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mercoledì 10 settembre 2014

Processo in corso per Renzi condannato in 1 grado! Ma tg e giornali non ve lo dicono

Processo in corso per Renzi condannato in 1 grado! Ma tg e giornali non ve lo dicono

di TzeTze

Giornali, tg e media dopo aver massacrato Berlusconi e Grillo sono clementi con Renzi. Nascondono il suo processo in corso, dove sta rischiando davvero tanto


Perchè nascondere? E’ un evidente segno di corruzione. Ecco perchè il goveno finanzia le testate giornalistiche, per corromperle con i soldi dei cittadini…

Praticamente nessun giornale ne parlerà ma è successa una cosa interessante

La Corte dei Conti, dopo la condanna in primo grado per danno erariale, si occupa di nuovo di Matteo Renzi e della sua gestione da ottimo amministratore locale. Con l’ordinanza della Corte dei Conti, Sezione Giurisdizionale per la Toscana, n. 26/2014, la magistratura contabile ha rinviato a giudizio Matteo Renzi (udienza del prossimo 24 settembre 2014), per accertare una sua eventuale responsabilità per danno erariale, quando era Presidente della Provincia di Firenze.

Vediamo cosa viene contestato al rottamatore. Con decreto del Presidente della Provincia e con delibera della Giunta Provinciale, l’ente, all’epoca presieduto da Matteo Renzi, ha nominato un collegio di quattro Direttori Generali anziché di uno solo come invece richiederebbe la normativa in vigore ed il buon senso in tempi di spending review.
Secondo la Procura della Corte dei Conti la Provincia “avrebbe potuto (e dovuto) nominare un solo Direttore Generale … mentre aveva provveduto alla nomina ed alla remunerazione di quattro Direttori con retribuzioni ben superiori a quelle massime previste dal C.C.N.L. (contratto collettivo nazionale) … tanto più che i soggetti nominati Direttori Generali non provenivano dall’esterno, ma erano dirigenti di ruolo con contratto a tempo indeterminato, in seguito collocati in aspettativa, per essere riassunti dallo stesso Ente con un contratto di diritto privato”.

In sintesi queste nomine di dirigenti avrebbero cagionato, secondo il P.M., un danno erariale alla Provincia di Firenze pari a 816.124,15 euro.

Ovviamente sono certo che il Presidente del Consiglio, nel corso del processo, fugherà ogni dubbio davanti ai giudici della Corte dei Conti e davanti agli italiani, ma nel frattempo è bene informarsi ed informare.

P.S. Se il “discepoletto” imiterà il maestro in tutto e per tutto parlerà di giustizia ad orologeria!

Il duello all'ultimo sangue tra Floris e Massimo Giannini: chi c'è dietro (e che c'entrano Crozza, Benigni e Perego)

Floris e Giannini, dietro al loro duello lo scontro tra Lucio Presta e Beppe Caschetto




Scaldano i motori le televisioni, i duelli dell'informazione da prima serata stanno per iniziare. Uno su tutti, quello tra Giovanni Floris e Massimo Giannini, rispettivamente su La7 e su su Rai3, rispettivamente l'ex mister Ballarò e il nuovo conduttore di Ballarò. Per il buon Floris, l'antipasto con la striscia quotidiana 19e40 è stato catastrofico: clamoroso flop in termini di ascolti. Ed in questo contesto è trapelata una notizia che, di sicuro, agiterà le notti di Floris stesso: martedì prossimo, al primo duello tra Ballarò e Di martedì, il "successore" Giannini porterà sugli schermi Rai niente meno che Roberto Benigni. Insomma un "pezzo da novanta" che rischia di far (stra)vincere all'ex penna di Repubblica il duello degli ascolti (Floris, da par suo, risponderà al fuoco con Crozza).

