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venerdì 29 agosto 2014

Riforma della scuola? Solo un annuncio: "Slitterà". Un altro flop per Matteo Renzi

Riforma della Scuola, slitta il dossier: troppi impegni




Nuovo flop per Matteo Renzi: dopo gli annunci, slitta il dossier scuola, che non sarà all'ordine del giorno del CdM di venerdì 29 agosto. La decisione, comunicata solo dopo diverse ore, è stata presa dal premier dopo l'incontro nella serata di venerdì al Quirinale, con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Troppi gli argomenti in programma per potersi "permettere" anche la riforma della scuola: tra giustizia e Sblocca Italia, insomma, il calendario è già satollo. Inoltre, per ora, nonostante i proclama non ci sono pronti né disegni di legge né decreti per riformare la scuola (e per i finanziamenti alla riforma sarà necessario attendere la legge di Stabilità del prossimo autunno). Inoltre, spiegano fonti di Palazzo Chigi, le misure non potrebbero entrare in vigore prima dell'inizio dell'anno scolastico, che cade soltanto tra pochi giorni.


Il rettore de La Sapienza: "Polizia di m..." Romeno volantinava contro il suo rivale, fermato dagli agenti: lui perde la testa

Roma, il rettore de La Sapienza: "Polizia di merda"



Luigi Frati

Una vicenda che risale allo scorso 8 luglio, ma i cui dettagli emergono solo oggi. Il "teatro" è l'Università La Sapienza di Roma, la terza più grande d'Europa, dove è in corso la campagna elettorale per il rinnovo del rettore. Il protagonista è il rettore stesso, Luigi Frati, da dieci anni alla guida dell'ateneo (quattro spesi da vice, sei da rettore). Frati, però, non vuole mollare, e si è ricandidato per la guida dell'università. E lo scorso 8 luglio, rivela Repubblica, il rettore ha cercato di portare via dagli uffici del commissariato di polizia interno alla Sapienza un romeno, fermato dagli agenti e sotto interrogatorio per ricostruire una vicenda di volantinaggio elettorale all'interno dell'università contro uno dei candidati, il professor Giancarlo Ruocco.

Nei verbali di polizia in cui si ricostruisce l'accaduto, si legge che Frati è entrato nel "commissariato universitario", ha fatto qualche domanda al piantone e dopo aver avvistato un giovane straniero seduto di fronte al commissario Mario Spaziani ha chiesto agli agenti che gli fosse consegnato. "Questa è la Sapienza, fino a prova contraria, e di questa università sono il responsabile fino alla fine di ottobre. Lasciate stare gli innocenti, quest'uomo non ha fatto niente di male. Piuttosto - ha aggiunto - andate a sgombrare gli studenti che occupano abusivamente il Lucernario". Una richiesta presentata in modo aggressivo, alla quale i poliziotti hanno risposto spiegando al rettore che non poteva restare lì poiché c'era un interrogatorio in corso. Ma il rettore ha insistito, prendendo per un braccio il rettore e gridando: "Questa è la mia università".

"Polizia di merda" - Il clima si scalda, i poliziotti reagiscono e c'è un accenno di spinte e resistenze. Poi Frati molla la presa, ed esce dagli uffici commentando ad alta voce: "Polizia di merda". Il commissario Spaziani, dunque, ha contattato il questore che ha chiesto un rapporto, e poi ha invitato il commissario a firmare una denuncia penale nei confronti del professor Frati: abuso d'ufficio, resistenza e calunnia sono i reati contestati, complice l'insulto alla polizia. Da par suo, nella stessa mattinata, il rettore ha scritto una lettera di protesta al questore di Roma in cui chiede perché in una università dove "non vi è mai stata censura", non appena "viene criticato un candidato a rettore, colui che mette i volantini sotto il parabrezza, un innocuo personaggio viene fermato". E ancora: "Perché questo brillante attivismo nei confronti di un poveraccio e una tolleranza con gli altri?". Quindi un nuovo attacco alla polizia: "Ci sono intoccabili e poveracci, tal che si è deboli con i forti che compiono illegalità e forti con un poveraccio che per pochi euro distribuisce volantini".

