Visualizzazioni totali

sabato 6 settembre 2014

Scritte pro-Jihad sui muri di Roma Quel sondaggio choc sui tagliagole

Jihad a Roma, scritte sui muri a favore dei tagliagole. Francia, sondaggio choc: il 16% tifa per l'Isis




Scritte sui muri di Roma inneggianti ai jihadisti dello Stato islamico. E in Francia un cittadino su sei guarda con "simpatia" alle violenze degli uomini del Califfato in Medio Oriente. Sono i segnali choccanti che provengono dall'Europa, in cui il fermento dei filo-islamici da tempo preoccupa governi e servizi segreti. Mentre dall'Inghilterra arriva l'allarme sul rischio di ritorno in patria "massiccio" di decine di guerriglieri volati in Siria per combattere contro Assad e pentiti (sarà vero?) della deriva ideologica della battaglia, sui muri di uno dei sottopassi di via Casilina, a Roma, tra Tor Vergata e Torre Angela, sono apparse scritte di sostegno ai "guerrieri di Allah", con invocazioni alla morte del nemico americano e degli infedeli e bandiere nere dello Stato islamico. Non è il primo caso: le scorse settimane, nella zona Sud Est della Capitale, come ricorda il Messaggero, sono apparse altre scritte con slogan in lingua araba a favore della Jihad. Secondo gli esperti le frasi in vernice nera spray sarebbero state realizzate da un siriano. Secondo quanto rivelato dal Viminale, Roma è una delle città italiane in cui vengono reclutati i nuovi soldati per la Jihad. 

L'Europa che tifa Jihad - Un altro segnale d'allarme dopo gli arresti in Veneto di attivisti jihadisti, mentre in Francia come detto fa scalpore il risultato di un sondaggio Icm per l'agenzia russa Rossiya Segodnya, secondo cui un francese su sei simpatizza per l'Isis. Il 16% dei cittadini francesi avrebbe un'opinione positiva sui jihadisti del Califfato, con un picco tra i più giovani (27% tra i 18-24enni). In pratica, i simpatizzanti dei guerriglieri islamici sono tanti quanti quelli del presidente socialista François Hollande. In Inghilterra lo stesso sondaggio ha dato un risultato inferiore: 7% a favore. In Germania solo il 3-4% sostiene le violenze del fanatismo islamico.

Santoro arruola a Servizio pubblico il "lato B" della sinistra

Paola Bacchiddu nella squadra di Michele Santoro a Servizio Pubblico




Quella foto con il "lato B" le ha portato fortuna. La giornalista Paola Bacchiddu, durante la campagna elettorale per le Europee, postò sul suo profilo Facebook la foto del suo fondo schiena in bikini e la scritta: "Ciao, è iniziata la campagna elettorale, io uso qualunque mezzo. Votate l'Altra Europa con la Tsipras". Una scelta che scantenò un putiferio, con reazioni scandalizzate e indignate anche nella stessa sinistra. Sicuramente Bacchiddu è riuscita a far parlare di sé. Certamente la sua mossa strategica, la sua decisione di forte impatto mediatico non è sfuggita a Michele Santoro che ha deciso di farla entrare nella squadra di Servizio Pubblico. Nulla si sa sul ruolo che la giornalista sarda avrà nel programma che andr in onda da lunedì su La7. 

L'annuncio su Facebook - Anche per comunicare questa notizia Bacchiddu si affida a Bacchiddu: "Da lunedì inizia una nuova avventura a Roma: farò parte della squadra di Servizio Pubblico su La7. Ringrazio Michele Santoro per l'opportunità. Per segnalazioni sono qui (poi pubblicherò la mail ufficiale). Che i geni sardi m'assistano!". Moltissimi i commenti di congratulazioni e auguri per la Paola. E c'è qualcuno che commenta: "Quando si dice il c..."

Putin sfotte la Nato con i soldatini: la "sfida" su Twitter / Foto

ISTITUZIONALE Mosca, ecco le prove della Nato sull'invasione russa; giocattoli




Il primo "colpo" della nuova guerra fredda lo spara Mosca tramite Twitter, con un post che irride la Nato. Mentre i leader occidentali discutono a Newport, in Galles, su come arginare le mire espansionistiche del Cremlino, e mentre è ufficiale la firma del cessate il fuoco tra Ucraina e ribelli dell'Est, l'ambasciata della Russia negli Emirati Arabi non trattiene la presa in giro e twitta, tramite il suo account ufficiale, una fotografia di tank e blindati giocattolo, accompagnata da una frase in inglese: "Sono state diffuse le ultime prove Nato dell'invasione armata russa in Ucraina. Sembra che siano le più convincenti per ora". Una famosa massima di Lenny Bruce, comico statunitense di origine ebraica, recitava: "La satira è tragedia più tempo. Se aspetti abbastanza tempo, il pubblico, i recensori, ti permetteranno di farci satira. Il che è piuttosto ridicolo, se ci pensi". Forse all'ambasciata non hanno aspettato abbastanza, considerando che un conflitto c'è davvero.