Parte uno - Ma dietro a tutto questo movimento, secondo quanto scrive Dagospia, non ci sarebbe tanto un duello tra conduttori (Floris-Giannini, appunto), ma tra i rispettivi agenti: Lucio Presta e Beppe Caschetto. Si parte dal secondo, che ormai ha concentrato tutti i suoi "sforzi" su La7, la rete di Urbano Cairo con il quale, inizialmente, non si era particolarmente trovato. Caschetto ha portato all'emittente nell'ordine Maurizio Crozza, Michele Santoro, Corrado Formigli e Michele Santoro, ma solo con il passaggio di Floris avrebbe trovato la totale sintonia con l'editore (in Rai, per ora, della sua scuderia restano Fabio Fazio e Luciana Littizzetto).

Parte due - Insomma, sui radar, secondo Dagospia ci sarebbe un Caschetto sulla cresta dell'onda, sempre più potente a La7, con "la produzione chiavi in mano dello show di martedì sera". Una circostanza che agiterebbe Lucio Presta, che dopo il - primo - flop di Floris tira il fiato: il rischio era che un immediato successo che avrebbe reso la sua posizione (ha portato Giannini a Viale Mazzini) ancor più difficile. E così, dopo aver tirato il fiato, presta rilancia con Roberto Benigni, appunto, la carta grazie alla quale, nell'ordine, Presta, Giannini e il dg Gubitosi potrebbero prendersi una sonora rivincita. Una rivincita per Presta ancor più necessaria dopo che alla "sua" Paola Perego hanno tolto la striscia quotidiana La Vita in diretta per affidarle la settimanale di Domenica In.

Sesso, corna e potere. Ricordate Veronica che sputtanava il Cav? Adesso Repubblica si rimangia tutto...

Repubblica ha sputtanato Berlusconi e Veronica Lario, ma con Hollande e Valérie si pente

di Francesco Borgonovo


Certe volte sorge inarrestabile, dal profondo del cuore, il desiderio di abbonarsi a Repubblica. Davvero: dal giornale di Ezio Mauro sgorga una tale quantità di buoni sentimenti, di emozioni pure e cristalline, che commuoversi è inevitabile. Chissà quanti italiani dal cuore morbido, domenica mattina, si sono rovinati il cappuccino annacquandolo con le lacrime dopo aver letto l'Amaca di Michele Serra. Del resto, come biasimarli. 

Quanto buon senso, in quell'articoletto così breve. Quanta misura, quanto rispetto. L'argomento del pezzo era la grottesca vicenda che coinvolge il capo di Stato francese François Hollande e la sua ex Valérie Trierweiler. La signora, le cui corna sono state platealmente scoperte tempo fa e si sono rivelate tanto voluminose da vedersi ben oltre le Alpi, ha deciso di prendersi una piccola rivincita sul compagno fedifrago, sputtanandolo in un libro intitolato Merci pour ce moment, che sta andando a ruba.

Tra le altre cose, la Valérie ferita rivela anche che il simpatico socialista Hollande, tra le mura domestiche, si diverte a chiamare i poveri «sdentati». Il che conferma tutti i luoghi più o meno comuni sulla gauche caviar, cioè il risciacquamento nella Senna dei radical chic. E qui entra in scena Michele Serra. Il quale dichiara di non provare alcuna «simpatia per la signora Trierweiler e per la sua vendetta privata consumata in pubblico». Le esternazioni di Hollande, secondo lui, fanno parte «delle tante battute sceme, volgari o ciniche che ognuno di noi si lascia sfuggire quando è in mutande, a casa propria, impresentabile per definizione». Certo, se il capoccia francese avesse ripetuto le stesse cose in pubblico, beh, allora sì che avremmo dovuto indignarci. Ma quel che dice e fa dentro casa sua sono affari suoi.

Ah, che balsamo queste parole. Come siamo d’accordo con Serra, specialmente quando se la prende con i «i gruppetti irosi e frettolosi che organizzano sul web (…) il linciaggio di Hollande». Gente a cui «la distinzione fra pubblico e privato evidentemente sfugge». Ecco. A proposito di differenza fra pubblico e privato e di cose che sfuggono. Forse a Michele è sfuggito che il giornale sui cui verga i suoi mai abbastanza apprezzati pezzi è campato per anni sullo sputtanamento inteso come prosecuzione della politica con altri mezzi.

