavano le multe ai big della serie A C'è pure un presidente: la truffa dei vigili

Lo scandalo a Roma: così i vigili cancellavano le multe ai calciatori



La procura penale e contabile sta conducendo una maxi-indagine sull'operato di cinque dipendenti fra dirigenti e funzionari dell'Ufficio contravvenzioni del Comune di Roma, protagonisti di una truffa milionaria originata dalla cancellazione di contravvenzioni dal 2008 al 2013. L'ammontare del danno erariale è di almeno sei milioni di euro, i protagonisti di questi piaceri sono i più vari: dal ristoratore del centro di Roma e dall'attrice, fino a un magistrato e ad alcuni calciatori del Lazio e della Roma. Infatti dalle indagini della magistratura risulterebbero anche persone e mezzi riconducibili indirettamente al presidente del Lazio, Claudio Lolito (il presidente non è indagato date le misure cautelari grazie alle quali viaggia solo con auto blindate sotto scorta, escluso quindi dalle multe per i passaggi in zona Ztl). La truffa in sè è molto banale: un semplice clic e tutte le infrazione stradali sparivano: passaggio con il semaforo rosso, violazione zona di traffico limitato e divieti di ogni tipo. Dai numerosi accertamenti e dal controllo dei tabulati telefonici degli indagati è emerso come una semplice giustificazione a parole o la richiesta di un semplice favore fosse abbastanza per cancellare totalmente l'infrazione. Spudorato è il caso di un singolo soggetto per cui sono state cancellate multe che ammonterebbero alla modica cifra di 600 mila euro. Per questo "scherzetto" gli indagati del comune di Roma rischiano pene da un abuso di ufficio fino a truffa e falso, per ora esclusa (per assenza di prove) la corruzione.

Cifre Vergogna Immigrazione, beffa (enorme) per l'Italia: l'Europa confessa le cifre imbarazzanti

Immigrazione, la beffa (enorme): l'Europa confessa la verità sui clandestini



Chiusura della procedura di infrazione per Italia e Grecia sulla raccolta delle impronte digitali Eurodac per i migranti. Completare entro settembre 2017 i ricollocamenti dei richedenti asilo. Graduale ripresa del trasferimento di migranti in Grecia da altri Stati membri dell’Ue a partire dal 15 marzo. La Commissione europea oggi ha fatto il punto sulla situazione della crisi migratoria, e in particolare sui progressi effettuati nel piano di ricollocamento deciso l’anno scorso da Bruxelles e criticato da molti Stati membri soprattutto dell’Est.

CHIUSURA PROCEDURA SU IMPRONTE DIGITALI
"Sia l’Italia sia la Grecia hanno compiuto sforzi da Ercole negli ultimi mesi nella gestione della crisi dei rifugiati. Il fatto che oggi si chiuda la procedura di infrazione per la raccolta delle impronte digitali ne è la prova", ha annunciato il commissario Ue alla Migrazione e Affari interni Dimitris Avramopoulos durante una conferenza stampa a Bruxelles. "In entrambi gli Stati il tasso di rilevamento delle impronte digitali è ora vicino al 100%", ha aggiunto Avramopoulos. Eurodac è una banca dati dell’Ue per le impronte digitali dei richiedenti asilo per agevolare l’applicazione del regolamento di Dublino, che determina lo Stato membro competente per l’esame di una domanda di asilo presentata nell’Ue.

L’80% DEGLI ARRIVI IN ITALIA SONO DI IRREGOLARI
"Se confrontiamo Italia e Grecia - ha spiegato Avramopoulos - vediamo che fino all’80% dei migranti che attraversano il Mar Egeo sono profughi, mentre la maggioranza di quelli che arrivano in Italia dal Mediterraneo centrale, anche in questo caso l’80%, sono irregolari. Non intendiamo cambiare i criteri" delle nazionalità da ricollocare.

