Parla il ministro di Monti: "I marò rispediti in India"
Una vera e propria bomba il retroscena che l'ambasciatore Giulio Terzi consegna a Radio Radicale nel corso della tras missione "Cittadini in divisa" e che sarà trasmessa questa sera, lunedì 7 dicembre. Affermazioni che conferma in un'intervista al quotidiano Il Tempo. L'ex ministro degli Esteri chiede una commissione parlamentare sulla vicenda e anche di essere ascoltato dal Copasir. Vuole raccontare di quelle pressioni di alcuni esponenti del governo Monti sui pm perché i marò tornassero in India tre anni fa, quando i due fucilieri erano venuti in Italia per la licenza natalizia.
"È inspiegabile che organi di monitoraggio parlamentare, comitati che sorvegliano e rispondono all' esigenza democratica di vedere cosa accade nell' ambito dell' intelligence, non acquisiscano la documentazione, che il pubblico non possa essere sicuro che la documentazione venga acquisita". Terzi in particolare si chiede perché non sia stata acquisita tutta la documentazione che emersa nei mesi scorsi, soprattutto il documento fatto circolare dal ministero della Giustizia sull' impossibilità costituzionale di mandare indietro i fucilieri di marina per conto del Guardasigilli dell' epoca. "O la mail del consigliere politico del Quirinale Stefanini che garantiva sull'opinione del presidente Napolitano favorevole a che restassero in Itali". Quando il giornalista del tempo gli chiede le motivazioni per cui questo non sia stato fatto, risponde. "Io non vedo nessun motivo se non quello di coprire alcuni scheletri nell'armadio di personalità politiche e di governo che hanno voluto rimandare i nostri fucilieri di marina in India per considerazioni che sono intuibili, legate agli affari e agli interessi economici ma che non appartengono a una buona conduzione della politica estera e di sicurezza del nostro Paese".
L'accusa dell'ex ministro - "I fucilieri di marina tornarono in Italia per la licenza natalizia, e prima scadesse io inviai una circostanziata lettera al presidente del Consiglio e ai ministri coinvolti nella gestione diretta di questa vicenda affinché si potesse - come era stato fatto in altri casi altrettanto delicati - esercitare da parte del governo una sorta di moral suasion nei confronti della magistratura inquirente. Ho la sensazione, qualcosa di più anzi di una sensazione, che questa operazione di moral suasion sia stata effettuata sì, ma all' incontrario".
Il pronostico - L'ex ministro degli esteri fa poi una previsione: "Se noi non dimostriamo una chiarezza di convincimento sulla loro assoluta innocenza ed estraneità ai fatti, se non manifestiamo in modo sufficientemente vigoroso la posizione dell' Italia, e diamo la sensazione che qualsiasi cosa ci va bene, se continuiamo a mantenere un profilo bassissimo su questa vicenda di cui più nessuno sta parlando, ho grossi timori su quello che i giudici arbitrali potranno decidere".