Se Nicole Minetti parla al telefono del «culo flaccido» dell’ex premier italiano, bisogna scodellare titoli cubitali, pubblicare tutto il pubblicabile e fornire al lettore guardone ogni dettaglio sulla vita privata, anche sessuale, di Silvio Berlusconi. Se invece Hollande – leader di sinistra – va in giro a sghignazzare sostenendo che i poveri sono persone con le pezze al culo che non possono permettersi le cure dentarie, la faccenda non è rilevante.

Eppure un piccolo risvolto politico dovrebbe avercelo: in fondo, si tratta di un politico che, davanti agli elettori, si presenta come il difensore delle classi disagiate. E se si scopre che il suo pensiero è un altro, beh, forse è rilevante saperlo. Ma di nuovo Serra ci sorprende per la sua lucidità. Egli spiega che Valérie è una donna «giustamente offesa per essere stata scaricata», e aggiunge che «poche cose come il tradimento scatenano i peggiori istinti».

Insomma, la dama è incazzata, non è che bisogna prendere per oro colato tutto quel che dice: «Superare le pene d’amore con classe è una delle poche, vere, grandi consolazioni della vita». Quanto ha ragione, ancora una volta! Talmente ragione che Serra dovrebbe stampare questa frase su un bigliettino e spedirlo a Veronica Lario e, soprattutto, a Ezio Mauro. Perché se non ci sbagliamo fu proprio Repubblica a sbattere in prima pagina la lettera in cui la ex moglie del Cavaliere lo dipingeva come un maniaco sessuale indemoniato. Vi ricordate, no, il Drago che si fa offrire le vergini? Era quella paccottiglia lì, roba che a confronto il Taccuino di un vecchio sporcaccione di Bukowski pareva un manuale per educande.

Però la letterina di Veronica era il giusto sfogo di una donna coraggiosa oppressa dal marito perfido e lussurioso. Valérie invece è una povera deficiente cornuta che, incapace di tenersi un uomo, non trova di meglio che misurargli il pene a mezzo stampa. Questa è la versione di Repubblica. Lo stesso giornale che ieri presentava un altro ottimo reportage da Parigi per documentare la rivolta dei librai. Costoro, da qualche giorno, fregandosene dei soldi facili, si rifiutano di mettere in vendita il libro della Trierweiler. Va a ruba, il pubblico non chiede altro, ma i coraggiosi librai preferiscono farsi comprare una copia di Dumas o un romanzo di Hugo. L’autrice del pezzo, la brava Anais Ginori, ne scrive con ammirazione, ne apprezza la dignità.

Per l’ennesima volta, ha ragione pure lei: un libraio che ami il suo mestiere, la spazzatura non la diffonde. Per quello basta e avanza Repubblica.

martedì 9 settembre 2014

RUSSIA, COMI (FI): Sanzioni costano 705 milioni, Italia danneggiata. Commissione sostenga i produttori

RUSSIA, COMI (FI): Sanzioni costano 705 milioni, Italia danneggiata. Commissione sostenga i produttori 