Alleanza divisa - La risposta sarcastica di Mosca arriva dopo la prima giornata di summit, una giornata che - dopo roboanti annunci - si è conclusa mostrando un'Alleanza divisa, che per ora intende dare più tempo a Putin, sia sulle sanzioni che sulle manovre militari. In attesa di vedere se davvero oggi verrà siglata una tregua sulla base dei sette punti dettati dal presidente russo.

Mentana nel mirino. Una collega va da Cairo: "Ho un loculo per ufficio. E poi c'è Enrico che..."

La7, i dolori di Lilli Gruber: un loculo per ufficio ed Enrico Mentana che ruba minuti a Otto e mezzo




Un loculo per studio e un collega troppo ingombrante come vicino di palinsesto. Sarebbero questi i dolori di Lilli Gruber, pronta a una nuova stagione di Otto e mezzo su La7 e più combattiva che mai. A Marco Ghigliani, ad della rete di Urbano Cairo, la rossa giornalista-mezzobusto avrebbe sfogato qualche malumore. Secondo quanto riferito da Marco Castoro su lanotiziagiornale.it, la Gruber avrebbe fatto notare le misure striminzite del suo ufficio. Ma soprattutto, a non andar giù all'ex europarlamentare dei democratici di sinistra è l'abitudine di Enrico Mentana, direttore del TgLa7 e "padre padrone" dell'informazione della rete. L'incontenibile Mitraglietta ha infatti il vizio di sforare sull'orario dell'edizione delle 20, facendo slittare proprio Otto e mezzo. Un eccesso di entusiasmo che non va giù alla Gruber, costretta a vedersi ridurre il minutaggio per il suo talk. Sospiro di sollievo: quest'anno perlomeno non dovrà lottare contro un gigante come Ballarò, che fino alla scorsa stagione con la copertina di Maurizio Crozza le mangiava lo share dalle 21 in poi. Giovanni Floris, come noto, farà parte della squadra di La7. Un solista in più per mister Cairo, ma occhio perché le prime donne iniziano a essere tante.

venerdì 5 settembre 2014

La bomba atomica di Giuliano Ferrara, ricetta-choc contro i jihadisti: "Possiamo fermarli solo così..."

Ferrara: contro l'Islam, una violenza incomparabilmente superiore




Un editoriale durissimo e intenso quello di Giuliano Ferrara contro l'Islam. L'elefantino usa parole forti e chiare. Per Ferrara non ci sono dubbi: "L'unica risposta è una violenza incomparabilmente superiore". Scrive. "Guerra al terrore o al terrorismo va bene se è per il marketing politico, ma nella definizione, peraltro respinta dai riluttanti e dagli umanitari in quanto espressione bellicista sta un equivoco colossale". Ferrara ricorda come, diversi anni fa, il Foglio pubblicò "come un Caravaggio la testa mozzata di Nick Berg" e raccontò la storia di Daniel Pearl, "decollati entrambi in nome del Misericordioso, ma è un sospetto scorretto, una verità intollerabile: è questa una guerra di religione, della cui ferocia ultimativa e coesiva, appunto religiosa, solo un fronte è consapevole, il loro. La madre dell'ultimo reporter ucciso in nome della giustizia divina si dice convinta che l'Islam è stato tradito quando su ordine di un Califfo uno sgherro occidentale tutto vestito di nero, stufo probabilmente di fare il dj, ha impugnato la lema e ha tolto dal busto il collo di un figliolo d'Occidente e niente è proibito a una mamma addolorata e trafitta senza pietà nell'amore che solo è suo. Ma sappiamo che non è così. E' ideologico esorcizzare il rito del nemico, provare a diminuirlo, essere ciechi di fronte alla carabura feroce di bene in cui si specchia il nostro feroce male". 

Violenza maggiore - La conclusione di Giuliano Ferrara non lascia spazio al dibattito: "So di dire qualcosa di sconcertante, ma non si risponde a questa altezza di sfida e a questa brutalità santificante con lo stato di diritto, con un'idea di polizia internazionale, con la denuncia della violenza; l'unica risposta è una violenza incomparabilmente superiore. 