ACCELERARE SU RICOLLOCAMENTI
Gli Stati membri devono costruire intensificare ulteriormente i trasferimenti accogliendo almeno 3mila rifugiati al mese da Italia (un migliaio) e Grecia (2mila), che dovranno aumentare a 4.500 (3mila dalla Grecia e 1.500 dall’Italia) a partire da aprile. Secondo Avramopoulos, obiettivo dell’Ue "è quello di spostare tutti coloro le cui richieste sono ammissibili da Italia e Grecia entro il prossimo anno". In una nota della Commissione europea si precisa infatti che a a novembre vi sono state circa 1.406 delocalizzazioni, il più alto numero mensile fino ad ora, a conferma di un trend positivo che sta continuando, precisa Bruxelles, con il trasferimento dalla Grecia di circa mille persone al mese e un incremento significativo dall’Italia. In totale, 8.162 persone sono state trasferite finora, 6.212 dalla Grecia e 1.950 dall’Italia. La Commissione ritiene di dover trasferire tutti i richiedenti le cui domande siano ammissibili da Grecia e Italia in altri Stati membri entro settembre 2017. Per raggiungere questo obiettivo, gli Stati dovrebbero d’ora in poi effettuare almeno 2mila delocalizzazioni al mese dalla Grecia e mille dall’Italia. A partire dall’aprile 2017, il numero mensile di trasferimenti dalla Grecia deve essere di almeno 3mila e 1.500 dall’Italia.

RIPRESA TRASFERIMENTI IN GRECIA
La Commissione europea ha proposto una graduale ripresa del trasferimento di migranti in Grecia da altri Stati membri dell’Ue a partire dal 15 marzo, alla luce dei progressi compiuto da Atene nella gestione del fenomeno dei richiedenti asilo. Lo ha annunciato il commissario europeo per l’Immigrazione, Dmitris Avramopoulos, durante una conferenza stampa, ammettendo che la Grecia continua a sopportare un’alta pressione migratoria e che persistono ancora alcune carenze nel sistema di asilo. Nello specifico la Grecia ha "notevolmente aumentato" la propria capacità complessiva di accoglienza sia per i migranti irregolari sua per coloro che possono chiedere protezione internazionale. La Grecia ha anche aumentato gli alloggi per i migranti vulnerabili, come i minori non accompagnati, ha accresciuto la capacità del servizio di asilo greco e "sono stati notati anche miglioramenti sostanziali per quanto riguarda la costituzione degli Uffici regionali di asilo". Ma molte azioni restano ancora da fare. Per questo, i trasferimenti potranno riprendere dal 15 marzo solo "in condizioni precisa" e per "alcune categorie di migranti", ha precisato Avrampolous.

L’ACCORDO CON TURCHIA
L’attuazione dell’accordo UE-Turchia per la gestione dei flussi migratori ha confermato il trend positivo. Dal mese di marzo, da quando è stata chiusa la rotta balcanica, gli arrivi in Europa sono stati in media 90 al giorno, rispetto ai 10mila in un solo giorno nel mese di ottobre dello scorso anno, prima che fosse siglato l’accordo. Le operazioni di rimpatrio hanno continuato a essere effettuate portando il numero totale di persone a 1.187. Tuttavia, "permangono carenze notevoli, in particolare per quanto riguarda il ritmo ancora troppo lento dei ritorni dalla Grecia alla Turchia", uno degli elementi dell’accordo. La situazione, secondo la Commissione, merita non solo un attento monitoraggio ma, cosa ancora più importante, ulteriori sforzi per migliorare la situazione nelle isole greche.

Segnate questa data: 16 settembre 2017 Chi (e perché) non vuol farci votare prima

Segnate questa data: 16 settembre 2017. Chi non vuole farci votare prima



C'è una paura che serpeggia tra i corridoi di Montecitorio e Palazzo Madama da quando Matteo Renzi ha rassegnato le dimissioni al Quirinale. Se i parlamentari sono in fibrillazione non è tanto per l'ansia di ridare un governo al Paese e difendere l'economia nazionale dalle speculazioni dei mercati, ma quanto per la lontananza di una data che da tempo avevano cerchiato in rosso sul proprio calendario: il 16 settembre 2017. Proprio quel giorno, più di 600 onorevoli potranno festeggiare i quattro anni, sei mesi e un giorno dall'esordio in Parlamento. Non un traguardo qualunque, ma anzi il periodo minimo indispensabile per far scattare i requisiti di accesso al vitalizio.

Il rischio di aver trascorso qualche anno in aula e di tornare a casa a mani vuote colpirebbe tutti i parlamentari alla prima legislatura. Ogni mese ognuno di loro versa l'8,8% dell'indennità parlamentare lorda, quindi circa 1000 euro mensili. Se non vengono raggiunti i requisiti temporali minimi, quei contributi non possono essere nè ricongiunti ad altri profili previdenziali nè riscattati, non essendo soddisfatto il requisito minimo della continuità dei versamenti per il periodo previsto.