a cura di Gaetano Daniele


"Le sanzioni alla Russia da parte della UE richiedono un supplemento di riflessione: siamo sicuri che le nostre economie reggeranno? E siamo sicuri che sia questo il modo giusto per costruire uno spazio di pace e sicurezza ad Est? Noto una certa fretta e superficialità in qualche esecutivo europeo, a partire da quello italiano. Un saggio segnale di prudenza è arrivato ieri dall’assise dei 28 ambasciatori UE, che ha rinviato di qualche giorno il nuovo pacchetto di sanzioni, dopo i contraccolpi durissimi che i Paesi UE hanno già subito con le prime misure di blocco. Mentre chiudono migliaia di imprese per la crisi, l’agroalimentare italiano ha subito dall’embargo ulteriori danni per 163 milioni di euro. Il danno europeo complessivo è di 705 milioni. I conti sono facili: le sanzioni europee le paga soprattutto l’Italia. Da lombarda aggiungo che le paga soprattutto il Nord, con i settori agricolo, meccanico, elettronico, moda, turismo e non solo. Si dirà: è il prezzo della pace per l’Ucraina. Ma non è così: le tensioni stanno solo salendo. La strategia del dialogo con Mosca che solo Silvio Berlusconi aveva praticato, ereditando peraltro una lunga tradizione diplomatica italiana che ha assicurato – quella sì – una pace vera e concreta, oggi viene gettata alle ortiche. Ho depositato a Bruxelles una interrogazione parlamentare in cui chiedo alla Commissione se ha valutato e quantificato i danni economici che l’Italia ha già subito a causa delle sanzioni in essere e di quelli che arriverebbero con le nuove sanzioni. Ho chiesto quali misure la Commissione intenda adottare per sostenere i nostri produttori in ginocchio, nei diversi settori. Ho chiesto loro di mostrare le cifre, i dati in loro possesso, se li hanno. Ho chiesto di rifletterci sopra molto bene, e di agire di conseguenza. I Lombardi e gli Italiani attendono risposte. Di crisi ne abbiamo già una: non raddoppiamo". 

Giovanni Floris, flop la prima di "19e40": fa l'1,45% di share

Giovanni Floris, flop la prima di "19e40": fa l'1,45% di share




Un disastro totale. Male, malissimo la "prima" per Giovanni Floris su La7. E questa volta la bocciatura non riguarda né i contenuti, né gli ospiti, né la fotografia. La bocciatura sta tutta nei numeri, quelli definitivi, incontrovertibili e impietosi dello share: la prima puntata di 19e40 dell'ex mister Ballarò su La7 ha registrato un ascolto medio di 258mila telespettatori, per uno share pari all'1,45 per cento. Un risultato catastrofico, quasi infinitesimale, che indica a Floris la necessità di cambiare rotta, e subito. Un risultato ancor più magro se messo a confronto con lo share medio raggranellato dal TgLa7 di Enrico Mentana, al quale 19e40, trasmesso pochi minuti prima, dovrebbe fare da traino: Mitraglietta, infatti, quest'estate, pur in calo, ha fatto registrare uno share medio pari al 6,7 per cento. Infine, per Floris, duro anche il confronto con Otto e Mezzo di Lilli Gruber, che segue il Tg La7, e che nella serata di ieri, martedì 8 settembre, ha raccolto il 5,81% di share.

Napoli, Davide Bifolco: il fratello che inveisce è ai domiciliari

Napoli, Davide Bifolco: il fratello che inveisce è ai domiciliari

di Rita Cavallaro 


Napoli è nel caos in nome di Davide Bifolco, il 17enne ucciso da un proiettile partito dalla pistola di un carabiniere venerdì scorso, al culmine di un inseguimento. Un caos sociale, in cui può succedere che una persona sottoposta ad arresti domiciliari improvvisi una conferenza stampa per accusare le forze dell’ordine. Con altri addirittura a inneggiare alla camorra in favor di telecamera. Peraltro, è comprensibile che le forze dell’ordine non possano né vogliano gettare benzina sul fuoco. Anche se la ricostruzione dell’Arma è ferma: l’appuntato non ha premuto il grilletto volontariamente, né ha ignorato procedure che, di notte e in un quartiere difficile come il Traiano, prevedono in certe situazioni la pistola in pugno.