Il contesto - Una vicenda che si inserisce in una infuocata campagna elettorale per il rettorato, dove si fronteggiano sei candidati (due sostenuti da Frati, tre apertamente contrari). L'8 luglio il romeno fermato stava distribuendo volantini dal titolo: "Da Amaldi a Ruocco: la triste parabola del dipartimento di Fisica della Sapienza". Giancarlo Ruocco, 55 anni, è il prorettore per la ricerca e il candidato più temuto da Frati: tra i due c'è stato un vivace scambio di accuse. Nel dettaglio, il volantino distribuito era una email inviata dal professor Luciano Pietronero, un altro fisico ed avversario di Ruocco, che accusava lo stesso Ruocco di essere diventato un "arbitrario uomo di potere con la promozione a capo del dipartimento di Fisica e dell'Italian institute of technology". Il giovane romeno, da par suo, ha subito confessato: "Un mio connazionale mi ha dato dieci euro e un pacco di carta alto così chiedendomi di venire all'università a distribuirla". Il connazionale è stato rintracciato dalla polizia e ha confessato di aver a sua volta ricevuto 30 euro e una risma degli stessi volantini da un signore in giacca e cravatta, non ancora identificato. La denuncia contro Frati per le offese alla polizia è stata presentata al rettore il 10 luglio.

"Quando una donna ha successo...". La piccata replica di Pina Picierno alle voci sul flirt con Roberto Saviano

Pina Picierno: "Flirt con Roberto Saviano? Giornalismo ridotto a pettegolezzo"




"Nessun flirt. Nell'attribuirmi una relazione con Saviano vedo giornalismo regredito a pettegolezzi da scuole medie". E' affidato a un tweet la risposta seccata della deputata Pd Pina Picierno in seguito al flirt attribuitogli qualche giorno fa dal sito Roma.net. E dire che nelle prime ore la relazione tra la Picierno e l'autore di Gomorra, di cui si diceva durasse da ben sette mesi, non era stata né smentita né confermata dalla presunta "coppia" ed era stata proprio tale decisione, interpretata secondo la massima del "silenzio assenso" a scatenare il gossip ora definito dalla dem "puerile".

La solita vecchia storia - "La deputata Pd ha fatto rispondere il segretario al suo telefonino per tutto il giorno, sostenendo di essere irraggiungibile". Ora invece la pasionaria Picierno replica alle indiscrezioni e millanta complottismi. La democratica che con 80 euro "faccio la spesa per 2 settimane" se la prende, in una lunga intervista concessa a Repubblica, con un certo "giornalismo regredito al livello dei pettegolezzi che gli adolescenti fanno alle scuole medie. Ma l'obiettivo di partenza era provare a creare un ostacolo". Ostacolo che persino la giornalista Conchita Sannino percepisce come dietrologico, ma la Picierno vede, dietro all'accusa di flirt un tentativo di screditarla: "Si tratta di un falso gossip costruito ad arte. La solita vecchia storia: quando una donna emerge le si devono attribuire relazioni per giustificare i successi. È sempre accaduto nel mondo degli uomini piccoli piccoli. Ma a chi pensava di intimidirmi con queste fesserie dico che è tempo perso. Vado avanti. Con più coraggio e con più forza di prima".

Stanno tutti per affogare, ma il "bambino" lecca il suo gelatino: così gli inglesi vedono Renzi

Matteo Renzi sulla copertina dell'Economist con un gelato in mano




L'immagine è inequivocabile: l'eurozona sta affondando, lentamente. Nel fotomontaggio in copertina sul nuovo numero dell'Economist una barchettta di carta (la carta è una banconota da 20 euro ripiegata) naviga a vista. Sull'imbarcazione appaiono in serie una fiera Angela Merkel, Francois Hollande a seguito, Matteo Renzi con gelato in mano, e il presidente della Bce Mario Draghi in coda intento a svuotar con un catino l'acqua filtrata all'interno della barchetta. Il settimanale britannico, che titola l'artwork That sinking feeling (again) - quella sensazione di affondare (ancora) - non rinuncia a mandare una stilettata al nostro premier, ritraendolo tranquillo e beato, come un bimbo insomma, mentre sostiene con dedizione un glorioso cono all'amarena.

