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venerdì 23 gennaio 2015

Ecco come la Merkel ha fregato l'Italia e (pure) Mario Draghi

Così la Merkel ha fregato Draghi e l'Italia





Al di là degli immediati benefici dei 1000 miliardi di euro in arrivo dopo la decisione della Bce di Mario Draghi, (si spera in una ripresa dei consumi)  questa decisione - scrive Federico Fubini su Repubblica - potrebbe sul lungo periodo, trasformasi in un "peso" per i Paesi meno forti dell'Europa. E questo perché non c'è condivisione di bilancio e il rischio di insolvenza di Stato è stato rinchiuso nei silos nazionali. Il messaggio (neanche troppo implicito) è che si crede che quel default possa davvero avvenire. "La Bundesbank è riuscita a segregare tutti i bond sovrani più vulnerabili entro le rispettive banche centrali": è chiaro quindi che ai mercati è passato il senso di questa decisione, cioè che perfino la Banca Centrarle Europea non si fida del debito italiano. In caso di  crisi del debito sovrano, il singolo Stato dovrà ricapitalizzare la propria banca centrale, anche se per farlo potrà accedere ai programmi di aiuto comunitari. L'Europa ha dimostrato ancora una volta di non avere un'unica politca economica, fiscale e monetaria. 

La fregatura - Quindi, fa notare Fubini, passata l'euforia per l'ondata di liquidità in arrivo, gli investitori non possono non ripensare che l'Eurotower preferisce stare alla larga dal debito dei vari Paese. Inclusa l'Italia. Il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco lo ha capito perfettamente, ma alla fine non ha votato controla decisione  anche perché il consenso era talmente ampio che non c'è stato un vero e proprio voto. Dalle indiscrezioni è emerso che Visco si era opposto a questa soluzione, ma alla fine ha prevalso la linea tedesca: niente solidarietà, nessuna disponibilità ad "accolarsi" i debiti altrui. 

LE INVASIONI RENZIANE Ecco quante volte va in tv Matteo

Altro che par condicio, queste sono le invasioni renziane

di Franco Bechis 



Matteo Renzi ha occupato i telegiornali italiani come non era riuscito a fare nemmeno il Silvio Berlusconi dei tempi d’oro, e i dati dell’Autorità di garanzia nelle comunicazioni relativi al mese di dicembre 2014 mandano clamorosamente in soffitta regole e costumi dell'era della par condicio televisiva. Ad essere censiti sono state tutte le edizioni di 4 tg Rai (compreso Rainews), 4 tg Mediaset (compreso Tgcom24), il tg di La7 e quello di SkyTg24. Ai fini della par condicio è stato considerato il dato più rilevante, che è il tempo di parola: quello durante il quale i Tg aprono i loro microfoni a favore dei protagonisti della politica o comunque riportano loro dichiarazioni dirette. Esiste anche il tempo di notizia, ma il dato è più falso: viene addebitato a un politico o a un partito anche quando è oggetto di un fatto negativo (indagine su tizio o caio, polemica su...) e addirittura quando qualche avversario sparla di lui. Fatta questa precisazione, i dati di dicembre sono da record storico: la sola persona del premier Renzi batte tutte le altre forze politiche in 3 tg su 10 (Tg1, Tg2 e Tgcom24). 