Sta di fatto che Davide è morto - l’autopsia è prevista domani - e una certa Napoli può esibire la sua tragedia. Come Tommaso Bifolco, il fratello della vittima. Ha 32 anni ed è agli arresti domiciliari perché a giugno del 2013, insieme ad altre 7 persone, è stato accusato di far parte di una banda che avrebbe messo a segno almeno 13 furti in appartamento, tra Napoli, Caserta, Salerno, Avellino e Benevento. Anche il fratello Alberto, 29 anni, era stato incastrato. Oggi Alberto ha l’obbligo di dimora notturna, così ha potuto partecipare al corteo in onore di Davide e scatenare la propria rabbia contro gli uomini in divisa. «Lo Stato non ci tutela, la camorra sì» ha detto in sostanza. Tommaso invece, a causa di quella condanna, dopo un periodo di carcere ora è sottoposto agli arresti domiciliari, e dunque al corteo non c’è andato. Eppure, nonostante la misura alternativa alla cella predisponga il divieto assoluto di lasciare l’appartamento e parlare con persone non residenti nell’abitazione, Tommaso è uscito all’aperto e si è presentato davanti telecamere e cronisti per ingiuriare le forze dell’ordine. Le immagini lo mostrano prima seduto su una sedia di plastica vicino a un muro, con una folla intorno, e poi in strada, con una macchina sullo sfondo. Difficile pensare a una specifica autorizzazione di un giudice: probabile che le forze dell’ordine non siano intervenute proprio per non accendere ulteriormente gli animi.

Intanto, mentre gli amici della vittima anche ieri hanno dato vita a un corteo, la famiglia di Davide tenta di smentire la versione dei carabinieri con foto e video. L’Arma mantiene il riserbo sulle indagini, ma tiene la linea dell’incidente avvenuto mentre i militari tentavano di catturare il latitante Arturo Equabile. L’appuntato ne è certo: sul motorino, tra il conducente Salvatore Triunfo e Davide, c’è proprio il ricercato. I militari intimano l’alt ai tre, sullo scooter senza casco né assicurazione. Ma i ragazzi non si fermano e la gazzella parte all’inseguimento. Un errore, secondo Enzo Ambrosino, il quale alle telecamere ha dichiarato di essere lui il terzo uomo sul motociclo, non l’evaso. E però il teste non si è ancora presentato agli inquirenti per confermare quanto detto ai tg.

L’avvocato Salvatore Pane, che difende il militare, ha spiegato che il colpo di pistola, partito accidentalmente, è stato esploso dal carabiniere con la mano destra mentre con la sinistra tentava di bloccare Triunfo, 18 anni e precedenti per furto. L’appuntato sarebbe poi inciampato e il colpo avrebbe raggiunto al petto Davide. Il fatto che impugnasse la pistola col colpo in canna e senza sicura è, comee detto, previsto dal regolamento per interventi difficili. Soprattutto quando si opera in contesti ad alta criminalità, dove fuggire a un posto di blocco e sparare contro gli agenti è prassi. L’ultimo caso è avvenuto il 7 gennaio scorso, sempre a Napoli: anche allora erano in tre, a volto scoperto e sullo scooter. In via Gianturco i poliziotti intimano l’alt, i malviventi esplodono sette proiettili contro gli agenti. Due feriti gravi, ivi per miracolo. Questa è Napoli.

Torna Porta a Porta, 20esimo anno di fila Indovina chi è il primo ospite di Vespa?

Riparte "Porta a Porta": Matteo Renzi primo ospite di Bruno Vespa




E chi poteva non esserci, se non Matteo Renzi, nella serata inaugurale della ventesima edizione di Porta a porta? Lontanissimi i tempi in cui la sinistra accusava Silvio Berlusconi di andare troppo in tv, non passa giorno senza che il premier appaia sul piccolo schermo. Un giorno è la Festa de L'Unità, l'altro una conferenza stampa a Palazzo Chigi, l'altro ancora un talk show. "È l’ospite più interessante in questo momento. Dopo la chiusura della campagna elettorale con la presenza di Renzi, Berlusconi e Grillo in diretta nella stessa settimana, ripartiamo dal presidente del consiglio" annuncia Vespa. Il programma andrà in onda con tre puntate settimanali, dal martedì al giovedì, sino al 13 novembre. Successivamente riprenderà la normale programmazione di 4 puntate, dal lunedì al giovedì.