giovedì 28 agosto 2014

"Enrico, ti ricordi quella volta sul panfilo con Grillo?". Il complotto fa sbroccare Mentana: "Mestatori imbecilli. Qualcuno intervenga"

Panfilo Britannia, Enrico Mentana: "L'intervista a Beppe Grillo? Panzana da imbecilli"




Internet, un mare magnum dove si trova di tutto e di più. Anche bufale, molte bufale. L'ultima (già sentita, in passato) riguarda Enrico Mentana e una presunta intervista a Beppe Grillo, quando il comico - anno di grazia, 1992 - sarebbe sceso da un panfilo nel porto di Civitavecchia. La storia del Panfilo, il Britannia, è vera: a bordo c'erano Mario Draghi, allora direttore generale del Tesoro, Azeglio Ciampi, in qualità di governatore di Bankitalia, e un centinaio di rappresentanti della finanza anglosassone e americana (Barclays, Warburg, PricewaterhouseCoopers, Baring, Goldamn Sachs). La vulgata sostiene che su quel panfilo gli anglosassoni "dettarono" le istruzioni su come "vendere" l'Italia, ossia su come - obbligatoriamente - privatizzare le industrie tricolore. Una ricostruzione di stampa che diede il là a una pressante campagna contro l'ingresso in Europa dell'Italia. Altre ricostruzioni, come avrete intuito, davano conto della presenza sul panfilo di Beppe Grillo, oltre che di Emma Bonino. Quindi qualcuno si è spinto ad affermare che, al termine della crociata, Mentana intervistò Grillo stesso. Una ricostruzione che ha letteralmente fatto infuriare Mitraglietta, che risponde così al ridestarsi della voce: "Qualche mestatore imbecille ha rimesso in circolo la panzana secondo cui nel 1992 avrei intervistato Beppe Grillo che scendeva dal panfilo Britannia nel porto di Civitavecchia. Intervenga - se possibile - chi è preposto a impedire la circolazione di notizie palesemente false sui social network. E riflettano tutti coloro che utilizzano Fb e Twitter per drogare la circolazione virale di bufale a scopo politico. E sono tanti".

KYENGE MINACCIA CALDEROLI "Mio babbo ti ha fatto la macumba? Ricordati che a fine settembre..."

Cecile Kyenge "minaccia" Roberto Calderoli: "Macumbe? Occhio, tra un mese ci rivediamo in tribunale"




Qualche giorno fa Roberto Calderoli accusava il padre dell'europarlamentare del Pd, Cecile Kyenge, di avergli fatto una macumba, unica spiegazione per le sventure che si sono imperversate contro di lui in questi mesi: "Sei volte in sala operatoria, due in rianimazione, una in terapia intensiva, è morta mia mamma e nell'ultimo incidente mi sono rotto due vertebre e due dita". Oggi la Kyenge risponde alle accuse e ricorda al leghista che: "Il 30 settembre ci troveremo in tribunale per il processo contro gli insulti con l'aggravante dell’istigazione a sfondo razzista".

La risposta della Kyenge - "Un regista farebbe i soldi su questa storia perché sembra una commedia all'italiana". Così la Kyenge commenta  il vivace scambio con il senatore della Lega Nord. "Per me che sono di religione cattolica la macumba non esiste e se il senatore crede che esista - ha suggerito Kyenge - gli consiglio un pellegrinaggio nei luoghi dove crede che sia stata fatta". "Vada al villaggio per osservare con i propri occhi se effettivamente esiste la macumba. Magari torna cambiato". Poi l'ex ministro dell'Integrazione suggerisce a Calderoli di stare attento: "Ricordo al senatore che il 30 settembre ci troveremo in tribunale per il processo contro gli insulti con l'aggravante dell'istigazione a sfondo razzista". 