È secondo in 4 tg su 10 e terzo negli altri tre. Il partito guidato da Renzi- il Pd- è primo per dichiarazioni (di tutti meno Renzi e i suoi ministri) in 4 testate su 10 (Tg3, Tg5, Tg La7 e Skytg24), secondo in altre quattro testate e terzo nelle rimanenti due. I ministri del governo Renzi sono in cima alla classifica su Rainews, e terzi in quattro tg sui dieci totali. Forza Italia che su alcuni notiziari è praticamente scomparsa (quinto partito al Tg1, sesto su Rainews e Skytg24, settimo sul Tg La7), recupera però nei notiziari delle tv controllate dal suo leader, Silvio Berlusconi: è il primo partito sul Tg4 e su Studio Aperto, il secondo sul Tg5 e su Tgcom24. Quel primato casalingo è però dimezzato dal fatto che Tg4 e Studio Aperto sono i notiziari che in assoluto dedicano meno spazio alla politica: un'ora e 46 minuti in un mese il primo, e un'ora e quattro minuti il secondo. Il Tg tradizionale che vi dedica più spazio è invece quello di Enrico Mentana: 11 ore e 50 minuti. Alle sue spalle il Tg5: 4 ore e cinque minuti. Poi il Tg1: 2 ore e 59 minuti. Il Tg3 segue con 2 ore e 18 minuti e il Tg2 chiude la classifica dei notiziari tradizionali dedicando alla politica 2 ore e 8 minuti. Superiore ovviamente il peso nelle testate all news, che vanno in onda tutto il giorno. Skytg24 ha dedicato alla politica 34 ire e 29 minuti nel mese di dicembre. Rainews 31 ore e 42 minuti, e Tgcom24 6 ore e 25 minuti. 

Pur tenendo conto del peso degli spazi che è importante, la par condicio è interpretata in modo assai libero e sorprendente soprattutto sulla Rai. Al Tg1 la maggioranza di governo ha 2,6 volte più spazi dell'opposizione. Al Tg2 la coalizione Renzi vale 1,80 volte la somma di tutte le opposizioni possibili. Al Tg3 il rapporto è 2,08 a uno. Al Tg5 1,61 a uno. Al Tg4 1,11 a uno. Al TgLa7 2,32 a uno. La testata meno renziana è Studio Aperto, dove la maggioranza di governo vale meno dell'opposizione: 0,69 a uno. Le due testate più renziane, quasi bulgare, sono Skytg24, dove la maggioranza vale 3,89 volte l'opposizione, e Rainews dove il rapporto è appena inferiore: 3,86 a uno. Tutto questo considerando che Forza Italia sia un partito di opposizione, cosa che non è particolarmente evidente dal contenuto delle dichiarazioni e interviste politiche normalmente rilasciate. Fuori dalle reti Mediaset il principale partito di opposizione è il Movimento cinque stelle, che ottiene più del 13 per cento di spazio sul Tg2, il Tg3, il TgLa7 e Skytg24. Risicati gli spazi informativi ottenuti dalla Lega Nord in Rai: 3,25% sul Tg1; 3,46% sul Tg2; 3,46% sul Tg3 e 2,86% su Rainews. Su Mediaset numeri ancora più risicati, salvo che sulla testata ammiraglia, il Tg5, dove la Lega raggiunge il 5,24%. L'unico ad avere capito subito l'interesse del pubblico per Matteo Salvini però è stato Mentana, che gli ha dato il 6,59% del tempo dedicato alla politica.

De Benedetti è già stufo di Renzi Ecco dove sposta la residenza fiscale

De Benedetti sposta la residenza in Svizzera





Avanti e indietro. Carlo De benedetti continua la sua spola tra l'Italia e la Svizzera, Paese del quale ha la cittadinanza dal 2009.  Come riporta il sito di news e gossip Dagospia, il presidente del gruppo Espresso ha sempre considerato la Confederazione elvetica come una seconda patria: da quindici anni ha  casa a Sankt Moritz e in varie occasioni ha raccontato che la Confederazione gli ha "salvato la vita" due volte. La prima da ragazzino, durante le persecuzioni razziali contro gli ebrei, e la seconda volta durante gli anni del terrorismo e dei rapimenti.Sorgenio è tornato svizzero, a sorpresa. Nel 2010 era ritornato “italiano”, anche a seguito di varie polemiche, prenendo la residenza a Dogliani in Piemonte. Ora il nuovo dietrofront all'alba degli ottant’anni.

Angela Merkel sbarca a Firenze Renzi la "invita" a cena e c'è un regalo...