UNA VOCE INQUIETANTE "NON PUÒ DIRLO MA..." Renzi, soffiata bestiale in tv: "Ecco cosa vuol fare davvero"

La soffiata bestiale: "Renzi vuole arrivare a fine 2017, ma non può dirlo"



"La verità è che Matteo Renzi vuole arrivare al 2018, o almeno a fine 2017, ma non può dirlo". Ospite di Coffee Break su La7, Sergio Cofferati riassume al meglio quello che qualcuno, tra gli anti-renziani del Pd e i semplici cronisti politici, sta incominciando a pensare da qualche ora. L'ex segretario della Cgil e sindaco di Bologna, che non ha mai nascosto la sua avversità al premier, sottolinea come le due proposte avanzate mercoledì in direzione al Nazareno siano di fatto un tentativo malcelato di perdere tempo. "Sergio Mattarella non acconsentirà mai al ritorno immediato alle urne, e un governissimo con tutti dentro è semplicemente impossibile". 

Renzi, dunque, secondo il Cinese starebbe facendo ammuina con un obiettivo chiaro: restare a Palazzo Chigi, in un modo o nell'altro, puntando sulla volontà di Mattarella di prolungare la legislatura. Di fronte alla irrealizzabilità delle due condizioni poste da Renzi, non resterà che trovare un sostituto a Palazzo Chigi, con Matteo che farà finta di accettare controvoglia. "Manderà avanti un suo uomo fidato, e Padoan è quello perfetto perché potrà gestire i rapporti con l'Europa", spiega Cofferati. Il problema, infatti, è che al di là degli ardori del post-sconfitta referendaria il premier avrebbe accantonato l'orgoglio e accetterebbe l'idea di allontanare le urne il più possibile. "Votare a febbraio o in primavera - sottolinea ancora Cofferati - significherebbe per lui e il Pd andare incontro a sconfitta certa. Ricordiamoci che in ballo c'è una crisi economica ancora gravissima e soprattutto una manovra aggiuntiva a cui ci obbligherà l'Europa". Fardello troppo pesante per affrontare le urne con quella responsabilità sul groppone.

Primo sondaggio dopo il tracollo Ecco quanto prende il Pd / I dati

Primo sondaggio dopo il tracollo Ecco quanto prende il Pd



Partito democratico a picco dopo la mazzata presa al referendum? Niente di tutto questo. Anzi. Il sondaggio SWG presentato dal quotidiano il Messaggero, ovvero la prima rilevazione dopo il voto di domenica, mostra un Pd addirittura in risalita rispetto alla rilevazione effettuata lo scorso 1 dicembre. Quel giorno, SWG dava il partito di maggioranza al 32%, mentre il 7 dicembre è salito al 32,6%. Segno che la sconfitta, come peraltro ha ammesso lo stesso premier, è stata una sconfitta personale di Renzi. E non del Pd tutto, inteso come partito.

Tiene anche il principale alleato governativo, il Nuovo centrodestra, che dal 3,3% sale al 3,4. Complessivamente, l'area di governo (che include anche partiti minori come Scelta civica, SVP, Centro democratico, ecc...), cresce dal 35,9 al 36,5%. Passa all'incasso il Movimento 5 Stelle, che è sicuramente stato uno dei grandi vincitori del quesito referendario: nelle due rilevazioni effettuate a cavallo del voto, i grillini passano dal 27,5 al 28,9% delle preferenze, guadagnando così l'1,4. Cala invece Forza Italia, altra forza sostenitrice del No: dal 12,4% all'11,6 (-0,8%). nel centrodestra anche Fratelli d'Italia lascia sul terreno qualcosa, scendendo dal 4,2 al 4%. Segno che tanto gli azzurri quanto il partito della Meloni non sono stati percepiti come le forze trainanti del voto contro le riforme. Lo è stata invece sicuramente la Lega, che con Salvini grande protagonista in tv nelle ore immediatamente successive alla tornata elettorale, è salita dal 12 al 12,8%.

giovedì 8 dicembre 2016

ALLO SCOPERTO Asse Lega-M5s, Di Battista allo scoperto: cosa dice il loro manifesto grillo-leghista