Napoli: In tre sullo scooter non si fermano all'alt 17enne ucciso dai carabinieri Scoppia la rivolta: distrutta auto polizia

Non si ferma all'alt, ragazzo di 17 anni ucciso dai carabinieri




Tre ragazzi in sella a uno scooter non si fermano all'alt dei carabinieri. Durante la fuga, un ragazzo di 17 anni, è stato ucciso da un carabiniere che, secondo la ricostruzione degli stessi militari, ha sparato in maniera accidentale un colpo con la pistola di ordinanza. È successo la scorsa notte nel quartiere Traiano di Napoli. Durante un servizio per il controllo del territorio i carabinieri del Nucleo Radiomobile di Napoli hanno notato tre persone in sella ad uno scooter che stavano percorrendo, sempre secondo la ricostruzione dei militari, con fare sospetto il viale Traiano. I carabinieri riferiscono che i tre non si sono fermati all’alt. Da qui è nato un inseguimento che si è concluso su via Cinthia, quando il conducente dello scooter in corsa ha centrato un’aiuola perdendo il controllo del mezzo, urtando la Gazzella e cadendo a terra. Subito dopo la caduta uno dei sospetti, inseguito da un carabiniere, è riuscito a fuggire a piedi facendo perdere le tracce. Mentre l’altro militare stava procedendo a bloccare e a mettere in sicurezza gli altri due, ha accidentalmente esploso un colpo con la pistola d’ordinanza che ha raggiunto uno dei sospetti, un ragazzo di 17 anni. Il giovane è stato soccorso e portato all’ospedale San Paolo, dove è deceduto. L’Autorità Giudiziaria, subito intervenuta sul posto, sta ascoltando alcuni testimoni per ricostruire l’esatta dinamica dei fatti. Dopo l'accaduto ci sono state dure proteste da parte della gente durante le quali sono state distrutte due auto.

Assenze per malattia: sarà più facile il licenziamento

CASSAZIONE Assenze tattiche al lavoro: licenziamento assicurato




Assenze per malattia sistematiche «a macchia di leopardo», comunicate all’ultimo momento, «costantemente agganciate ai giorni di riposo del lavoratore» e spesso avvenute nei turni di fine settimana oppure notturni, possono avere come conseguenza il licenziamento per «giustificato motivo». Lo ha stabilito una sentenza depositata dalla sezione lavoro della Cassazione, che ha rigettato il ricorso di un uomo licenziato dalla società datrice di lavoro. Il ricorrente, al quale avevano dato torto anche i giudici del tribunale di Vasto e quelli della Corte d’appello dell’Aquila, chiedeva di dichiarare illegittimo il licenziamento, sostenendo che questo «può intervenire solo se viene superato il periodo di comporto», ovvero il numero complessivo di assenze, fatto che non si era verificato nel caso in esame. I giudici dell’Aquila, invece, avevano rilevato che «l’eccessiva morbilità, dovuta a reiterate assenze, anche indipendente da colpevolezza dello stesso e nei limiti del periodo di tolleranza contemplato dalla contrattazione collettiva», aveva integrato «gli estremi dello scarso rendimento», cosicchè la prestazione del dipendente «non si rilevava più utile per il datore di lavoro».

Scompensi organizzativi - La Suprema Corte ha condiviso le conclusioni dei giudici del merito, rilevando che le assenze, «per le modalità con cui si verificavano», per «un numero esiguo di giorni, due o tre, reiterate all’interno dello stesso mese e costantemente ’agganciate' ai giorni di riposo del lavoratore» (fino a raggiungere anche 520 ore in un anno) «davano luogo - si legge nella sentenza - ad una prestazione lavorativa non sufficientemente e proficuamente utilizzabile per la società, rivelandosi la stessa inadeguata sotto il profilo produttivo e pregiudizievole per l’organizzazione aziendale così da giustificare il provvedimento risolutorio». Le assenze in questione, continua la Cassazione, davano anche «luogo a scompensi organizzativi»: «comunicate all’ultimo momento», infatti, «determinavano la difficoltà, proprio per i tempi particolarmente ristretti, di trovare un sostituto», osservano gli ’alti' giudici, anche considerato che il lavoratore «risultava assente proprio allorchè doveva effettuare il turno di fine settimana o il turno notturno, il che causava ulteriore difficoltà nella sostituzione (oltre che malumori nei colleghi che dovevano provvedere alla sostituzione), ciò anche in ragione del verificarsi delle assenze ’a macchia di leopardo'». Per la Corte, dunque, la «censura delle non irrogabilità del licenziamento» nei casi in cui non sia stato superato il periodo di comporto è «priva di fondamento»: la «malattia - concludono i giudici di ’Palazzaccio' - non viene in rilievo di per sè, ma in quanto le assenze in questione, anche se incolpevoli, davano luogo a scarso rendimento e rendevano la prestazione non più utile per il datore di lavoro, incidendo negativamente sulla produzione aziendale».