Firenze, vertice bilaterale Renzi-Merkel





Angela Merkel sbarca a Firenze per un incontro diplomatico bilaterale con Matteo Renzi. La Cancelliera alle 19,50, così come previsto dal rigido cerimoniale, Merkel sarà prima accolta dalle bandiere tedesche di via Calzaiuoli e poi sull’arengario di Palazzo Vecchio, dove allo squillo delle chiarine ci saranno l’ex sindaco Renzi, il suo successore Dario Nardella e, forse, il governatore Enrico Rossi. Sarà proprio Palazzo Vecchio ad offrire alla Merkel il primo dono della sua 24 ore fiorentina: si tratta di un prezioso vaso in vetro, molato dalle mani esperte degli artigiani della Locchi, storica bottega radicata in Oltrarno da sempre. 

La cena - La delegazione poi salirà nella Sala dei Gigli per la cena ufficiale: oltre a Renzi e Merkel ci saranno infatti solo altre 12 persone, tra tecnici e diplomatici. I vini saranno toscani, scelti però da Palazzo Chigi. Due ore di cena, per poi tuffarsi agli Uffizi per una visita notturna, passando direttamente dal cavalcavia della Ninna, che unisce Palazzo Vecchio alla Galleria, per uscire in piazza Pitti dopo aver visitato il Corridoio Vasariano, accompagnati dal direttore Antonio Natali.

Il vertice - Il vertice diplomatico si terrà venerdì mattina nell’Accademia di Belle Arti, dopo una visita al David. Ingenti le misure di sicurezza, decise dal questore Raffaele Micillo: saranno decine e decine i poliziotti e i carabinieri impegnati, comprese 4 squadre di tiratori scelti appostate sui tetti (più una a completa disposizione della Digos, a cui è affidato ogni aspetto dell’evento). Un dispositivo ritenuto sufficiente a sorvegliare la passeggiata a piedi che Renzi, passando dalla "sua" piazza Duomo pedonalizzata, spera di fare al fianco di Merkel per raggiungere la Galleria dell’Accademia. 

Un finto Papa telefona al prete pedofilo: "Ai bambini cosa hai fatto?". E lui: "Santità, io...".

Un finto Papa telefona al prete pedofilo: "Santità, sono umiliatissimo"





“Al convegno di Milano sono stato invitato da una famiglia, amici di Costanza Miriano”. Così don Mauro Inzoli, l’ex parroco di Crema condannato dal Vaticano per abusi sessuali, durante uno scherzo telefonico realizzato da La Zanzara su Radio 24. Un finto Papa Francesco chiama a casa don Mauro Inzoli e gli chiede conto della sua partecipazione al convegno di Milano sulla famiglia tradizionale. “Ho letto quello che è successo al convegno. Questo mette a repentaglio la Chiesa, ma voglio sentire la tua versione”, dice il finto Bergoglio. “Santità - risponde emozionato don Inzoli - la mia versione è semplicissima. Sono stato invitato da una famiglia ad andare a questo incontro. Sono andato ed è stato tutto molto semplice e sereno, sono tornato a casa, ero anche contento. Poi due giorni dopo è successo questo, diciamo, problema di comunicazione. Un onorevole di Sel ha visto la mia fotografia e ha detto quello che ha detto. Sono umiliatissimo”. Hai parlato di una famiglia, quale famiglia, chiede il ‘Pontefice’: “Erano amici della Costanza Miriano (giornalista di Rai3, autrice di un libro ‘Sposati e sii sottomessa’ e una delle organizzatrici del convegno, ndr)”. “La Chiesa ha deciso - chiede il finto Papa - ma io voglio sapere: hai fatto qualcosa ai bambini?”. Don Inzoli risponde: “Ma…Santità… lei ha visto e lei lo sa”. A questo punto il Bergoglio della Zanzara insiste: “Voglio sapere la verità, dalla tua voce”. E il parroco: “Santità, Lei ha conosciuto perché ha visto la documentazione e lei lo sa per cui è lei che mi ha…”. Poi la comunicazione si interrompe.

giovedì 22 gennaio 2015

EXPO, GELMINI (FI): Su 1° Maggio CGIL contro Milano

EXPO, GELMINI (FI): Su 1° Maggio Cgil contro Milano 

di Gaetano Daniele 


Maria Stella Gelmini
Coordinatrice Forza Italia (Lombardia)

"L'indicazione arrivata ai lavoratori del Teatro alla Scala di astenersi dal lavoro il 1° maggio, giorno dell'apertura di Expo, è qualcosa di più di un atto sindacale: è un manifesto di arretratezza culturale, storica, sociale. Qualcosa che misura la distanza tra la sinistra riformista e quella ottocentesca. Così la Coordinatrice di Forza Italia, Lombardia, Maria Stella Gelmini al nostro blog, il Notiziario. 