L'ex ministro spende parole anche sull'elezione di Carlo Tavecchio a presidente della Figc: "E' una mancanza di coraggio da parte della Figc e del nostro Paese di poter fare un passo avanti". "Tavecchio oggi è presidente - aggiunge la Kyenge -, ma per me la vittoria arriverà quando culturalmente sapremo condannare senza eccezioni, da destra e da sinistra, quella mancanza di consapevolezza del proprio ruolo". Infine la Kyenge punta il dito contro le occasioni "in cui qualcuno si alza e non ha rispetto del proprio ruolo, cercando di portare avanti discorsi a sfondo razzista o che comunque offendono la cittadinanza". Una situazione che a suo avviso "non riguardano un solo partito". "Parlo di Tavecchio, di Alfano quando parla di vu comprà, parlo anche di Calderoli - ha concluso - e di tutti quelli che in questi anni non hanno tenuto ben presente il loro ruolo".

C'è un tesoretto da 400 milioni di euro per chi è stato fregato da voli e aerei

Voli cancellati e aerei in ritardo, gli italiani non reclamano i rimborsi e perdono più di 380 milioni di euro




Un tesoretto da quasi 400 milioni di euro attende gli italiani fregati dagli aerei. Per mettersi in tasca un bel po' di euro basta avere la voglia di far valere i propri diritti. Flightright.it, portale online dedicato ai passeggeri del trasporto aereo che vogliono richiedere un risarcimento per un volo in ritardo, cancellato o in overbooking, ha stimato che, ogni anno i viaggiatori italiani non reclamano oltre 380 milioni di euro per dei rimborsi che, invece, sarebbero loro dovuti. 

I numeri - Sugli oltre 1,7 milioni di voli che atterrano e decollano dagli aeroporti italiani, sarebbero più di 960.000 i passeggeri che avrebbero diritto a un rimborso sebbene non ne abbiano fatto richiesta. Cifre molto più alte per le potenziali richieste di risarcimento del Regno Unito, con un valore totale di più di 670 milioni di euro, mentre quelle di Germania, Spagna e Francia ammontano rispettivamente a oltre 580, 500 e 440 milioni di euro. Solo alcuni dei circa 120 milioni di passeggeri italiani che viaggiano ogni anno sono consapevoli dei loro diritti. Secondo quanto previsto dal diritto comunitario, le compagnie aeree sono tenute a corrispondere ai passeggeri una compensazione pecuniaria laddove i voli subiscano un ritardo superiore alle 3 ore e in tutti i casi di cancellazione e di overbooking. "Ritardi e cancellazioni possono rovinare le vacanze di tante famiglie - spiega Marek Janetzke, managing director di Flightright - ed è un peccato che le compagnie aeree spesso non corrispondano un risarcimento, anche quando è dovuto". "Nonostante i passeggeri siano sempre più consapevoli dei propri diritti - aggiunge -, stimiamo che quasi un milione di italiani non abbia richiesto risarcimenti per i danni subiti nell'ultimo anno. Tre ore di ritardo sono sufficienti per poter richiedere un indennizzo e c'è tempo fino a 18 mesi per esercitare il diritto".

I rimborsi - Insomma, le cifre non sono poi così basse, quindi conviene farsi furbi e pretendere il rimborso. Con un ritardo superiore alle 3 ore, si può ottenere un risarcimento fino a 250 euro per una tratta aerea fino a 1.500 km, di 400 euro, invece, per una distanza tra i 1.500 e i 3.500 km. Salgono le cifre se il ritardo supera le 4 ore e i 3.500 km: in questo caso il viaggiatore può ottenere fino a 600 euro. Mentre, se il passeggero è costretto ad aspettare per più di 5 ore, scatta il rimborso totale del volo, qualunque sia la distanza della tratta.

Le tempistiche per fare richiesta - I passeggeri che prenotano un volo dall’Italia hanno fino a 18 mesi di tempo per chiedere un risarcimento se la destinazione è in Europa e 12 mesi se la località si trova al di fuori dei confini europei. I passeggeri incerti sul diritto di ottenere o meno il rimborso, possono sfruttare il portale di Flightright.it: devono semplicemente inserire i dettagli del loro volo all'interno di un form online per verificare se hanno o meno le caratteristiche necessarie per procedere con la richiesta.