M5S, il programma di governo di Di Battista: euro e immigrati, è asse con Salvini



Il piano del Movimento 5 Stelle a Palazzo Chigi per rilanciare l'Italia? Turismo, cultura, enogastronomia. Un po' poco, ma tant'è. Alessandro Di Battista espone in un'intervista a Repubblica il "manifesto grillino" e al di là dei proclami e delle linee guida, la situazione appare piuttosto nebulosa. Tanto che l'affermazione più forte è anche quella di più dubbia applicazione, un referendum sull'euro: "Euro e Europa non sono la stessa cosa. Noi vogliamo solo che siano gli italiani a decidere sulla moneta. Conosco bene quali sono le conseguenze dell'introduzione dell'euro, la perdita di potere d'acquisto, il calo delle retribuzioni, la riduzione della capacità di concorrenza delle imprese, il degrado sociale, la disoccupazione". Musica per le orecchie di Matteo Salvini e per i leghisti, a cui i 5 Stelle negli ultimi giorni stanno lanciando messaggi ammiccanti.

Prima, però, c'è da andare al governo. Mossa iniziale: andare a votare subito, con l'Italicum. "Non vogliamo discutere mesi e mesi con i partiti sulla legge elettorale - ribadisce Di Battista -. Vogliamo una versione di questa legge approvata dalla corte costituzionale, che auspichiamo arrivi in gennaio". Rifiuta per i 5 Stelle le etichette di "movimento antipolitico" ("Sono antipolitica quelli che hanno formulato una legge elettorale anticostituzionale e hanno bloccato il parlamento con una riforma che i cittadini hanno bocciato", attacca) e poi snocciola le misure che potrebbe attuare un M5S al governo: "Noi diamo la precedenza alle piccole e medie imprese. Intervenendo in questo ambito la ripresa è assicurata. L'imposizione fiscale deve diminuire. Servono istituti finanziari pubblici che consentano investimenti a favore di queste imprese e il reddito di cittadinanza". I fondi, assicura, si troveranno da "una seria lotta alla corruzione, che secondo le stime della Corte dei conti costa allo Stato 60 miliardi di euro l'anno. Variando i termini di prescrizione, che interrompono migliaia di processi.

Ai politici corrotti va impedito di ricandidarsi. Tutto questo porta denaro nelle casse dello Stato: la corruzione triplica i costi delle opere pubbliche". La lotta all'evasione fiscale, specifica, sarà contro "i grandi evasori". E ancora: "Vogliamo aumentare di parecchio le tasse sul gioco d'azzardo, centralizzare la spesa statale, realizzare opere pubbliche funzionali, di dimensioni ridotte rispetto all'Expo o all'Alta Velocità. Vogliamo ridurre i costi della politica, gli stipendi di tutti i parlamentari, anche degli amministratori regionali".

Sull'economia, però, Di Battista zoppica: "Puntiamo sulla Green Economy: una svolta energetica a livello nazionale in direzione delle energie rinnovabili e della sostenibilità". Già, ma la crescita? "Puntiamo sull'enogastronomia, una nostra eccellenza, il nostro petrolio. In questo campo bisogna investire nella qualità, nelle start up, nelle piccole e medie imprese. Lo stesso vale per la cultura e il turismo. Noi lo abbiamo tra l'altro già fatto con il nostro sistema di microcredito, che finanziamo con una parte dei nostri stipendi da parlamentari. Grazie a questi crediti, 20 milioni di euro in tre anni, sono nate nuove imprese". Encomiabile l'impegno, ma stiamo parlando di gocce in un oceano. Sulle banche, perlomeno, Dibba ha idee un po' più chiare: "Vogliamo una banca centrale che eserciti una vigilanza reale e non sia controllata dalle banche, come accade in Italia. Vogliamo la divisione tra banche di risparmio e banche d'affari".

E l'immigrazione? "Bisogna trovare soluzione ai grandi focolai di crisi internazionali, senza ricorrere alle bombe. I profughi con diritto di asilo devono essere accolti in Europa e distribuiti uniformemente in tutti i paesi membri. Chi è privo di diritto d'asilo in questo momento storico deve essere espulso. Il termine espulsione non deve essere ricondotto alla destra, alla sinistra, o alla xenofobia". Salvini approva.