E nota: L'invito a disertare lo spettacolo scaligero di inaugurazione dell'Expo denuncia l'incapacità completa di leggere il presente, e l'assenza di una gerarchia di priorità per il Paese. Si difende il rito del 1° maggio, e il proprio interesse di rappresentanza, contro un evento straordinario di cultura e contro l'interesse di tutti: di Milano, del Paese, degli stessi lavoratori scaligeri. 

Cgil Lombardia - Persino la segreteria regionale CGIL Lombardia, - conclude Gelmini - di fronte a tanta miopia, auspica un ripensamento. Dal Sindaco di Milano, che presiede il CDA della Scala, avremmo voluto sentire subito una parola chiara contro questa indicazione. Ci auguriamo che questa parola arrivi, sia pure in ritardo, e malgrado le recenti svolte radicali a sinistra del primo cittadino".

Il clamoroso retroscena su Prodi: "Ecco chi era il capo dei 101 traditori"

Quirinale, Stefano Fassina: "Renzi era il capo dei 101 traditori di Romano Prodi"





"Renzi ha capeggiato i 101 traditori di Romano Prodi nella corsa al Colle". A svelare il retroscena sulla mancata elezione di Mortadella nel 2013 sulla poltrona del Quirinale è Stefano Fassina. A meno di dieci giorni dall'elezione del nuovo capo dello Stato uno dei leader della minoranza dem "regola i conti" col premier. "A differenza di quelli che oggi chiedono disciplina e due anni fa hanno capeggiato i 101, noi siamo persone serie. Nessuno deve temere da noi i franchi tiratori", risponde Stefano Fassina a Montecitorio. E a chi gli chiede se Matteo Renzi ha capeggiato i 101, Fassina risponde: "Non è un segreto". A Fassina risponde Guerini: "Quelle che ha detto sono solo sciocchezze". Poi l'ex viceministro parla anche dell'alleanza tra Berlusconi e Renzi sull'Italicum e sul patto del Nazareno: "Il patto stretto che Renzi ha fatto da tempo con Berlusconi - continua Fassina ai microfoni di Radio Città Futura -, ignorando i contributi che arrivano dalla minoranza del Pd, si è trasformato nel partito unico del Nazareno, Renzi ha scambiato con Berlusconi la possibilità di avere i nominati, con il premio alla lista".

L'alleanza col Cav - Purtroppo, aggiunge il deputato del Pd, "Berlusconi agisce come imprenditore e non come leader politico, altrimenti non avrebbe accettato il premio alla lista che penalizza il centrodestra che così non vincerà più, dovendosi dividere tra Lega e Forza Italia. Gli unici che pagano questo patto sono i cittadini, che si vedono ancora una volta sottratta la possibilità di scegliere chi li rappresenta e lo paga la nostra Costituzione, con un Parlamento molto meno autonomo".

La mossa - Fassina poi annuncia che non tutti nel Pd voteranno la riforma della legge elettorale: "Credo che ci saranno dei comportamenti differenti sull'Italicum al Senato: una parte del Pd non voterà la legge elettorale". "Sono consapevole - spiega - della gravità politica dello scenario, ma temo che sbaglieremmo a non prendere atto della realtà dei fatti, ovvero del partito del nazareno. Comunque rimaniamo impegnati a condividere con tutto il pd il criterio fondamentale per l'elezione del nuovo presidente della repubblica, cioè l'autonomia dall'esecutivo e la capacità di garantire l'autonomia del parlamento".