Berlino, il tunisino ricercato potrebbe essere legato alla strage di Sousse
È caccia all'uomo in tutta l'area Schengen: si cerca Anis Amri, 24enne tunisino che è sospettato per l'attentato di Berlino. Il ragazzo, secondo quanto si apprende, aveva diverse identità, e con uno dei suoi nomi, nel 2012, era arrivato in Italia per poi dirigersi verso la Germania. Dunque ha vissuto per più di tre anni nel paese, per poi decidere di "dirottare" un tir e falciare 12 persone al mercato di Natale della capitale.
Il giovane tunisino si sarebbe nascosto nel tempo dietro diverse identità. Secondo gli inquirenti, Amri ne avrebbe usata una durante la sua permanenza in Italia, durata circa quattro anni. Nel corso di questo periodo, suo padre avrebbe rivelato che il ragazzo è stato arrestato e messo in galera, dove potrebbe essersi radicalizzato.
Secondo quanto si è appreso, il suo ingresso in Germania è stato registrato nel 2016, ma ancora non è chiaro che cosa abbia fatto i questi anni: di sicuro si era radicalizzato, visto che secondo i media tedeschi era già stato segnalato come vicino ad alcune reti jihadiste presenti in Germania, paese dove aveva anche fatto domanda di asilo (domanda negata, aveva ottenuto un permesso di soggiorno momentaneo).
Sul tir gli investigatori hanno ritrovato anche la cosiddetta "Duldung", un atto emesso dalle autorità locali che permette di sospendere l'espulsione: il tunisino, insomma, era un immigrato "tollerato" anche se ritenuto pericoloso dalle forze dell'ordine. Il tunisino sarebbe stato vicino ad ambienti salafiti, e in Germania avrebbe preso contatto con alcuni islamisti e predicatori radicali. Anis Amri, inoltre, era stato indagato poiché sospettato di preparare gravi attacchi contro lo Stato: la notizia è stata confermata dal ministero dell'Interno del Nord Reno Westfalia. Ad agosto, il tunisino era stato fermato a Friedrichshafen con un documento d'identità italiano falso, ma fu subito liberato.
Ma è l'ipotesi dell'ultima ora ad essere, forse, anche la più inquietante: il sospetto è che Amri fosse legato al gruppo che ha compiuto la strage sulla spiaggia di Sousse, in Tunisia, lo scorso 26 agosto (in quell'occasione morirono 38 persone). Secondo quanto riportato dal Mirror, su Facebook c'è un profilo con una sua foto, e la stessa persona su un altro profilo inneggia al gruppo terrorista Ansar al Sharia, proprio quello che rivendicò l'attacco alla spiaggia.

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